Il Garante della privacy francese chiede di eliminare i link anche dalle versioni straniere del motore di ricerca. Ecco la risposta di Google
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sentenziato che ogni cittadino del Continente ha il diritto di vedere cancellati dai motori di ricerca i link che rimandano a siti contenenti informazioni inesatte, superate o offensive nei propri confronti, il cosiddetto diritto all’oblio. Google ha creato uno strumento apposito per permette di inviare le proprie richieste di rimozione (clicca qui per sapere come fare anche per gli altri motori di ricerca) ma secondo il Cnil, il Garante della privacy francese, Big G non sta operando secondo le direttive Ue.
Google e il diritto all’oblio: “La richiesta del Cnil è irragionevole”
Stando ai dati diffusi da Google, il colosso del web avrebbe ricevuto 250mila richieste, di cui ne ha accolte circa il 41%. Il Cnil però afferma che Big G ha eliminato i link solo nelle versioni locali del proprio motore di ricerca tralasciando quelle delle altre nazioni e quella globale Google.com perché a suo parere il 95% delle ricerche online europee passa da questi servizi. Il Cnil ha minacciato multe salate se l’azienda di Mountain View non si prenderà carico delle sue richieste ma la risposta alle minacce è arrivata velocemente. Google afferma che nessun Paese ha il diritto di controllare a quali contenuti possa accedere un utente di un’altra nazione e sottolinea come la richiesta del Garante francese possa essere un ostacolo alla libertà della Rete.
“Abbiamo lavorato duramente per applicare la sentenza sul diritto all’oblio con accuratezza e continueremo a farlo. – ha dichiarato Peter Fleischer, responsabile della privacy globale di Google – Tuttavia, come questione di principio, siamo rispettosamente in disaccordo con l’asserzione del Cnil di autorità globale sulla questione eabbiamo chiesto al Cnil di ritirare la notifica ufficiale”.