PTC, l’Internet of Things è sempre più realtà

Con investimenti nell’ordine dei 500 milioni di dollari nell’IoT, il colosso del PLM accelera la trasformazione verso le nuove remunerative frontiere degli “smart connected products”, per dare modo ai clienti di cogliere tutte le opportunità del fenomeno

Boston – Il cambiamento era nell’aria già dall’edizione numero 25 della User conference mondiale di PTC, svoltasi a giugno 2014, all’interno della quale era contenuto anche LiveWorx, sorta di evento nell’evento e dedicato alle soluzioni ThinkWorx, la società attiva nelle piattaforme IoT e acquisita da PTC stessa un anno e mezzo fa. Non a caso quest’anno, ai primi di maggio, LiveWorx è stato organizzato in modalità “standalone”, sempre nel terreno “di casa” di Boston, a ulteriore dimostrazione di come l’Internet of Things sia destinato ad avere uno spazio sempre maggiore nelle strategie della società. In effetti, nella tre giorni di Boston, gli oltre 2.300 partecipanti hanno potuto toccare con mano il nuovo corso di PTC, con annunci e dimostrazioni che hanno fatto di LiveWorx il maggiore evento dedicato all’Internet of Things, come ha tenuto a sottolineare la società.

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Mezzo miliardo di dollari

Su tutto, ha spiccato quanto sostenuto da Jim Heppelmann, presidente e CEO di PTC, che ha ricordato come “nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo investito finora mezzo miliardo di dollari nell’ambito IoT, a cominciare dall’acquisizione di ThingWorx e di Axeda, per arrivare a quella di oggi, del valore di 105 milioni di dollari, di ColdLight, attiva nel machine learning e nell’analisi predittiva, che ci permette di rafforzare ulteriormente la nostra piattaforma”. Ma non solo: rispondendo a una specifica domanda, il numero uno di PTC ha dichiarato che “abbiamo una vision molto chiara in ambito IoT e probabilmente faremo altre acquisizioni in questo ambito, anche se le nostre tecnologie in sono già molto complete e soprattutto possiamo già vantare il team di forza vendita dedicato maggiore al mondo. In ogni caso, il nostro impegno nell’IoT non va a scapito del nostro core business storico del Product Lifecycle Management e del Service Lifecycle Management: anzi, tutti i nostri clienti beneficeranno delle nuove iniziative”.

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Jim Heppelmann, Presidente e CEO di PTC
Jim Heppelmann, Presidente e CEO di PTC

L’ora della convergenza

Come operino concretamente questi benefici comincia ad apparire chiaro se si guarda agli annunci di prodotto visti a Boston: oltre che sulla versione 6 della piattaforma ThingWorx, ricca di numerose novità sempre più utili nell’ottica dello sviluppo di soluzioni Internet of Things, l’interesse si è concentrato su ThingWorx Converge, una soluzione che amplia le capacità di sviluppo di applicazioni connettendo in unico database tutti i dati di prodotto provenienti da diverse piattaforme. Disponibile da giugno 2015, ThingWorx Converge rappresenta, nelle parole di Mike Campbell, executive vice president di PTC, “un’estensione della nostra piattaforma IoT, per rendere sempre più agevole realizzare gli ‘smart connected products’ di oggi, grazie all’integrazione con altri prodotti e applicazioni PTC, oltre che a un modello di dati comune”. Sempre nel solco della convergenza, durante l’evento di Boston si è avuta una dimostrazione di come si possano rendere concreti i dati sui prodotti raccolti con l’Internet of Things, grazie a un digital twin, cioè un “gemello digitale”, che permette per esempio di contestualizzare i dati in modelli concreti anche di tipo 3D, unendo le capacità di sviluppo prodotto tipiche della soluzione Creo di PTC con la piattaforma ThingWorx.

Mike Campbell, executive vice president di PTC

Gli analytics di ColdLight

Per sviluppare ulteriormente questi concetti, le tecnologie chiave sono quelle di analytics, che entrano in casa PTC grazie all’acquisizione di ColdLight: l’idea alla base delle soluzioni di machine learning e di analisi predittiva è che non si ha alcun vantaggio reale se l’enorme quantità di dati, generati dai milioni di sensori ormai presenti ovunque, si aggiunge al sovraccarico di informazioni invece di dare luogo a nuovi tipi di insight utili. Ecco quindi che ColdLight aggiunge la capacità di fare previsioni, contribuendo a prevenire guasti di prodotto o possibili downtime, giungendo quindi a realizzare la promessa degli “smart connectd products”, che è quella di prodotti che fin dall’inizio dispongano di sensori, in modo da essere smart and connected, cioè intelligenti e connessi, ma che soprattutto, grazie a questa connessione che fornisce anche l’intelligenza, possano permettere di conoscere in tempo reale e da remoto come un prodotto sta funzionando e se è guasto o si sta guastando.

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Nuove competenze

All’evento di Boston non sono mancati gli ospiti d’onore, come Charlie Baker, Governatore del Massachusetts (stato in cui ha sede PTC), che ha rivendicato il ruolo centrale dell’innovazione e delle tecnologie analytics, e Steve “the Woz” Wozniac, fondatore di Apple insieme all’indimenticato Steve Jobs, che ha consegnato i premi ai partecipanti al primo Hackathon IoT della Boston University, che si sono cimentati nel dare vita a soluzioni IoT innovative e a costruire app destinate alle Smart City.

Infine, di particolare rilievo anche la presenza di Michael Porter della Harvard Business School, che insieme a Jim Heppelmann ha anticipato alcuni contenuti dell’articolo scritto a quattro mani che verrà pubblicato a settembre 2015 sulla Harvard Business Review, e che fa seguito quello apparso nel novembre 2014, sempre a cura di entrambi gli autori. Se nel primo articolo si anticipava tra l’altro di come l’IoT stia determinando una nuova ondata di aumenti di produttività grazie alle ottimizzazioni nella catena del valore, oltre che di come il fenomeno stia ridefinendo i confini dei diversi settori industriali, il nuovo saggio si concentrerà sulle implicazioni interne in azienda determinate dall’IoT, cioè di come le imprese cambieranno e soprattutto di come dovranno trasformare la propria organizzazione per cogliere tutte le opportunità offerte dall’Internet of Things, con nuovi talenti e soprattutto maggiori investimenti nella formazione e nell’acquisizione di nuove competenze.