Appalti: diventa obbligatorio il “Monitoraggio Finanziario” sviluppato da Consorzio CBI

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Per prevenire e contrastare l’infiltrazione di capitali illeciti all’interno delle procedure di affidamento e realizzazione delle grandi opere pubbliche diventa obbligatorio il progetto “Monitoraggio Finanziario”.

È stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, infatti, la delibera CIPE n. 15 del 28/01/2015 che, dando attuazione al Decreto Legge numero 90, impone di monitorare i conti correnti delle imprese appaltatrici e subappaltatrici coinvolte nei lavori di realizzazione d’infrastrutture strategiche e insediamenti produttivi, attraverso il progetto la cui struttura è stata sviluppata dal Consorzio CBI, in sinergia con Abi, in collaborazione con il Ministero dell’Interno.

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Il provvedimento rende obbligatorio, per tutti i pagamenti connessi alla realizzazione di grandi opere, l’utilizzo di conti correnti dedicati e bonifici online conformi agli standard europei SEPA, che riportano un apposito codice in grado di identificare l’opera a cui il pagamento si riferisce. Ciò permette di disporre di tutte le informazioni utili sulle singole transazioni per poter immediatamente rilevare e segnalare alle Agenzie Investigative, che non dovranno più recarsi presso le sedi di aziende e banche con risparmio di tempo e di denaro, le eventuali anomalie nei flussi finanziari.

“L’obbligo si riferisce a circa 200 grandi opere pubbliche in Italia, ognuna delle quali ha circa 400 aziende collegate in filiera. Ciò richiederà un importante sforzo da parte delle banche a fianco delle Istituzioni preposte al rispetto della legalità – ha detto Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell’Abi e Presidente del Consorzio CBI – Inoltre il Monitoraggio Finanziario è un passo avanti verso la digitalizzazione del Paese, con grandi vantaggi. Oggi i controlli delle autorità avvengono in modo analogico, nelle sedi di aziende e banche, con costi che pesano sul bilancio dello Stato. Questo progetto permetterà un monitoraggio a distanza, con un risparmio enorme di risorse pubbliche”.

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“La delibera n. 15/2015 del C.I.P.E., ora pubblicata sulla G.U. del 7 luglio scorso, consentirà l’aggiornamento delle modalità di esercizio del sistema di Monitoraggio Finanziario delle Grandi Opere, sulla base delle Linee-guida disposte dal C.C.A.S.G.O. nel novembre del 2014, e istituisce a tal fine, presso il D.I.P.E., un Gruppo di Lavoro appositamente dedicato – ha sottolineato il Prefetto Saverio Ordine – La portata della delibera è molto ampia, in quanto permetterà un puntuale controllo sui flussi finanziari inerenti alle Grandi Opere riguardo a tutte le imprese delle filiere produttive interessate alla progettazione e alla realizzazione delle infrastrutture strategiche. Ovviamente – conclude il Prefetto Ordine – il C.C.A.S.G.O. attribuisce grande importanza ad un sistema di controllo che sia in grado di monitorare attentamente i comportamenti economici di tutti i soggetti che partecipano all’attuazione delle Grandi Opere”.

Il progetto “Monitoraggio Finanziario”, nato nel 2009, su richiesta del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica, proprio per consentire un più efficace controllo degli appalti su lavori e la lotta agli illeciti, servizi e forniture attraverso la tracciabilità dei flussi finanziari – ha consentito il monitoraggio dei conti di 750 aziende appaltatrici e subappaltatrici, per un totale di oltre 32.000 operazioni.

Alla luce dei significativi risultati raggiunti dal progetto di Monitoraggio finanziario, il Ministero dell’Interno, in collaborazione col Consorzio CBI e Formez PA, si è aggiudicato un bando europeo per la prevenzione e la lotta alla criminalità. Presentando il progetto “Creation of Automated Procedures Against Criminal Infiltration in public contracts” (CAPACI), infatti, ha ottenuto i finanziamenti per estendere il monitoraggio anche ad altre opere pubbliche italiane e supportare la diffusione di questa best practice presso gli altri paesi europei. Recentemente sono state avviate le attività di dissemination volte a coinvolgere Paesi della Comunità Europea nella sperimentazione del progetto. In particolare, la delegazione italiana, composta da Dipe, Dia, Formez e Consorzio CBI si è recata in Svizzera, Spagna e Croazia.

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