Una chiacchierata con Mike Campbell, responsabile mondiale dell’area CAD del colosso dello sviluppo prodotto, in occasione dell’evento PTC Live Tech Forum di Parma a metà marzo
«La nostra strategia riguardo a Creo 3.0 sta procedendo a gonfie vele, con un tasso di accoglienza sul mercato decisamente lusinghiero» – esordisce Mike Campbell, executive vice president dell’area CAD di PTC, condividendo con Data Manager i temi del suo intervento nel corso del PTC Live Tech Forum (Parma, 11 marzo). Presentata nella sua prima versione tre anni fa, la rivoluzionaria soluzione CAD di PTC è giunta alla release 3.0 con una ricca dotazione di funzionalità, che ne stanno decretando il successo sul mercato. L’ottimo andamento di Creo, che ha visto un incremento del 13% delle nuove licenze rispetto all’anno precedente, è uno dei fattori che hanno contribuito ai risultati molto positivi fatti registrare da PTC anche nell’anno fiscale 2014, concluso nello scorso settembre, e che hanno visto il fatturato attestarsi a 1,36 miliardi di dollari, con una crescita del 5% sul 2013. «A oggi, più dell’80% degli utenti di Pro/Engineer, la nostra precedente soluzione CAD, è passato a Creo» – sottolinea Campbell. «Ma è il mercato nella sua totalità che sta dimostrando di gradire molto le innovazioni apportate da Creo 3.0 in termini di facilità d’uso e di superamento di qualunque tipo di ostacolo tecnologico al suo utilizzo».
La funzionalità Unite
Il riferimento è alla nuova tecnologia Unite, introdotta proprio con Creo 3.0, che permette di operare al meglio in ambiente multi-CAD, dato che aiuta chi deve incorporare nel proprio progetto oggetti che vengono dall’esterno: tradizionalmente, questo costituisce un vero e proprio incubo per chi opera nell’ambito CAD, visto che – solo per fare un esempio – può rendere molto più difficoltose le modifiche. Invece, utilizzando Creo 3.0, i file SolidWorks, Catia, NX, Autodesk Inventor e SolidEdge vengono importati senza dover ricorrere a software aggiuntivi, con l’ulteriore flessibilità data dal fatto che i file SolidWorks, Catia e NX possono anche essere aperti direttamente senza che il file venga tradotto o duplicato. Inoltre, queste funzioni sono già presenti nella licenza base di Creo 3.0. è per questo che Campbell sottolinea come PTC ritenga «che tutti dovrebbero avere accesso alle notevoli funzionalità e all’elevato livello di usability di Creo». Non a caso, in PTC si evidenzia che la nuova release del prodotto permette di «risolvere un problema annoso della convivenza dei dialetti CAD, tipico dei nostri clienti e dei clienti della concorrenza: si stratta di un problema noto da vent’anni, cioè da quando si usa il CAD, ma Creo arriva a risolverlo in maniera definitiva».
Consolidare i diversi CAD
La funzionalità Unite, che realizza quella che Campbell definisce una vera e propria «any data adoption», porta con sé anche l’importantissimo corollario di permettere il consolidamento dei diversi CAD presenti nella stessa azienda, cosa che accade molto più frequentemente di quanto si pensi, sia per fisiologiche stratificazioni delle tecnologie succedutesi nel corso del tempo, sia per effetto di fusioni e acquisizioni. Questo aspetto è davvero «groundbreaking», come lo definisce Campbell, perché conduce a una ulteriore standardizzazione nella stessa azienda e a un conseguente risparmio nei costi connessi.
Verso Creo 4.0
Com’è giusto che sia, anche in casa PTC non ci si riposa sugli allori, e i team di sviluppo sono già al lavoro su Creo 4.0: «La nostra roadmap tecnologica parla di un ciclo di sviluppo delle nuove versioni di 20-22 mesi in media, e prevediamo che la nuova release arriverà sul mercato all’inizio del 2016» –spiega Campbell. Ma, nel frattempo, proseguono le “maintenance release” previste ogni due mesi in base alle tradizioni PTC. Non solo. «A dicembre, abbiamo completato il rilascio di tutte le funzionalità che avevamo annunciato a luglio durante la presentazione di Creo 3.0, e quest’estate – anticipa Campbell – provvederemo a offrire un supporto migliorato per le stampanti a 3D, per consentire ai nostri clienti di trarre i massimi vantaggi dagli ambienti di modellazione tridimensionali».
L’Internet of Things al servizio della progettazione
Infine, l’altro grande capitolo su cui PTC è oggi impegnata è quello dell’Internet of Things, dove la strategia dell’azienda è entrata nel vivo con l’acquisizione di ThingWorx a fine 2013 e quella più recente di Axeda. La crescente esigenza di realizzare “smart connected products” impone un ripensamento delle modalità di progettazione, «per acquisire maggiore efficienza nell’introdurre le funzionalità di connessione, con sensori virtuali e capacità di dare un feedback di dati provenienti dal mondo reale» – spiega Campbell. Talvolta, può capitare che i progettisti realizzino prodotti troppo ingegnerizzati, che hanno scarsa attinenza con l’ambiente reale: «In questo contesto, gli “smart connected products” possono chiudere il loop, fornendo direttamente ai progettisti le informazioni provenienti dal mondo reale circa temperature, ambiente, tipi di utilizzo e altro, che possono permettere davvero di fare la differenza, superando certe simulazioni troppo idealizzate di oggi, basate spesso su ipotesi invece che su dati desunti dalle condizioni di funzionamento nel mondo reale» – conclude Mike Campbell.