Startup fintech, la scommessa dei VC

Una nuova rivoluzione nel mondo dei VC: finanza e tecnologia unite in un’insolita alleanza per creare innovazione

Di recente sembra che i VC siano dediti alla ricerca di startup fintech. «Fin… che»? Fintech. Avete capito bene. Il termine è esatto. Si tratta di startup che si propongono di cambiare radicalmente il mondo finanziario, spodestando le banche del loro ruolo di sovrane indiscusse.

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Tuttavia, quello che sembra essere più curioso e sta destando l’attenzione di molti in questo periodo non è tanto l’ascesa di un nuovo esemplare di startup quanto piuttosto la fonte del suo finanziamento. Infatti, sembra che tali startup stiano ottenendo i finanziamenti più significativi proprio dal settore che stanno cercando di distruggere. Negli ultimi due anni, le banche di Wall Street hanno iniziato a sostenere le fintech startup in modo tale da entrare nelle loro dinamiche interne piuttosto che combatterle dall’esterno. Quel che ha destato l’attenzione del mondo finanziario è che le startup fintech di piccole dimensioni hanno una libertà di azione maggiore rispetto alle banche e possono prestare attenzione a ciò che cercano i nuovi investitori focalizzati sul digitale. Secondo un rapporto di ricerca azionaria di Goldman Sachs di fine marzo, il valore dei servizi finanziari tradizionali si aggirerebbe intorno ai quattromila e 700 miliardi di dollari di fatturato. Ma questo valore rischia di andare a zero a causa dei nuovi strumenti tecnologici e delle piattaforme digitali che realizzano soluzioni innovative per i servizi di finanziamento, gestione patrimoniale e pagamenti. Grazie alla collaborazione con le piccole startup, le banche possono iniziare a ottenere una visione di quello che potrebbe diventare il prossimo modello di investimento. Dunque, la recente alleanza tra Goldman Sachs e Bitcoin non dovrebbe stupirci più di tanto.

Nuove alleanze

Ma cosa potrebbe nascere da un simile connubio? Goldman Sachs ha guidato un investimento di 50 milioni di dollari in Circle Internet Financial, una startup di pagamenti in bitcoin. L’accordo, il primo investimento strategico di Goldman relativo ai bitcoin, conferisce una certa credibilità a un settore spesso visto come il regno dell’anarchia. Circle, che è stata avviata nel 2013 da Jeremy Allaire, è da inserire tra un ristretto numero di startup tecnologiche che cercano di presentare i bitcoin a un vasto pubblico. L’azienda – che offre un portafoglio digitale che consente agli utenti di memorizzare bitcoin, inviarli a vicenda e comprare beni con la valuta digitale – ha ricevuto il sostegno da parte di alcuni grandi nomi nel mondo della tecnologia come il venture capitalist Jim Breyer.

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Al fine di espandere il suo pubblico, Circle ha anche annunciato l’intenzione di andare oltre il mondo dei bitcoin consentendo agli utenti di tenere regolarmente i dollari vecchi. Una qualità che sicuramente metterà la giovane azienda in competizione con PayPal e altri servizi di trasferimento di denaro e di pagamento.

Goldman Sachs, da parte sua, non ha offerto molto in termini di spiegazione per la sua scommessa su Circle. Tom Jessop, l’amministratore delegato di Goldman che ha lavorato per l’affare, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato di aver puntato alla visione sottostante al prodotto offerto da Circle nonché all’opportunità di cambiare radicalmente il settore dei pagamenti digitali. «Così come l’industria dei servizi finanziari continua a diventare più digitale e aperta, vediamo significative opportunità nelle aziende e soluzioni che hanno la promessa di trasformare i mercati globali attraverso l’innovazione tecnologica». Il gruppo di Goldman che ha fatto l’investimento, noto come Principal Strategic Investments (PSI), tende ad acquistare partecipazioni in aziende tecnologiche finanziarie. E ha già investito, ad esempio, in Motif, un broker online e in Markit, un’azienda di dati.

Goldman ha ribadito più volte il potere dirompente dei bitcoin e di altre nuove tecnologie di pagamento, vista la loro capacità di poter interrompere i servizi tradizionali di trasferimento di denaro fornite da Western Union e molte altre banche. Goldman non ha agito da solo. Ha condotto l’investimento insieme a IDG Capital Partners, una società di venture capital con sede in Cina. La startup Circle ha affermato che sperava di usare l’esperienza di IDG per sviluppare una strategia operativa che permettesse alle persone di convertire la valuta cinese in dollari attraverso i bitcoin.

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Accettando i dollari, Circle spera di attrarre anche le persone che si sono spaventate a causa della grande volatilità del bitcoin nel corso degli ultimi anni. La startup vuole far sì che gli utenti con i dollari nei loro conti siano in grado di effettuare i pagamenti tramite la rete Bitcoin, poiché Circle converte automaticamente i dollari per bitcoin e viceversa.

La nuova startup ha dichiarato che in questo modo «i clienti possono scegliere di visualizzare bitcoin non come una nuova valuta per sostituire il dollaro, ma come una rete di pagamento su Internet che permette pagamenti sicuri, istantanei, globali e quasi liberi». È interessante notare come, a differenza di JPMorgan, che ha evitato le società dedite al bitcoin e alla blockchain, Goldman abbia fatto un grande passo nel mondo delle valute digitali, compiendo con il suo round di finanziamento in Circle, il primo passo di un’alleanza tra bitcoin e mondo della finanza regolamentato.

Nuova frontiera?

I bitcoin saranno dunque la nuova frontiera dei VC nei prossimi anni a venire? Non si può rispondere con certezza a un simile quesito, ma è fuori discussione che la rete Bitcoin abbia delle grandi potenzialità da non sottovalutare. Bisogna osservare il futuro, comprenderlo e prendere ciò che di buono vi sia in esso. Altrimenti si finisce con il rimanere prigionieri di una visione anacronistica che impedisce di evolversi. Marc Andreessen, che potremmo definire come la quintessenza del mondo dei VC, ha tenuto una breve conferenza nella sede della sua società con l’obiettivo di illustrare il futuro dei venture capital. «I venture capitalist di talento sanno che le vere innovazioni non seguono uno schema. Il futuro è sempre più strano di quanto ci aspettiamo: telefoni cellulari e Internet, macchine dotate di autopilota».

Doug Leone, uno dei leader di Sequoia Capital Partners, una società leader nella Silicon Valley, ha detto: «I maggiori risultati arrivano quando si rompe il precedente modello mentale. Si pensi ai cigni neri degli ultimi 40 anni, quali il PC, il router, Internet, l’iPhone, nessuno aveva tesi intorno a quei nuovi mostri tecnologici». è per questo che bisogna essere sempre pronti ad accogliere le novità, a scoprirle prima ancora della loro diffusione. «Un ottimo VC mantiene le sue orecchie tese per una storia che possa scuotere l’opinione pubblica e che abbia al tempo stesso gli elementi di una fiaba. Questo racconto inizia in un’altra epoca (che di solito è il futuro), e ha come protagonista un eroe di umili natali che viene a conoscenza di un segreto grazie al suo talento e alla sua esperienza. L’eroe si deve poi scontrare con il mondo reale, quello dei VC, che lo mette alla prova. Soltanto sfruttando il suo segreto, la sua magia, ovvero la sua tecnologia, l’eroe potrà prevalere. Il racconto termina con un lieto fine che prevede scrigni del tesoro per tutti, a cavallo di unicorni». Un finale che sembra riportarci alla fiaba piuttosto che alla realtà. Il nuovo segreto dell’eroe moderno potrebbe essere proprio legato alle potenzialità dei bitcoin. E forse questa è la ragione per cui il mondo della Silicon Valley ha iniziato negli ultimi tempi a gravitare intorno al mondo delle cripto monete. Soltanto il tempo e l’esperienza potranno dare delle risposte certe. Ma nel frattempo i venture capital, devono mostrare alle persone di essere capaci di inventare il futuro. Una nuova sfida, una nuova partita da giocare per il mondo dei VC.

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