«Parlare nel 2015 della copertina di un cd dimostra coraggio»
Il prossimo 24 marzo i Negrita pubblicheranno il loro nuovo album di inediti, intitolato “9”. Nel disco troviamo 13 brani che recuperano le radici più rock della band di Arezzo. L’album è stato registrato in Irlanda, con lo scopo di impregnare tutto (come ha spiegato Pau) del sound anglosassone con cui i Negrita si sono formati.
Data Manager: Com’è nato questo album?
Negrita: Ci abbiamo lavorato mentre eravamo impegnati con il musical “Jesus Christ Superstar” (Pau ha interpretato Ponzio Pilato mentre Drigo e Cesare suonavano dal vivo insieme all’orchestra, nda). Questa in teatro è stata per noi un’esperienza straniante, che non avevamo mai fatto, e in più non siamo nemmeno fan sfegatati dei musical. “Jesus Christ Superstar” però ci è sempre piaciuto, è una grande opera rock. I tempi del teatro si sovrapponevano a quelli della discografia: di giorno scrivevamo le canzoni nuove, ogni sera eravamo in teatro. Per 40 date live al Teatro Sistina abbiamo affrontato un sound nato tra la fine degli anni ’60 e i ’70, quindi nel nostro disco abbiamo osato ritmiche di quei tempi, in cui il rock aveva pretese alte rispetto a quelle espresse all’inizio degli anni ’60. Volevamo poi un disco fatto di cuore, quindi non poteva mancare una striatura anni ’80, perché noi siamo di quella generazione. Per noi questo è un lavoro dell’anima.
Che avete registrato in Irlanda.
Tendiamo sempre ad allontanarci dalla routine quando lavoriamo un disco, e a cercare studi residenziali per registrare e alloggiare lì. Questo ci è stato consigliato da un amico, era immerso nella campagna e aveva tutte le soluzioni tecniche che cercavamo.
Nella copertina del cd ci siete voi con una statua di Buddha, due cani e un dado. C’è qualche significato?
Una canzone si intitola “Niente è per caso”: per noi la musica è lavoro e artigianalità, ma ha anche un aspetto un po’ magico. Nella foto siamo davanti a una delle porte delle abitazioni dello studio. Abbiamo visto questo Buddha e il dado di lapislazzuli, ma tutta la casa è piena di simboli: il proprietario è un visionario. Inoltre qui Michael Jackson ha fatto le sue ultime registrazioni. I due cani vivono lì, hanno voluto essere nella foto!
Pau: Questo scatto è stato scelto tra 500 fatti quel giorno, con una concezione volutamente molto vintage. Mi ricorda i più bei vinili che ho a casa.
A proposito di foto e cover di cd, con lo streaming sempre più diffuso e l’immaterialità dei dischi dove coinvolgerete la vostra creatività, oltre che nella musica?
Lo streaming è un segno dei tempi, ci devi fare i conti ma comunque un minimo spazio di libertà te lo da. Già il fatto che nel 2015 siamo qui a parlare di una copertina dimostra coraggio. Poi noi abbiamo un sito e dei social che curiamo direttamente, per cui ogni volta che vogliamo, possiamo pubblicare foto creando il nostro immaginario. Lo streaming quindi si diluisce molto; certo se tiri i remi in barca resta solo musica nell’etere, senza più materia. Se tu hai voglia di rappresentarti, però, crei un tuo immaginario altro anche su questi nuovi spazi.
Nel testo di “Poser” parlate di numerini del web e di talent per fake. Ci spiegate?
Pau: Il testo di “Poser” l’abbiamo scritto con Il Cile, è volutamente divertente per ironizzare e dire comunque delle verità. Abbiamo voluto rimarcare una certa origine della musica. Non esiste forse più un pubblico fisico che esce in inverno con il freddo più rigido per andare in un club ad ascoltare musica, e non esistono più nemmeno tanti club. Ma la musica che abbiamo ascoltato per decenni era nata così. Va benissimo com’è oggi, mi scoccia non ci sia un’alternativa. Non si vogliono più verità, si vogliono format e prodotti preconfezionati. Negli anni ’60 il preconfezionato era la Motown, e mi viene da ridere a pensarci.
Quindi niente talent?
Pau: Fascino in qualche misura ne esercitano su tutti, quando sono a casa li guardo. “X Factor” è un format grandioso e semplice: porta sul palco gente che ha una voglia matta di fare; in genere gli autori ci perdono, gli interpreti vincono sempre. Ci sono ragazzi bravissimi, noi diciamo solo che la tv non è il nostro obiettivo, e che non crediamo nel basare tutta la propria carriera su un discorso prettamente televisivo.
Il 10 aprile parte il nuovo tour, nei palasport. Anticipazioni?
Stiamo facendo le prove adesso, ma sappiamo già che sarà uno spettacolo di musica rock, più vera possibile. Quello che vogliamo è esprimere la nostra energia, come sempre.
Il tour
10 aprile Mandela Forum, Firenze;
11 aprile Unipol Arena, Casalecchio di Reno (Bologna);
14 aprile Palafabris, Padova;
17 aprile Pala Alpitour, Torino;
18 aprile Mediolanum Forum, Assago (Milano);
21 aprile Palalottomatica, Roma;
23 aprile Pala Giovanni Paolo II, Pescara;
25 aprile Palasport di Pordenone, Pordenone.
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