In Piemonte smart objects, IoT e Big Data per monitorare le acque del Lago Maggiore e del Lago d’Orta
L’ecosistema di un lago si può paragonare ad un’equazione complessa. Le variabili in gioco sono molte e interagiscono tra loro con tempi e modi diversi: fattori ambientali, come l’altezza idrometrica, fattori chimici e biologici, come il pH delle acque, fattori meteorologici, come le precipitazioni. Il monitoraggio di questi parametri è al centro del progetto Pitagora, una piattaforma tecnologica volta ad acquisire, gestire e organizzare i dati meteo-idrologici, chimici e biologici rilevati tra le acque del Lago d’Orta e del Lago Maggiore.
Pitagora vede impegnate quattro PMI piemontesi e tre centri di ricerca: il CNR ISE di Pallanza, l’Università del Piemonte Orientale e il CSP, organismo di ricerca sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il progetto ha ottenuto un finanziamento dalla Regione Piemonte nell’ambito di un bando per attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, volto a sostenere la creazione di servizi innovativi focalizzati sulle tecnologie ICT. E proprio sull’ICT si basano le fondamenta di Pitagora che propone, per la prima volta in un’unica piattaforma, un sistema di misura-acquisizione-trasmissione-utilizzo dei dati.
La prima fase di misura e acquisizione avviene attraverso degli smart objects ovvero delle boe e dei sensori alimentati da fonti di energia rinnovabile e ingegnerizzati per acquisire i dati in un ambiente acquatico complesso come quello lacustre. Questi oggetti, in una logica IoT, sono collegati in rete consentendo così la trasmissione dei valori rilevati, un passaggio che viene garantito dalla nuova infrastruttura di rete a banda larga che, grazie a Pitagora, copre oggi il perimetro del Lago
Ed è a questo punto che entrano in scena i Big Data: l’area illuminata dal monitoraggio è ampia, il volume dei dati raccolti è rilevante e l’ecosistema lacustre è un insieme di variabili complesse. Per questo la validazione dei dati, la loro leggibilità e la loro disponibilità in tempo reale hanno rappresentato per il team di Pitagora un’importante sfida tecnologica. Spiega Marco De Bellis, AD di Ecube, società capofila del progetto “Per quanto concerne Pitagora possiamo parlare di Big&Fast data. I dati rilevati non sono soltanto disponibili in modo continuativo e in tempo reale; la piattaforma li rende anche persistenti creando così un ampio data set in grado di essere utilizzato in maniera predittiva per gestire e prevenire situazioni future”.
E arriviamo dunque all’ultimo step, la condivisione dei dati, che avviene attraverso due modalità. I valori rilevati, oltre a confluire nella SmartDataNet Platform della Regione Piemonte, verranno infatti condivisi con il territorio attraverso due applicazioni mobili: una pensata per i cittadini, i turisti e gli amministratori pubblici e un’altra destinata agli addetti ai lavori. Un ulteriore elemento di innovazione è lo sviluppo di un’applicazione per dispositivi wearable (smartwatch) che permetteranno di interagire in maniera innovativa con i dati acquisiti. Tutto questo con l’obiettivo di fornire e di condividere, da un lato, informazioni utili per attuare iniziative di corretta gestione della risorsa idrica e dall’altro informazioni di carattere ecologico ed ambientale, di interesse per le iniziative turistico-ricreative, con un’attenzione particolare alla sensibilizzazione dei giovani e alla diffusione di conoscenze sulla qualità dell’ambiente.
“I dati rappresentano oggi l’asset più importante in possesso delle organizzazioni e dei singoli individui – dichiara ancora Marco De Bellis, AD di Ecube, società capofila del progetto – L’obiettivo di PITAGORA è di poter generare/acquisire informazioni per poi condividerle con la comunità in modo da sostenere comportamenti consapevoli e decisioni strategiche. E la filosofia open data che caratterizza la SmartDataNet Platform della Regione Piemonte rappresenta per PITAGORA un naturale canale di condivisione dei dati acquisiti”.