Comune di Roma: open data, anche troppo

Le dichiarazioni Unico e 730 di almeno 2.000 cittadini romani sarebbero ricercabili su Google liberamente in barba ad ogni presupposto di privacy. La denuncia su Twitter

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Quando si parla di open data e governo trasparente si intendono molte cose ma non esattamente questo. Nella giornata di ieri l’utente Twitter @gvarisco ha lanciato un pesante monito al sindaco di Roma Ignazio Marino. A quanto pare, infatti, circa 2.000 dichiarazioni tra cui modelli Unico e 730 sarebbero finite nelle query di ricerca di Google e quindi liberamente consultabili da chiunque sappia quali chiavi inserire nel motore più utilizzato dai navigatori della rete. Piuttosto che gridare al lupo senza verificare, abbiamo provato a capire se il tweet dell’utente corrispondesse al vero.

 

Tutto online ma senza drammi

Come sottolineato dallo stesso Varisco, digitando su Google una stringa specifica come site:comune.roma.it 730 filetype:pdf ci si imbatte effettivamente nelle dichiarazioni di semplici cittadini, riferite sia ai redditi 2014 che a quelli dell’anno precedente. In realtà andando più a fondo ci si accorge di un particolare di rilievo, che lo stesso utente Twitter ha evidenziato con post successivi. Le dichiarazioni che sembrano di normali contribuenti in realtà si riferiscono a titolari di incarichi pubblici di consulenza e collaborazione. A questo punto rientrerebbe tutto nell’Operazione Trasparenza attivata dal Comune di Roma e i cui dettagli si trovano in questa sezione del sito ufficiale. Qui possono essere visualizzate infatti le dichiarazioni che riguardano gli anni 2013, 2014 e 2015 che dovrebbero corrispondere (ci sarebbe da controllare tutte le oltre 2.000 ricercabili su internet) a quelle mostrate su Google. Per ora Marino o il suo staff non hanno risposto ma il “danno” sembrerebbe meno grave del previsto, anzi totalmente privo di qualsiasi violazione di privacy.

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