Proprio alla vigilia dell’inaugurazione della settimana del design a Milano ecco l’annuncio di una nuova mano bionica che sembra un’opera di industrial design: bella, morbida, controllata con il pensiero e impiantata senza chirurgia
La mano bionica dalle forme perfette, tanto da sembrare quella di un robot, è stata pensata e realizzata in Italia, nell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed è nata nell’ambito del progetto ‘My Hand’, finanziato con oltre 400.000 euro dal ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.
Oltre ad essere esteticamente bella, la mano artificiale è più economica delle altre mani bioniche in quanto viene impiantata senza ricorrere alla chirurgia. Si tratta di un arto dal cuore hi-tech che la rende molto flessibile e permette a chi la utilizza di eseguire tutti i movimenti della vita quotidiana, solo con la forza del pensiero, come un altro arto bionico realizzato di recente dall’Università di Vienna. Gli scienziati parlano già di protesi del futuro, perfetta in ogni dettaglio. Di recente un altro progetto internazionale chiamato “LifeHand 2″ ha permesso di realizzare una mano bionica che restituisce la sensazione del tatto praticamente identica a quella naturale.
Una mano da esibire
“Questa volta abbiamo deciso di partire dall’involucro della mano robotica e per questo ci siano rivolti a dei designer, con l’obiettivo di ottenere per la prima volta un arto artificiale da esibire e non da nascondere”, spiega il coordinatore del progetto, Christian Cipriani. Il risultato è quindi una mano “che non somiglia a quella umana: è la mano di un robot ed è bella da vedere”, dice ancora Cipriani. Il primo prototipo sarà sui toni del bianco. Gusci di silicone, morbidi all’interno e più rigidi all’esterno, formano le dita e avvolgono il palmo. Quest’ultimo è costituito all’interno da sottili lamine di titanio avvolte come un nastro di Moebius, la superficie geometrica con un solo lato.
Tutti i movimenti possibili
La mano è dotata di un meccanismo hi-tech composto da tre motori e risultato del progetto europeo ‘Way’, in cui lo stesso team di ricerca ha realizzato un guanto robotico, l’esoscheletro di una mano per restituire il controllo del movimento delle mani.
“Abbiamo pensato di utilizzare un numero minimo di motori per permettere alla mano di compiere tutti i movimenti della vita quotidiana”, spiega l’ingegnere Marco Controzzi.
Sembra che entro un mese potrebbe partire la sperimentazione vera e propria, con volontari disposti a usare la mano robotica a casa loro per un mese.