Facebook: class action contro gli acquisti in-app

Facebook: class action per gli acquisti in-app

Alcune famiglie americane hanno sottoscritto una class action contro Facebook per gli acquisti in-app. Il social network rigetta le accuse

Gli acquisti in-app stanno per diventare un problema serio per Facebook. Un gruppo di famiglie statunitensi ha depositato presso un tribunale californiano una class action contro il social network per presunte violazioni della legge che regola il rimborso degli acquisti effettuati online. La vicenda è iniziata nel 2012, quando un minorenne ha acquistato crediti virtuali per giochi online spendendo cifre molto superiori a quelle impostagli dai genitori. La stessa cosa è avvenuta anche in altre famiglie, che hanno quindi deciso di prendere provvedimenti contro la piattaforma di Menlo Park e ottenere un rimborso.

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Facebook, che ha eliminato l’emoticon “Mi sento grasso” dopo le proteste degli utenti, contesta le accuse sottolineando che le sue policy, accettate dal minore all’atto dell’iscrizione al servizio, prevedono il principio “all sales are final”, ovvero niente reso o cambio merce. Il processo inizierà il 19 ottobre prossimo.

Acquisti in-app e minori: un problema per le aziende del web

Nel 2014 anche Google ed Apple hanno dovuto fronteggiare le proteste degli utenti a causa delle elevatissime spese effettuate dai minori tramite acquisti in-app. Le due aziende hanno patteggiato con le autorità americane rispettivamente per 19 milioni di dollari e 32,5 milioni di dollari. Dopo questa sentenza Big G, che ha visto crescere i suoi introiti di Google Play tramite questa pratica, ha deciso di inserire una password sugli acquisti in-app per evitare che i bambini prosciughino le tasche dei genitori.

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