Akamai: il rapporto sullo Stato di Internet del quarto trimestre 2014

akamai stato di internet

La velocità globale di connessione di picco è cresciuta dell’8,4%, raggiungendo i 26,9 Mbps; in Europa, al primo posto si trova la Romania con 67 Mbps

Akamai Technologies ha pubblicato il suo rapporto sullo Stato di Internet relativo al quarto trimestre 2014. Basato sui dati raccolti attraverso la Akamai Intelligent Platform, il rapporto fornisce statistiche globali relative alla velocità delle connessioni e all’adozione della banda larga su reti fisse e mobili, sugli attacchi, sullo stato di 4K e IPv4 e sull’adozione di IPv6.

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Il rapporto include inoltre approfondimenti sulle varie vulnerabilità, come Poodle, attacchi UPnP, DNS flooder e Yummba Webinject.

“Nel corso del 2014 abbiamo assistito a una crescita generale in tutte le principali metriche relativamente a connettività Internet, adozione della banda larga e preparazione al 4K”, dice David Belson, responsabile del rapporto. “I trend positivi non devono però far dimenticare che nel mondo ci sono ancora 4,4 miliardi di persone che non hanno accesso a Internet, il che conferma la necessità di intensificare gli sforzi per realizzare una infrastruttura Internet veramente globale”.

Qui di seguito, i principali rilevamenti:

Velocità media di connessione e Connettività broadband: prosegue il trend positivo in Europa

Per il terzo trimestre consecutivo, la velocità media globale di connessione è risultata sopra la “soglia broadband” di 4 Mbps, raggiungendo i 4,5 Mbps e registrando una crescita dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.

Con una velocità media di 14,6 Mbps (+3,5%), la Svezia ha superato la Svizzera, posizionandosi al primo posto tra i Paesi europei considerati nel rapporto. Per la Svizzera, che era sempre stata al primo posto negli ultimi tre trimestri, la velocità media è 14,5 Mbps, la stessa del precedente trimestre. Anche Paesi Bassi, Irlanda, Repubblica Ceca, Finlandia, Danimarca, Romania, Norvegia, Regno Unito e Belgio hanno fatto registrare velocità di connessione superiori alla soglia “high Broadband” di 10 Mbps.

Le variazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q4 2013) della velocità media di connessione sono state positive per tutti i Paesi Europei, con aumenti dal 3,9% per l’Austria sino al 61% per la Romania. Per Finlandia, Svezia e Portogallo l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2013 è stato superiore al 30%.

In Italia, la velocità media di connessione registrata nel quarto trimestre 2014 è di 5,6 Mbps, in lieve aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente (Q3 2014) e in aumento del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q4 2013).

La velocità di connessione media di picco è aumentata leggermente nel quarto trimestre (+8,4%) raggiungendo i 26,9 Mbps, con incrementi variabili tra 1,3% in Portogallo (44,3 Mbps) e 14% in Romania (67,0 Mbps). Positive anche le variazioni rispetto al quarto trimestre 2013: l’Austria, con +9,4%, è l’unico Paese europeo con una crescita annua inferiore al 10%. All’estremo opposto, la Finlandia, con +40%.

Il picco di velocità media di connessione raggiunto in Italia è pari a 26,9 Mbps, in aumento del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q4 2013) e di 6,5% rispetto al trimestre precedente (Q3 2014).

L’adozione di high broadband (>10 Mbps) è aumentata del 2,9% nel quarto trimestre, dopo un lieve declino nel trimestre precedente. In tre dei Paesi considerati, più della metà degli indirizzi IP unici si connette alla rete Akamai con una velocità media superiore a 10 Mbps. In Romania, la crescita del 11% trimestre su trimestre ha consentito di raggiungere un’adozione dell’high broadband del 55%, avvicinandosi a Svizzera e Paesi Bassi (56%). Per quanto riguarda gli altri Paesi, l’incremento trimestre su trimestre varia da 1,0% per la Norvegia a 17% per la Spagna. Tutti i Paesi europei sono cresciuti almeno dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q4 2013); Portogallo e Romania hanno evidenziato tassi di adozione più che doppi sempre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche nel Q4 2014, Italia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa rimangono gli unici Paesi a non registrare tassi di adozione dell’high broadband al di sopra del 10%. Nel trimestre in esame, l’adozione di high broadband in Italia registra un interessante aumento del 8,6% rispetto al trimestre precedente (Q3 2014) e una crescita del 23% rispetto allo stesso periodo del 2013. A oggi il 5,7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps.

I tassi globali di adozione della banda larga (>4 Mbps) sono scesi leggermente nel quarto trimestre, assestandosi sul 59% (-0,7%). In questo trimestre, tre Paesi hanno raggiunto tassi di adozione della banda larga del 90% o più: Svizzera (93%), Danimarca (92%) e Paesi Bassi (91%), mentre tutti gli altri Paesi hanno mostrato oltre il 60% degli indirizzi IP unici connessi alla rete Akamai a velocità medie superiori a 4 Mbps.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q4 2013) l’adozione della banda larga (>4 Mbps) in Italia è aumentata del 4,6%, raggiungendo il 61%. Rispetto al trimestre precedente, si registra un lieve aumento dello 0,6%.

Nel quarto trimestre vi sono stati numerosi annunci che si prevede favoriranno nuove iniziative broadband nei prossimi anni nell’Unione Europea. In novembre, ad esempio, il governo ungherese ha annunciato piani di investimenti per un valore di 586 milioni di euro per raggiungere l’intero paese con la banda larga entro il 2018 e la Commissione Europea ha annunciato un piano da 315 miliardi di euro mirato al miglioramento dell’infrastruttura e alla diffusione della banda larga.

Adozione 4K in Europa: crescono disponibilità e adozione di connettività ultraveloce

In seguito all’introduzione della misurazione dell’adozione 4K nel rapporto a partire dal primo trimestre 2014, Akamai prosegue il lavoro di identificazione delle regioni con la maggiore probabilità di poter sostenere velocità di connessione superiori a 15 Mbps: i flussi Ultra HD a bitrate adattivo richiedono infatti connessioni tra i 10 e 20 Mbps. I risultati non tengono conto di altri fattori che possono influire sulla readiness, come la disponibilità di contenuti codificati 4K o di televisori e media player abilitati.

Nell’ultimo trimestre del 2014, nove dei Paesi europei considerati avevano almeno un indirizzo IP su cinque connesso alla rete Akamai a velocità medie superiori a 15 Mbps: Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Romania, Norvegia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia e Repubblica Ceca.

Scesa al 45esimo posto a livello mondiale, l’Italia registra solo il 2,2% delle connessioni superiori ai 15 Mbps, nonostante un aumento del 39% rispetto allo stesso periodo del 2013 (Q4) e del 5% rispetto al terzo trimestre 2014.

Il tasso di adozione più alto si è registrato in Svezia, col 31%, seguita di poco da Svizzera e Paesi Bassi con il 30%. Una forte crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stata osservata in tutti i Paesi europei; in tre Paesi – Romania (320%), Portogallo (204%), Spagna (102%) – i tassi di readiness sono più che raddoppiati rispetto al quarto trimestre 2013, mentre in altri 8 Paesi la crescita è stata superiore al 40%: Ungheria (94%), Slovacchia (68%), Svezia (61%), Finlandia (55%), Danimarca, Svizzera, Norvegia (50%), Regno Unito 42%.

Attacchi e sicurezza: più che raddoppiati gli attacchi alla Porta 23

Akamai gestisce e distribuisce una serie di agenti con il compito di registrare tentativi di connessione classificati come attacchi. In base ai dati raccolti da questi agenti, Akamai è in grado di identificare i Paesi in cui ha origine la maggior parte degli attacchi nonché le porte indirizzate. Va comunque sottolineato che il paese di origine, identificato dall’indirizzo IP, potrebbe non coincidere con la nazione in cui risiede l’attaccante.

Nel quarto trimestre 2014, Akamai ha osservato attacchi originati in 199 paesi unici. Come già nel rapporto precedente, la Cina resta saldamente al primo posto della classifica, con oltre il 41% degli attacchi, una cifra più che tripla rispetto agli Stati Uniti (13%). Nell’ultimo trimestre anche la Germania è entrata tra le top ten, con l’1,8% degli attacchi, in crescita dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. La maggior parte del traffico continua comunque ad avere origine nell’area Asia Pacifico (59%), seguita dall’Europa a 19%, in crescita dell’11% rispetto al terzo trimestre 2014.

Percentuale leggermente in aumento rispetto al terzo trimestre 2014, l’Italia è responsabile dell’1,1% degli attacchi generati.

In totale, il traffico indirizzato alle dieci porte più colpite rappresenta il 79% di tutto il traffico osservato nel quarto trimestre, in sensibile crescita rispetto al 38% del terzo trimestre. La porta 23 (Telnet) continua ad essere il target preferito (32% del totale degli attacchi) con una crescita di circa 2,5 volte rispetto al periodo precedente. Incrementi significativi sono stati osservati anche per le porte 445 (Microsoft-DS), 8080 (HTTP Alternate), 3389 (servizi Microsoft Terminal) e 22 (SSH).

Attacchi DDoS (Distributed Denial of Service): aumento del numero di attacchi in Europa

Il rapporto di Akamai comprende anche dati sugli attacchi DDoS basati sulle segnalazioni dei clienti, che hanno segnalato 327 attacchi durante il quarto trimestre 2014, con un aumento del 20% sul trimestre precedente. I comparti Commerce ed Enterprise risultano ancora i più colpiti.

In Europa, gli attacchi DDoS sono cresciuti del 18% trimestre su trimestre. Analizzando i dati anno su anno, i Paesi europei hanno mostrato un tasso di crescita più alto rispetto alle Americhe e alla regione Asia Pacifico con una crescita del 28% tra il 2013 (167 attacchi) e il 2014 (214 attacchi).

IPv4 e IPv6: i Paesi europei all’avanguardia nell’adozione di IPv6

Nel quarto trimestre 2014, circa 803 milioni di indirizzi IPv4 da 239 paesi unici si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform. Il numero di indirizzi IPv4 unici visti globalmente da Akamai è aumentato di circa 12 milioni rispetto al trimestre precedente. Tra i primi dieci Paesi, Regno Unito e Sud Corea hanno mostrato l’aumento più consistente (+8,1% e +6,6% rispettivamente) rispetto al trimestre precedente.

L’Italia scende di una posizione, attestandosi alla decima posizione nella top ten globale, nonostante un lieve aumento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente (Q3 2014), causato da una pesante diminuzione del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q4 2013) assestandosi a poco più di 18 milioni e mezzo di indirizzi connessi (18.783.459).

I paesi europei continuano a dominare la top ten globale per quanto riguarda l’adozione di IPv6. La Norvegia entra nel gruppo dei primi dieci grazie a un aumento del traffico IPv6 pari all’88%, mentre il Belgio mantiene la prima posizione con un 32% delle richieste di contenuti su IPv6, una percentuale più che doppia rispetto alla Germania che occupa la seconda piazza. Come già osservato nei trimestri precedenti, sono i fornitori di connettività cablata e wireless (molti dei quali impegnati a diffondere IPv6 nei rispettivi Paesi) i principali responsabili dell’incremento del numero di richieste IPv6 fatte a Akamai. Per Verizon Wireless e Brutele, addirittura più della metà delle richieste ad Akamai sono state fatte su IPv6, con Telnet a seguire. Per i carrier tedeschi Kabel Deutschland, Kabel BW e Unitymedia ancora una volta le richieste a Akamai su IPv6 hanno rappresentato più di un quarto del totale.

Connettività mobile: con 16 Mbps, il Regno Unito registra la più alta velocità media di connessione

Nella sezione dedicata alla connettività mobile del rapporto sullo Stato di Internet relativo al quarto trimestre 2014, sono stati considerati 50 Paesi. Il Regno Unito è risultato avere, con 16 Mbps, la velocità media di connessione più alta, seguito dalla Danimarca con 8,8 Mbps.

La velocità media di connessione mobile di picco mostra una notevole variabilità, passando dai 157,3 Mbps di Singapore ai 7,5 dell’Argentina. In Europa, solo il Regno Unito (61,8 Mbps) ha raggiunto velocità superiori a 50 Mbps.

Il rapporto esamina anche la percentuale di connessioni ad Akamai da reti mobili a velocità broadband (più di 4 Mbps). Danimarca e Svezia hanno registrato un livello del 97% di velocità broadband, raggiungendo Venezuela e Arabia Saudita ai vertici della classifica.

Nel trimestre in esame, in Italia la velocità media di connessione mobile raggiunge i 5,2 Mbps con picchi medi poco oltre i 41Mbps. Possiamo aspettarci che questi dati cambino presto in futuro, grazie al fatto che molti paesi iniziano a lanciare tecnologie mobili più veloci come LTE-a. Ad esempio, a novembre Telecom Italia ha annunciato l’avvio di un progetto che prevede l’implementazione di tecnologia Lte-A in 60 città italiane, con velocità di connessioni fino a 180 Megabit al secondo (e prossimamente arriverà a 225Mbps per il 2015).