Dopo la recente integrazione del business x86 ex-IBM e gli smartphone del brand Motorola, Lenovo è diventato il più autorevole esponente delle piattaforme che hanno trasformato il lavoro in azienda e rivoluzionato i nostri stili di vita
In questa fase di radicale ripensamento delle basi infrastrutturali delle tecnologie informatiche, dal più piccolo dei terminali utente fino ai più complessi data center, la classica piattaforma pc – forse vale la pena ricordarlo, il personal computer sta per compiere 35 anni di vita – ha subito una impressionante evoluzione. Le metafore alle quali eravamo abituati, l’antico predominio dei sistemi desktop, persino l’idea di server sono in continuo rimescolamento.
E insieme a loro, cambiano e si riposizionano i protagonisti del mercato, i cui assi geografici si spostano non solo per quanto concerne gli aspetti della produzione – ormai stabilmente baricentrati sulla Cina e l’estremo oriente – ma anche per quelli che sono gli indirizzi creativi e strategici ispirati all’architettura x86, nata dalla prima collaborazione tra Intel e IBM.
Lenovo è l’azienda che sembra di fatto aver raccolto il testimone di IBM nel ruolo di custode e promotore dell’innovazione in ambito x86. Ma come vedremo, il potenziale di fuoco del colosso di origine cinese, il cui ultimo anno fiscale si era chiuso, nel marzo 2014, con un fatturato prossimo ai 39 miliardi di dollari e un headcount di 54mila dipendenti, va ben al di là di questa pur fondamentale architettura. A dieci anni dall’acquisizione, dalla stessa Big Blue, del celebre brand ThinkPad, ancora oggi simbolo di potenza, robustezza e qualità dell’informatica “nomadica”, Lenovo ha annunciato il primo gennaio di quest’anno di aver perfezionato l’iter di integrazione della divisione dei server x86 IBM, un percorso iniziato nell’ottobre dello scorso anno. I comunicati ufficiali sottolineano come Lenovo sia riuscita ad assicurarsi un business di altissimo livello, che va ad ampliare le sue possibilità di fornitura di hardware e di servizi professionali, e posiziona l’azienda di Pechino come uno dei top player nel mercato dei server, con un pezzo di cuore che parla italiano. Infatti, al veterano del settore Gianfranco Lanci, un italianissimo chief operating officer nonché corporate president, rispondono tutte le organizzazioni di vendita geografiche (EMEA, Europa, Medio Oriente e Africa; Americhe; Asia-Pacifico e Cina) e i due più importanti comparti di prodotto di Lenovo – pc ed enterprise – (gli altri sono il mobile, in forte crescita, e l’ecosystem and cloud services).
In occasione dell’annuncio dell’integrazione della divisione dei server x86 IBM, il country general manager e amministratore delegato in Italia, Mirko Poggi, aveva dichiarato che la priorità per Lenovo sarebbe stata quella di garantire una transizione fluida e senza soluzione di continuità a clienti e partner, accelerando il business su questo nuovo importante segmento aziendale: «Abbiamo grandi progetti per il mercato enterprise e siamo intenzionati a ripetere con server e storage il successo che abbiamo avuto nei pc».
Senza rivali
Parallelamente, Lenovo ha impresso una battagliera accelerazione all’estremo opposto dello spettro dei dispositivi, prima lanciando una serie di nuovi concept nel mondo tablet, sia consumer che professionale (sempre ammesso che questa distinzione abbia ancora molto senso nelle attuali dinamiche del lavoro della conoscenza), e infine siglando con Google, sempre nell’ottobre del 2014, un accordo per l’acquisizione dell’intera divisione Motorola Mobility, diventando così proprietaria di un’azienda ricca e variegata, con un organico globale di quasi 3.500 dipendenti (circa 2.800 dei quali negli Stati Uniti) impegnati a sviluppare, progettare, commercializzare i dispositivi di quello che oggi può essere considerato il terzo produttore mondiale di smartphone e telefoni mobili. Dalla tasca (tablet) ai data center, Lenovo dispone ormai di un portafoglio di tecnologie che – anche grazie all’alleanza stretta con Emc nel 2013 – abbraccia anche un ventaglio molto ampio di soluzioni storage, alcune fortemente ottimizzate per la piccola e media impresa e in grado di soddisfare i clienti professionali più esigenti. Ma si rivolge con la stessa ricchezza di proposizione ai segmenti consumer e “prosumer”. Una gamma, in termini di prodotti, tecnologie e, perché no, di visione che pochissimi rivali sembrano avere in questo momento.
«Basta risalire a tre anni fa, per capire quanto siamo cambiati» – spiega Mirko Poggi in apertura della sua intervista con Data Manager. Un incontro che Lenovo ha voluto per illustrare al mercato italiano l’impatto di una riorganizzazione minuziosamente messa a punto nei mesi successivi agli annunci x86 e Motorola e ufficialmente varata in aprile, primo mese dell’anno fiscale Lenovo. La nuova squadra che affianca Poggi nelle relazioni con il mercato aziendale vede Federico Carozzi, SMB country manager, ossia il responsabile della divisione Lenovo che si occupa della distribuzione, dei prodotti e del canale dedicato ai clienti professionali fino alle medie imprese, alla quale fanno capo anche le specifiche attività per i partner del canale certificato, affidati alle cure della manager diretta collaboratrice di Carozzi in quest’area, Rossella Specia.
Luca Gasparini è stato nominato country manager per il mercato enterprise, quello dei grandi clienti e la pubblica amministrazione: a lui risponde oggi il team che lavora direttamente sulle aziende di dimensioni più estese, le cui ordinazioni vengono comunque gestite dai partner di canale. Infine, ultimo ma non ultimo, Alessandro de Bartolo, country manager per l’enterprise business group (EBG) che segue da vicino l’offerta combinata di server e sistemi di storage, e a capo della squadra che veicola e segue in particolare i prodotti e servizi “a valore” sugli utenti finali. Gli altri tre gruppi in cui Lenovo ha riorganizzato le iniziative centrate sul suo considerevole portafoglio di prodotti professionali includono tutta l’area del personal computing (pc business group), quella dei dispositivi tablet e smartphone (mobile business group) e un’innovativa area (ecosystem and cloud services) impegnata a sviluppare un ecosistema di software e servizi intorno a Windows e Android, i due sistemi operativi client che animano i device professionali e consumer di Lenovo.
Leadership di mercato
Cinzia Bianchi, che in Italia si occupa della divisione specifica per i prodotti rivolti al mercato consumer e distribuiti tramite il retail, racconta che Lenovo è entrata in questo segmento da soli due anni e mezzo, raggiungendo subito ottimi risultati, e piazzandosi ai primi posti per quote di mercato nei comparti pc notebook e desktop all-in-one. «Se prima eravamo noti soprattutto nelle aziende con i nostri ThinkPad – ribadisce Cinzia Bianchi – grazie a prodotti molto innovativi nel design, i cosiddetti “multimodali” Yoga Pc e Yoga Tablet, abbiamo conquistato notorietà e apprezzamento anche tra il grande pubblico italiano». Lenovo, prosegue Bianchi, sa che la brand awareness non è ancora all’altezza degli obiettivi “da numero uno” che l’azienda ha prefissato anche per il nostro mercato. «Ci stiamo lavorando instancabilmente, con campagne marketing mirate e personalizzazioni shop-in-shop presidiate sui punti vendita principali delle catene retail. E i risultati, già si vedono».
Infatti, come conferma Mirko Poggi, nell’arco di tre anni le proporzioni sono completamente diverse. «In Italia, eravamo un team molto piccolo, neppure venti persone, e non avevamo un’offerta consumer così estesa». Anche con l’arrivo dello staff connesso con la posizione di leadership EMEA (la prima posizione assunta da Lanci alla sua entrata in Lenovo, nel 2012, ndr) e dell’allargamento della gamma dei prodotti verso utenti non professionali, fino allo scorso anno Lenovo Italia raggiungeva una sessantina di persone. «Ora, se ne aggiungeranno altrettante, e abbiamo raggiunto una dimensione che ci permette una copertura molto più estesa e capillare sia sull’utente finale sia sul canale di vendita. Inoltre, è cresciuta molto la parte qualitativa, a valore delle nostre competenze di pre-vendita legate alle soluzioni x-86 e ai prodotti di storage che accompagnano i prodotti server ex IBM». La riorganizzazione, sottolinea ancora Poggi, avviene in un momento particolarmente euforico per i fatturati e le quote di mercato Lenovo. «Nel comparto pc, in un anno in cui questa piattaforma è tornata a crescere, in Italia abbiamo registrato aumenti prossimi al 100% dei volumi. Anche in Italia, siamo finiti sul podio delle medaglie e questo è il punto di partenza del nuovo anno fiscale che si è appena aperto. Vogliamo continuare a crescere grazie all’ampliamento del portafoglio prodotti x86, ma anche sul fronte opposto, quello dell’acquisizione del brand Motorola, che non sarà integrato in Lenovo Italia ma è entrato comunque a far parte del gruppo. Ci saranno sinergie molto positive. E i nostri clienti avranno accesso a prodotti di telefonia molto validi».
Innovazione e design
Tra estensione della gamma dei prodotti e riorganizzazione, Lenovo non poteva chiudere l’anno fiscale con un successo più convincente. Per il suo responsabile italiano, l’azienda è ancora più globale e decentralizzata. Il top management è suddiviso tra le due sedi di Pechino e Raleigh negli Stati Uniti. La cultura di Lenovo è quella di una corporation capace di agire a livello locale con grande autonomia e attenzione nei confronti delle specificità dei singoli mercati e delle diversità culturali, viste come ricchezza. Ma come si spiega questo exploit? «Riteniamo che questo successo sia basato su quattro pilastri fondamentali» – risponde Mirko Poggi. «Innanzitutto, la nostra strategia che mira a proteggere i mercati dove siamo già molto forti ma al tempo stesso attacca i mercati e le categorie di prodotto meno presidiati. Una strategia che in Italia ha funzionato: in tre anni siamo passati dal 2,5% al 17% (dati IDC) nel mercato pc». Un altro importante ingrediente della ricetta Lenovo, prosegue Poggi, è la capacità operativa tipica di un’azienda molto più ibrida di altri protagonisti del settore. «Lenovo può contare su impianti di produzione di proprietà, ma può aumentare flessibilità e resilienza affidandosi in parte ad assemblatori esterni. In un mercato un po’ tradizionalista, che altrove sembrava essere a corto di argomenti, Lenovo ha tante cose da dire, mantenendo un’invidiabile spinta verso l’innovazione tecnologica e il design dei suoi prodotti. E non è un caso se all’ultima edizione del Ces di Las Vegas, i nostri prodotti hanno collezionato quasi ottanta premi. Lo stesso è accaduto in un contesto diverso come quello del Mobile World Congress, con oltre 30 awards vinti all’ultima edizione. Questa è la risposta migliore per chi, ancora oggi, nutre dei pregiudizi nei confronti delle aziende cinesi: «Nel caso di Lenovo, i primi a essere copiati siamo noi» – afferma Poggi, riferendosi ad esempio a un prodotto consumer come il pluri-imitato convertibile YOGA, un ultrabook utilizzabile in quattro modalità diverse (tablet, stand, tent, oltre a quella normale, laptop) e che nella sua versione tablet (YOGA Tablet 2 Pro, schermo da 13” e 15 ore di autonomia) è addirittura dotato di un pico-proiettore integrato. O ancora, al fortunato Tiny-In-One della famiglia di microdesktop modulari, facilmente personalizzabili. Ma l’altro segreto del successo di Lenovo è l’integrazione dei talenti provenienti da culture diverse, in una stessa comunità. «La multiculturalità – spiega Poggi – rappresenta la quarta leva della crescita di Lenovo nel mondo. Le undici persone del nostro board rappresentano ben sette nazionalità».
Spinta verso la ricerca
Poggi si sofferma ancora sul personal computer, un segmento «sicuramente in trasformazione, ma lontano da quel tramonto che qualcuno profetizzava. In Italia, è ancora un business da oltre quattro milioni di pezzi all’anno, per un valore di due miliardi e mezzo di euro». Dopo almeno due anni di contrazioni, il mercato è tornato a crescere, in particolare nel mondo aziendale, sulla spinta della dismissione di Windows XP e grazie alla ripresa degli investimenti da parte delle imprese. «Lenovo nel segmento professionale cresce a ritmi doppi rispetto alla media del settore e si prevede una certa stabilità, se non un’ulteriore leggera crescita anche per questo nuovo anno fiscale». Come si spiega un andamento così positivo? «Oltre ai fattori strategici citati, continuiamo a credere più di tutti in questa piattaforma, investiamo tanto in R&D, siamo in controtendenza anche rispetto a concorrenti che fanno scelte diverse, dismettendo invece di acquisire, come invece abbiamo fatto noi con i server IBM o i device mobili Motorola». Questa capacità di variare anche in termini di formati, compensando con prodotti innovativi il calo dei filoni più tradizionali come notebook e desktop, permette a Lenovo di accontentare una platea sempre più estesa di clienti, di conquistare visibilità e autorevolezza. Naturalmente, ha un peso significativo la qualità percepita nei confronti di famiglie come gli ultrabook professionali ThinkPad X1 Carbon, che hanno trainato i ricavi oltre la soglia dei 100 milioni di notebook venduti. Il centomilionesimo ThinkPad ha persino un nome e una personalità marketing tutta al femminile: Eve – con tanto di account su Twitter – @thinkeve. Adesso Lenovo può nutrire analoghe ambizioni di crescita nel segmento dei server aziendali. «Per la piattaforma x86, l’obiettivo di fatturato globale è di almeno cinque miliardi di dollari. È un business nuovo per noi – riconosce Poggi – e si tratterà di consolidare e far crescere una gamma di prodotti molto ampia, ma completamente allineata alla nostra strategia. System X è già considerata una piattaforma estremamente affidabile» – sottolinea Poggi. «Con Lenovo, il rapporto qualità/prezzo farà la differenza».
Data center, high performance
Il team manageriale appena descritto si completa con altre figure apicali che non riguardano direttamente le attività incentrate sulla piattaforma x86 enterprise, sul consumer o sui pc client per le aziende: per esempio quelle di Elio Biella, che in Italia coordina i cosiddetti global account, gli specialisti che la struttura diretta di Lenovo assegna ai maggiori clienti multinazionali; e di Maurizio Di Carlo, che seguirà la divisione Lenovo-Motorola a livello italiano (e anche per Israele). «Dall’inizio del nuovo anno fiscale, anche il comparto smartphone di Lenovo, che in Europa è rappresentato da Motorola, è una società controllata al 100% dal gruppo» – precisa Di Carlo nel suo ruolo di smartphone country leader. Stiamo predisponendo il grande rientro italiano di questo marchio storico, senz’altro tra i più innovativi del mondo della telefonia cellulare, con le opportune partnership con operatori e distributori e i relativi investimenti di marketing».
La conversazione con Alessandro de Bartolo, nuovo responsabile della divisione enterprise business group, offre l’opportunità di entrare in modo più dettagliato nell’offerta di un produttore che ha ormai la chiara ambizione di porsi come provider di hardware assolutamente end-to-end. «Oggi, Lenovo può puntare a essere il numero uno per tutto quello che concerne i terminali di accesso, dal tablet al desktop, senza dimenticare la telefonia» – conferma de Bartolo. «Lato server, ormai siamo in grado di coprire uno spettro di esigenze molto ampio, dal piccolo gruppo di lavoro fino al data center virtualizzato, networking incluso». Gli accordi con IBM, sottolinea il manager, includono anche la commercializzazione di diversi prodotti di storage e networking. E anche nel post vendita, è previsto che per i prossimi anni – pur mantenendo la titolarità del rapporto di fornitura con i clienti (nel caso attraverso i partner) – Lenovo rimanga affiancata dagli specialisti IBM per le attività di manutenzione. Per lo storage, ad esempio, de Bartolo cita la famiglia IBM Storwize. «Si tratta di tre sistemi, il più piccolo dei quali, il V3700 viene venduto proprio insieme ai server x86, mentre i V5000 e 7000 sono tradizionalmente collegati a sistemi ibridi che includono i Power Systems (tecnologie “proprietarie” di IBM). L’accordo siglato con Big Blue porterà a indubbi e reciproci vantaggi, perché IBM manterrà comunque una presenza in ambito x86, mentre per Lenovo i sistemi di fascia più alta rappresentano un’importante porta di accesso alle infrastrutture dei data center».
La disponibilità di soluzioni di rete, di “fabric” come si dice in gergo, nonché delle soluzioni software specifiche per la gestione del centro di calcolo, diventa per Lenovo un’opportunità molto qualificante. «L’acquisizione della piattaforma x86 introduce economie di scala che in passato non avevamo» – osserva de Bartolo. Ma anche dal punto di vista delle sinergie di mercato, la duplice necessità di configurazione dell’infrastruttura hardware e dell’integrazione con le piattaforme dei “big” della gestione dei sistemi e della virtualizzazione avvicina definitivamente il brand Lenovo alla clientela mission critical, quella che non può limitarsi a fare shopping di sistemi server, ma deve poter contare su un partner in grado di affiancarla nel superamento degli ostacoli alla implementazione infrastrutturale. «Nella nostra funzione enterprise, dobbiamo supportare la clientela anche nel post-vendita attraverso team specialistici che possano agire a livello Emea, su tematiche come Sap per esempio, nel cui ambito stanno prendendo sempre più piede le implementazioni Sap Hana. La divisione Ebg dispone dunque di uno staff commerciale organizzato in base ai settori di attività dei clienti e – in una classica struttura a T – delle squadre di tecnici più orientate al supporto specialistico di prevendita, in funzione delle diverse soluzioni tecnologiche».
Solide relazioni con i grandi clienti
Per quanto riguarda i server, il catalogo Lenovo comprende una serie di brand che affiancheranno i tradizionali sistemi ThinkServer. Tutte le tipologie – rack, sistemi convergenti e ad alta densità – sono ormai rappresentati rispettivamente dalle famiglie System X, FlexSystem e NextScale. «Proprio sui sistemi densi per le applicazioni Hpc, il nostro gruppo mantiene un focus specifico» – afferma de Bartolo. A Stoccarda, in collaborazione con Intel e altri primari player, Lenovo ha inaugurato un centro di competenza globale dedicato proprio all’high performance computing, con il preciso obiettivo di fare innovazione, ricerca, benchmarking dei sistemi. Tra i clienti italiani che sono grandi utilizzatori di sistemi x86, c’è per esempio il consorzio bolognese Cineca. Questo significa che Lenovo diventerà un protagonista anche nelle infastrutture cloud? «Proprio la nostra focalizzazione sulla piattaforma x86 ci permette di stabilire relazioni con tutti i protagonisti del cloud a livello di hypervisor e hyperscale, quindi non soltanto in partnership con aziende come VMware, ma anche nel settore delle infrastrutture opensource, per iniziative come OpenStack» – dichiara de Bartolo. Sul piano delle relazioni commerciali con i grandi clienti, interviene invece la squadra capitanata da Luca Gasparini. «Gli obiettivi della riorganizzazione sono sostanzialmente due – spiega l’enterprise country manager. «Dobbiamo completare il fine-tuning dell’integrazione tra quella che possiamo definire Lenovo 1.0, che commercializzava solo pc e server entry-level, e le persone salite a bordo in seguito all’accordo con IBM. E al tempo stesso – sfruttando un catalogo prodotti molto più corposo – andare a coprire più capillarmente il mondo delle imprese, diventare un punto di riferimento assoluto sia per le soluzioni client, la parte di mercato “a volume” sia per il data center, dove nascono i progetti a valore». Gasparini ha a disposizione una squadra di quindici persone che assicureranno una copertura su due assi: uno geografico-territoriale e l’altro legato alle tipologie di imprese, pubbliche amministrazioni e alle loro specifiche attività. «Abbiamo già stilato un elenco che spazia per tipologia di settore e di impresa e coinvolge sia la clientela privata sia le organizzazioni pubbliche a livello centrale e locale – specifica Gasparini – precisando che la “soglia di attivazione” per la squadra del large account è la tradizionale linea di confine tra area delle piccole e medie imprese ed entità con almeno mille postazioni di lavoro.
«Il gruppo enterprise dovrà stabilire solide relazioni con i suoi clienti e sviluppare ogni possibile opportunità, fermo restando che la delivery dei prodotti deve passare attraverso i nostri partner di canale». Le nuove capacità di presidio che Lenovo ha acquisito nell’ambito delle soluzioni per data center sono un evidente punto di partenza per il gruppo di Gasparini, che però precisa un aspetto importante nell’era della “consumerizzazione”. L’account commerciale sui grandi clienti sarà responsabile dei volumi d’affari generati presso un determinato cliente e dovrà esercitare un ruolo d’attacco sull’intero spettro delle soluzioni Lenovo, ancora una volta, dal tablet al data center. «Anche culturalmente, per Lenovo è un salto molto significativo. Oggi, siamo in grado di presentarci a qualsiasi tipo di azienda, con la forza di poter offrire ogni tipo di soluzione, con in più il biglietto da visita di un brand impegnato anche sul fronte mobile» – conclude Gasparini, che non sarà il solo a coordinare le attività di accounting nei confronti dei clienti di grandi dimensioni che Lenovo indirizza sul territorio nazionale. Infatti, una particolare focalizzazione alle maggiori aziende multinazionali riguarda la Global Account Organization (Gao) che in Italia ha la responsabilità mondiale di società come Eni e IntesaSanpaolo, supportando inoltre le operazioni italiane di circa duecento multinazionali estere. Secondo il suo responsabile, Elio Biella, da sempre i brand internazionali più significativi si affidano a Lenovo per la parte client delle forniture IT: «È una tradizione che la linea ThinkPad, sinonimo di qualità e affidabilità, porta con sé da quando era nata con IBM, e che Lenovo ha saputo ulteriormente valorizzare e migliorare. Oggi, grazie alla nostra più ampia offerta server, sono certo che i nostri clienti globali – società del calibro di Fiat Chrysler Automobiles (FCA), UniCredit, Finmeccanica, Enel – sapranno apprezzare la nostra capacità end-to-end di fornire le soluzioni hardware – tablet e smartphone compresi – necessarie ad aumentare la produttività e focalizzarsi sul proprio core business».
Specializzazione, partner cercasi
L’artefice di una positiva relazione con il mondo delle piccole e medie imprese è il gruppo Smb and channel, diretto da Federico Carozzi, ovviamente attraverso la fondamentale collaborazione dei partner: distributori, integratori e rivenditori. Un universo a sua volta suddiviso in una grande area “open channel”, di circa 15mila rivenditori locali, e nel “club preferenziale” del canale certificato, coordinato in modo specifico dal braccio destro di Carozzi, che è Rossella Specia con il ruolo di channel sales manager. «Il primo obiettivo – dice Carozzi – è assicurare a tutti i nostri partner un’unica interfaccia verso l’intero catalogo di prodotti rivolti ai clienti Smb. Per quanto riguarda il mondo open channel facciamo leva sui nostri distributori e sul nostro contact center che fa da punto di riferimento per tutti i reseller non certificati. Sul canale certificato abbiamo invece un team di persone che seguono direttamente questi partner, con cui andiamo a offrire insieme le soluzioni sui clienti SMB».
In maniera particolare, proprio per i nostri partner certificati, l’arrivo dei prodotti server x86 comporta un cospicuo aumento di personale addetto e un necessario ripensamento delle modalità di dialogo con loro. «A tutti vogliamo dare nuovo valore, potenziando i programmi dei corsi di qualificazione e, a livello locale, moltiplicando le attività di training e le altre iniziative per il go-to-market». Infatti, Rossella Specia spiega che, con l’arrivo dei nuovi prodotti, lo staff a supporto del canale certificato triplicherà, passando da tre a dieci persone, che potranno così essere più presenti sul territorio. Ma anche il contact center dedicato, oggi è molto più popolato, con un gruppo di risorse che potranno consentire una copertura diversa per gli obiettivi “a valore”.
Il canale Lenovo prevede tre livelli di certificazione: un numero ristretto di partner “Gold”; oltre un centinaio di partner “Premium” e un numero ragguardevole di partner “Acquisition”, ovvero quelli che hanno iniziato da poco a lavorare direttamente con Lenovo. L’insieme dei partner è sottoposto a un costante lavoro di verifica e analisi, per consentire una copertura uniforme e priva di sovrapposizioni per territorio o specializzazione tecnologica. «Proprio in vista delle nuove opportunità legate alla piattaforma server x86 – aggiunge Rossella Specia – è stato lanciato il programma “specialty” per premiare le competenze dei partner e la loro capacità di fornire soluzioni ad alto valore aggiunto ai loro clienti». Questa nuova classe di partner specializzati comporta infatti degli impegni e delle competenze tecnologiche rilevanti, ma si traduce in migliori possibilità di guadagno per i partner certificati.
Vincere da campioni
Mirko Poggi intende far leva su questa riorganizzazione per raggiungere traguardi molto ambiziosi. «Le nostre strutture a presidio del canale e dei grandi clienti saranno sicuramente in grado di assicurare un livello di crescita adeguato» – osserva l’AD e country general manager. Abbiamo allestito un’organizzazione ben strutturata, capace di coprire il mondo della distribuzione con account dedicati e i partner di canale attraverso una rete di persone ancora più presenti a livello nazionale. Approcceremo i clienti finali in base alle dimensioni dell’azienda, per territorio e per settore economico, grazie a una struttura di pre-vendita enterprise in grado di dare valore ai prodotti server e storage». Lenovo, insomma, sta giocando per vincere da campioni, con tante nuove idee e soprattutto un coraggio e una determinazione che in questo settore dell’informatica non si vedevano da tempo.
Foto di Gabriele Sandrini