Ricoh, ecco come cambia il lavoro. Le aziende italiane forward-thinkers

Mills David_Ricoh Europe

Quali saranno le tecnologie più innovative nei prossimi anni? E come cambierà il modo di lavorare?  Le informazioni restano al centro, ma non tutti hanno la possibilità di accedervi

In Italia, la riforma del lavoro ha animato il dibattito politico. Sarà la tecnologia invece a dettare le nuove regole del lavoro come ha già riscritto quelle della competizione. Non c’è dubbio che nel futuro il posto di lavoro sarà molto diverso da quello di oggi, dal momento che vi saranno nuovi modi di comunicare e di ricevere informazioni. Il punto di svolta potrebbe essere il 2034, anno in cui il posto di lavoro tecnologicamente evoluto potrebbe essere una realtà. Sarà l’inizio di una nuova era in cui ologrammi, droni e comandi che si attivano con il pensiero diventeranno pratica comune.
Il quadro generale emerge dai dati aggregati di una serie di ricerche commissionate da Ricoh e condotte da Coleman Parkes Research sia a livello italiano sia europeo.

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DIGITAL TRANSFORMATION

Le aziende e le organizzazioni pubbliche e private che non si adoperano per rendere l’ambiente di lavoro digitale e innovativo mettono a repentaglio la propria capacità di sopravvivenza e corrono il rischio che dipendenti fondamentali passino alla concorrenza. «I prossimi due decenni – ha detto David Mills, chief executive officer di Ricoh Europe – porteranno innovazioni che non solo aumenteranno la produttività e il vantaggio competitivo, ma motiveranno i dipendenti a pensare. Tutte le aziende che riusciranno a trarre vantaggio dall’innovazione miglioreranno il business nei prossimi 20 anni e oltre».
La maggior parte dei dirigenti aziendali (71%) è certa che, entro i prossimi cinque anni, la propria azienda avrà terminato il processo di trasformazione digitale, entrando nello stadio di maturità digitale.

Semplificazione dell’accesso alle informazioni, miglioramento dei processi di business e velocizzazione delle attività sono i tre cardini che permettono di raggiungere la maturità digitale.
I dati di Ricoh evidenziano che la maturità digitale è una priorità per il 77% delle aziende presenti in Europa e nel Medio Oriente. Il settore dei servizi finanziari punta più di altri alla digitalizzazione in risposta all’esigenza dei clienti di accedere in modo più semplice alle transazioni online e mediante dispositivi mobili. Non solo. Se le aziende italiane risultano “forward-thinkers” rispetto ad altri paesi, al tempo stesso le aziende europee sono più avanti nell’adozione delle nuove tecnologie e si preparano a entrare nell’era dei droni e degli ologrammi.

SMART WORKING

Il 71% delle aziende prevede di raggiungere la maturità digitale entro il 2019 e nella corsa alla maturità digitale, il settore dell’Istruzione è il più veloce, anche se deve affrontare le sfide più grandi soprattutto di spesa. In generale, dai dati emerge che la capacità di introdurre nuove tecnologie è frenata, oltre che dai costi, da aspetti riguardanti la sicurezza e le normative in vigore.
Anche per i dipendenti della PA, gli uffici saranno caratterizzati da tecnologie innovative che cambieranno in maniera significativa il modo di lavorare.

Sistemi per la realtà aumentata (70% del campione), robot da ufficio (62%) e droni (62%) saranno le principali soluzioni adottate. Rispetto a quanto affermano gli intervistati del settore dell’Istruzione, dei servizi Finanziari e della Sanità, i dipendenti della PA però non credono che le innovazioni tecnologiche più dirompenti saranno introdotte sul posto di lavoro nei prossimi 5-10 anni, ma in un futuro più lontano. In realtà, i dipendenti delle aziende vorrebbero avere a disposizione – già adesso – sistemi innovativi per migliorare il proprio lavoro. Le piattaforme per la collaborazione interna sono al primo posto dei desideri dei dipendenti, insieme alle soluzioni web-based per organizzare meeting (secondo posto) e al follow-me printing (terzo posto). Per i dipendenti, le informazioni archiviate digitalmente rimangono il più grande asset messo a disposizione dalla tecnologia, oltre alle email e a Internet. Ma se le informazioni digitali sono fondamentali, non tutti hanno ancora la possibilità di accedervi.

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