Come assumere chi può fare la differenza? LinkedIn rivela le priorità dei professionisti italiani

Solo il 25% cerca lavoro attivamente, l’86% è interessato a cambiare lavoro

LinkedIn ha annunciato i risultati del sondaggio “Talent Trends 2015” sulle esperienze e le impressioni dei professionisti che stanno cercando un lavoro e sui fattori che possono determinare il loro maggiore o minore interesse per una nuova posizione. Lo studio, a cui hanno preso parte 20 mila professionisti da tutto il mondo, di cui 700 dall’Italia, offre importanti informazioni alle aziende che desiderano rendere più efficace e mirata la ricerca dei migliori talenti professionali in questo paese.

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“L’obiettivo di LinkedIn a livello mondiale”, ha spiegato Marcello Albergoni, Head of Italy di LinkedIn, “è di migliorare il collegamento tra professionisti e opportunità. E questi risultati offrono informazioni significative alle aziende che desiderano ottimizzare la ricerca di nuovi candidati. I nostri dati dimostrano che il momento del colloquio gioca un ruolo di primaria importanza: la prima impressione conta, e può costituire uno dei cardini del rapporto tra azienda e candidato”.

La diffusione dei social media

Le risposte al sondaggio condotto in Italia rivelano che oggi la ricerca dell’impiego avviene sempre più online. Per individuare le nuove opportunità, il 63% degli intervistati utilizza i siti di professional networking, la meta online preferita da chi cerca lavoro. La buona notizia per le aziende alla ricerca del candidato giusto è che in Italia, come avviene anche a livello mondiale, gli intervistati che si dichiarano interessati a essere cotattati e ricevere proposte sono circa il 78% degli intervistati.

Le priorità

Per i professionisti italiani, il fattore economico è determinante. Quando si tratta di prendere una decisione in merito alla carriera, per il 54% degli intervistati l’offerta retributiva pesa maggiormente rispetto sia alla possibilità di carriera professionale (38%) che all’opportunità di un lavoro più stimolante (37%).

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La prima impressione conta

Se il colloquio non è soddisfacente, la gran parte dei professionisti (83%) scarterebbe l’offerta di un potenziale datore di lavoro, anche nel caso di un’azienda considerata interessante. Al contrario, un’esperienza positiva in fase di colloquio potrebbe far cambiare idea all’87% dei professionisti, che in questo caso potrebbero anche accettare l’offerta di un’azienda inizialmente ritenuta poco interessante.

Secondo il 53% dei lavoratori di quest’area geografica, l’interazione più importante avuta nel corso del processo di selezione è stato il primo incontro con il loro potenziale manager. Anche la possibilità di avere un incontro con i dirigenti viene considerata positivamente dalla metà degli intervistati.

Mancanza di follow-up

Le aziende dovrebbero migliorare nel complesso il processo di selezione dal punto di vista dei candidati. Essere ricontattati al termine della selezione è considerato una priorità dal 94% degli intervistati, ma sono solo il 41% quelli che hanno ricevuto informazioni da aziende con cui avevano sostenuto un colloquio. Dato interessante, il 73% dei professionisti preferirebbe ricevere conferma al telefono in caso di esito positivo della selezione, mentre il 65% preferirebbe ricevere una comunicazione tramite e-mail in caso di esito negativo.

“Da questo dato”, continua Albergoni, “emerge che, apportando alcuni semplici aggiustamenti ai propri processi di selezione, i datori di lavoro potrebbero non solo attirare in modo più efficace i migliori talenti professionali, ma anche assicurarsi di lasciare un’impressione positiva dell’azienda nei candidati che non superano la selezione. Un risultato semplice da ottenere ma senza dubbio interessante per le aziende che puntano a migliorare la propria reputazione tra i professionisti in quest’area, soprattutto in considerazione del crescente valore attribuito all’Employer Branding dai datori di lavoro in tutto il mondo”.

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Dal sondaggio sono emersi anche alcuni suggerimenti pratici per le attuali aziende “always-on”: i candidati non amano essere contattati nè al di fuori dell’orario di lavoro (in genere dopo le 18.00), nè durante il weekend. Inoltre, l’81% degli intervistati è maggiormente disponibile alla comunicazione diretta con le aziende che già segue nei siti di professional networking.

LinkedIn offre alle imprese la possibilità di entrare in contatto anche con i candidati passivi, cioè quelli che non sono attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro ma che rappresentano la maggioranza dei professionisti (75%). Questi, infatti, vanno ad ampliare in modo significativo il numero dei potenziali talenti in attesa di essere contattati, consentendo alle aziende di comprimere i tempi e ridurre i costi associati alla ricerca dei profili professionali ideali.