Diritto d’oblio: Google ha rimosso 320mila link in un anno

Google rischia il bando in Russia

Google ha rivelato i dati sul diritto d’oblio a un anno dalla raccolta delle richieste: rifiutate il 58,7% delle proposte e cancellati 320mila link

Google ha rivelato i dati relativi al diritto d’oblio, ovvero l’obbligo per i gestori di motori di ricerca di cancellare i link a notizie ritenute dai soggetti interessati “inadeguate o non più pertinenti”, ad un anno dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue sull’argomento. In un anno Big G ha cancellato 320mila link in tutto il mondo. Facebook è il portale più citato per quanto riguarda la rimozione di contenuti.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il tema del diritto d’oblio ha scatenato un’accanita discussione in Rete. Il Garante della privacy italiano ritiene che non limiti la libertà d’informazione mentre il creatore del world wide web, Tim Berners-Lee, lo ritiene pericoloso e lo assimila ad una forma di censura.

I numeri di Google sul diritto d’oblio

Google, che ha testato le reazioni agli incidenti delle  sue autonomous car, ha ricevuto oltre 254mila richieste dal primo giugno 2014 e ha valutato la cancellazione di 922mila link. Nel 58,7% dei casi l’azienda di Mountain View ha ritenuto di non procedere con l’eliminazione degli url. Dall’Italia sono arrivate 19.126 proposte di rimozione inerenti a 65.856 link, di cui il 72,4% sono state respinte.  La maggior parte delle richieste in Europa sono arrivate dalle Francia (50mila domande di cancellazione di cui il 48% approvate), seguita da Germania (43mila – 48,9%) e Regno Unito (32mila – 37,6%). Il sito più citato sulla questione del diritto d’oblio è Facebook, con 6.805 link rimossi mentre Google+ si piazza al sesto posto (2.856) e Twitter al nono (2.572). Anche Microsoft ha introdotto un sistema per segnalare i link ritenuti “inadeguati o non pertinenti” dal proprio motore di ricerca Bing e la stessa cosa ha fatto Yahoo!.  Al momento le due aziende hanno ancora rilasciato dati ufficiali.

Leggi anche:  New York City ha un problema con il chatbot per i cittadini