La disponibilità “anytime, everywhere” di dati e applicazioni aziendali migliora efficienza e produttività. Ma richiede, spiegano HP e IDC, un corretto adeguamento, sul piano sia tecnologico sia procedurale
Adattarsi a nuovi modelli di business e rispondere in maniera più efficace alle mosse della concorrenza e a nuovi stili e modalità di consumo dei clienti. In una parola, aiutare la propria azienda a “esserci sempre”, là dove si trova il cliente, riuscire in ogni momento a interagire con lui, stimolarlo, venire incontro alle sue esigenze di acquisto o fruizione di servizi. Questa à la missione di un CEO. Una missione che i responsabili delle infrastrutture tecnologiche non devono limitarsi ad assecondare o abilitare. Davanti a fenomeni come la digitalizzazione e la mobilità, il CIO deve piuttosto partecipare alla sfida, consigliando e implementando le soluzioni più idonee a vincere in una economia che evolve a ritmi velocissimi.
In questo senso, HP ritiene che una strategia di estesa mobilità sia fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo. Per HP, la mobilità è uno dei pilastri – insieme a cloud computing, big data e sicurezza – di un nuovo stile di fare informatica. Forte di uno dei più estesi – se non il più esteso in assoluto – portafoglio di soluzioni tecnologici e servizi del mercato, HP Mobility ha organizzato insieme a IDC Italia un seminario dedicato ai vantaggi dell’informatica mobile e alle modalità di esecuzione di una efficace strategia di apertura di flussi informativi e carichi di lavoro verso stili di lavoro e consumo ormai quasi completamente svincolati dall’idea di postazione o apparato “fissi”. «Più che di consumerizzazione dell’IT» ha esordito Nikhil Kulkarni, direttore per lo “strategic engagement” di HP Mobility introducendo la mattinata di studio, «preferisco parlare di “it-izzazione” del consumatore. Ormai il cliente dà per scontata la possibilità di interagire con aziende e istituzioni con le tecnologie che è abituato a utilizzare ogni giorno, come dimostrano i dati sullo shopping mobile natalizio, per la prima volta superiori a quelli dei canali online e fisici più tradizionali».
Intervenendo in seguito, Sergio Patano di IDC ha inquadrato il tema della mobilità, osservando come anche in un mercato ICT in contrazione, voci come app, smartphone e tablet sono le uniche in controtendenza e mostrano un segno positivo nel confronto tra 2008 e 2014. «L’analisi degli ultimi sei anni di investimenti in tecnologie rivela quattro fenomeni che catalizzano oggi gli investimenti e sono tutti in crescita» ha detto Patano, citando i quattro pilastri della cosiddetta “Terza piattaforma”, cloud computing, big data, social business e, appunto, mobilità. Su questi temi poggia un universo di applicazioni e servizi che espandono la piattaforma in direzioni nuove, che inducono una profonda trasformazione dell’information technology. La mobilità è uno dei fattori più determinanti perché stili di vita e di lavoro si incentrano sempre più sui dispositivi e le reti mobili. «Lo dimostra – dice Patano – l’incremento di risorse che le aziende italiane investono sulla mobilità, con ulteriori previsioni di crescita nel 2015, quando secondo le intenzioni aumentano le percentuali di budget IT allocate dai decisori». Gli esperti di IDC individuano di conseguenza una sempre maggiore richiesta di capacità di gestione del fenomeno, che non comporta semplicemente la capacità di amministrare i dispositivi, la loro sicurezza, le applicazioni installate, ma coinvolge persone, processi, policy aziendali. «È tutta questione di ecosistema» spiega Patano.
Videointervista a Gabriele Giacomelli, OneHP Mobility – HP Italia
Secondo le ricerche, sono oltre il 70% le imprese italiane che dicono di aver già attuato piani per la corretta gestione della loro mobilità o di essere in fase di implementazione avanzata e se tra i vantaggi attesi, la riduzione dei costi è ancora un fattore che conta, il risparmio comincia a essere superato da veri e propri obiettivi di business: accedere ai dati aziendali in qualunque situazione, migliorare e incrementare la produttività, assicurare ai propri dipendenti una flessibilità maggiore. Se l’obiettivo è la gestione a tutto tondo della mobilità aziendale, ha rassicurato i presenti Gabriele Giacomelli, mobility pre-sales consultant di HP, l’approccio della sua società è proprio quello di costruire, insieme al cliente-partner, un ecosistema connesso che favorisce il conseguimento di questi vantaggi attraverso la trasformazione tecnologica e procedurale. «HP punta molto sulla capacità di ripensare i processi eliminando gli aspetti che non funzionerebbero una volta trasposti nelle nuove metafore».
Insieme al collega Kulkarni, Giacomelli ha presentato una serie di esempi operativi ricavati dalla lunga esperienza maturata da HP Mobility in settori verticali come il trasporto aereo, il retail, la sanità, mettendo in risalto le situazioni in cui la piena disponibilità dei dati e dei servizi applicativi – incrociata con le informazioni che arrivano, in tempo reale, dai clienti finali – permette di costruire margini di efficienza e nuove opportunità di fatturato. In ciascun caso, consulenti, sviluppatori e integratori HP agiscono sui diversi “stack” dell’ecosistema mobile, dai dispositivi ai server, dalle app alla reingegnerizzazione dei processi. «Si parte sempre dalla definizione di una strategia e di un piano d’azione che investe man mano le applicazioni, la sicurezza, l’operation, le persone, la connettività». L’autorevolezza di HP Mobility come partner di questa trasformazione – ha concluso Giacomelli – deriva da un portafoglio di soluzioni che abbraccia, dal basso verso l’altro, le tecnologie necessarie, senza escludere un mondo di servizi end-to-end che include consulenza, managed services e strumenti software.