La NASA detta le tappe dell’esplorazione spaziale

La scienza conferma che i buchi neri ruotano

L’amministratore della NASA Charles Bolden ha stilato il programma spaziale dell’agenzia: nuovi viaggi verso la Iss, turismo spaziale e poi Marte

La crisi economica non fermerà l’esplorazione spaziale. In occasione di un incontro presso il Politecnico di Milano, l’amministratore della NASA Charles Bolden ha illustrato il denso programma dell’agenzia per i prossimi anni. Se le previsioni saranno rispettate, entro pochi anni i viaggi dell’uomo verso le stelle diverranno praticamente la norma.

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Il programma di esplorazione spaziale della NASA

La prima tappa sarà rendere più efficienti ed economici i trasporti verso la Stazione Spaziale Internazionale entro il 2017. La NASA ha stretto accordi con Boeing e SpaceX per la realizzazione di nuovi navette che porteranno sulla Iss un equipaggio di 4 persone. Per ogni astronauta l’agenzia USA spenderà 58 milioni di dollari contro i 76 che attualmente corrisponde alla sua omologa russa per l’utilizzo dei vettori Soyuz.

Il passo successivo sarà aprire lo spazio al turismo. Diverse aziende private come Virgin Galactic stanno già sperimentando soluzioni per portare le persone normali fuori dall’atmosfera terrestre ma come sottolinea Bolden i prezzi non saranno proprio competitivi. “I prezzi dei biglietti al pubblico sono ancora da stabilire – sottolinea il numero uno della NASA – ma di sicuro non costeranno quanto un normale volo aereo di linea”. Inoltre, i futuri turisti spaziali dovranno affrontare un duro addestramento prima del volo. ”Non abbiamo ancora definito tempi e modalità – ha spiegato Bolden – ma in base alle nostre esperienze precedenti, abbiamo capito che servono almeno almeno dai 6 ai 12 mesi per capire come funziona la navicella e prepararsi al volo”.

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La tappa più importante riguarda però l’esplorazione di Marte, che al contrario di ciò che pensano i tecnici di Mars One non avverrà prima del 2030. Al momento non è ancora stata trovata soluzione ad alcuni problemi che i futuri coloni del Pianeta Rosso dovranno affrontare come, ad esempio, ridurre gli effetti nocivi delle radiazioni spaziali. La NASA, che ha fallito il secondo test riguardante il modulo di sbarco marziano, prevede quindi di inviare ” robot umanoidi che dovranno preparare l’habitat” adatto alla sopravvivenza dell’uomo. Al momento non sono state trovare prove risolutive della presenza presente o passata di forme di vita su Marte ma il Pianeta Rosso resta l’occasione più importante per la ricerca di organismi extraterrestri. ”Molte volte incontro persone che mi chiedono se siamo soli nell’universo o se credo negli alieni.  – ha raccontato Bolden – Io dico che ci deve essere vita altrove nell’universo. Non saranno certo persone come noi, forse saranno dei microbi, ma la vita c’è e la stiamo cercando”.