BrainHuRo, un avatar robotico al servizio di pazienti tetraplegici

La possibilità di avere un proprio avatar non è più solo appannaggio dei film di fantascienza come Avatar o Pacific Rim. In Toscana, un gruppo di aziende ed Università ha realizzato un robot umanoide controllato dal pensiero.

Il progetto, cofinanziato dalla Regione Toscana, ha visto la collaborazione di diverse realtà scientifiche e aziendali tra cui LIQUIDWEB (ideatrice di BRAINCONTROL, cuore del sistema BCI del progetto), capofila del partenariato, Humanot, Massimi sistemi, Micromecc e l’Università degli studi di Siena.

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L’obiettivo in questo caso non è conquistare un nuovo mondo ma riacquistare un’indipendenza comunicativa e motoria di cui si è stati privati. Un robot umanoide potrà infatti essere di aiuto a chi è affetto da patologie come tetraplegia, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla, e distrofie muscolari di varia natura nello svolgimento di  gesti quotidiani come andare “virtualmente” in giro per casa, osservare il tramonto dalla finestra o interagire con i propri cari.

Il software che permette all’utente di interfacciarsi con il proprio avatar è BRAINCONTROL (basato sulla tecnologia brain-computer interface), una sorta di joystick mentale che consente il controllo del computer tramite il pensiero. Ad oggi è disponibile in commercio il comunicatore (Braincontol v1.0) certificato come dispositivo CE medicale di classe I. Esso include un frasario e un selettore sì/no. Tale soluzione riempie un vuoto tecnologico per pazienti che hanno abilità cognitive intatte, ma che non sono in grado di muoversi e comunicare neppure con l’ausilio di altre tecnologie assistive (es. eye-tracking), stadio chiamato “locked-in”.

Braincontrol v1.0 rappresenta il primo step di un percorso più ampio che ha l’obiettivo finale di far superare disabilità non solo comunicative, come testimonia il risultato appena raggiunto con BrainHuRo.

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