NetApp descrive in un’infografica l’impatto dei Big Data sul settore Sanitario.
Dagli smartphone ai wearable device per il fitness, infatti, i dati sono ormai ovunque nella nostra vita. In particolare, nel settore della sanità l’utilizzo coerente di questi dati potrebbe consentire alle persone di vivere una vita più lunga e sana. Già ora, l’adozione delle cartelle cliniche elettroniche (Electronics Health Record – EHR) consente alle organizzazioni sanitarie di fornire informazioni in tempo reale a medici, infermieri e altri operatori sanitari, che possono così prendere decisioni migliori e fare diagnosi più rapide e accurate. Alcuni dati che inquadrano il fenomeno:
- Il corpo umano produce fino a 150.000 miliardi di GB di informazioni
- Entro il 2020, le organizzazioni sanitarie useranno 25.000 petabyte di dati, 50 volte i dati disponibili oggi
- Un dispositivo ECG standard raccoglie circa 1.000 punti di dati al secondo, mentre una TAC 3D occupa più di 1 GB di spazio
Poiché i dati nel settore sanitario crescono esponenzialmente, la loro analisi sarà una componente molto importante e sempre più integrata nel prossimo futuro. Ad esempio WellPoint, la seconda compagnia USA attiva nel settore delle assicurazioni sanitarie, analizza ed elabora i dati provenienti da 605.000 test medici, due milioni di pagine di testo, 25.000 casi e 14.700 ore cliniche per aiutare i medici a prendere decisioni corrette. Con un numero crescente di organizzazioni sanitarie che investono in modi migliori per utilizzare i dati, la loro analisi aprirà un nuovo percorso per gestire e migliorare le cure sanitarie.
Per concludere, un migliore uso dei Big Data nella sanità potrebbe comportare un risparmio pari a 250-400 mila miliardi di Euro ogni anno.