Juniper Research stima il prezzo che le aziende dovranno sostenere per le azioni di hacking effettuate da terzi. C’è il rischio assuefazione
Quattro volte quello che pagano oggi, tanto costerà il crimine cibernetico alle aziende a partire dal 2019. Quella di 2 trilioni di dollari (2mila miliardi di dollari) è la stima fatta da Juniper Research e basata sui trend di attacco e le violazioni perpetrate ogni anno dagli hacker. Secondo gli esperti, si tratta di numeri impietosi che disegnano un quadro generale per nulla edificante soprattutto perché considera molte compagnie come impreparate ad affrontare le minacce che sfruttano falle dei sistemi per rubare file, segreti e informazioni sensibili.
Rischio assuefazione
Per Juniper Research c’è il serio rischio che le compagnie in tutto il mondo si adeguino ai trend di attacco mettendoli in conto nel bilancio passivo stilato alla fine di ogni fiscalità. Se possibile si tratta di una conseguenza anche peggiore degli attacchi stessi perché mette i soggetti in una condizione di passività che serve solo a legittimare gli hacker e i cyber criminali, o almeno a consentirli di fare i minori danni possibili con le loro scorribande. Nel report chiamato “Il futuro della sicurezza e del cybercrime: minacce finanziarie e corporative“, Juniper racconta come sarà sempre il settore dei sistemi aziendali il principale obiettivo mentre le categorie degli indossabili e dell’IoT, pur rappresentando un’ulteriore opportunità di accesso, non dovrebbero soffrire più di tanto di attacchi telematici, se non altro per la ridotta esposizione a dati e informazioni personali (almeno non quanto smartphone e tablet).