BYOD? C’è ancora strada da fare

Il bring your own device è una realtà oramai affermata? A quanto pare no, anche se Google ha la chiave per l’ingresso dello smartphone in ufficio

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La sicurezza dei dispositivi mobili utilizzati in ufficio è una necessità che non molte aziende hanno ancora compreso. Secondo uno studio della Soti, circa il 67% delle compagnie a livello globale pensano che smartphone e tablet, soprattutto Android, siano funzionali per le operazioni giornaliere anche se il 40% di loro esprime forti dubbi sulla sicurezza dell’accesso a reti corporate da terminali mobili. Il lavoro degli abilitatori tecnologici si muove proprio in questo difficile campo, quello in cui si incontrano le domande di innovazione e l’offerta tecnica ma con in mezzo un muro fatto di diffidenza e dubbi quasi sempre leciti.

Il vantaggio di Android for Works

Per questo Soti sta lavorando al fianco di Google per realizzare una soluzione che semplifichi l’entrata in azienda di dispositivi Android con l’obiettivo di innalzare il livello del BYOD e renderlo una forma dominante all’interno del mondo del lavoro. Il motivo è che il concetto dello smartphone personale utilizzato anche professionalmente sembra essere stato parecchio abusato in passato, forse sopravvalutato vista l’assenza di policy aziendali che ne regolino l’utilizzo. Il contesto è duplice: da una parte le compagnie che non hanno ancora preso in considerazione il BYOD, dall’altro quelle che pur permettendo uno sfruttamento di telefoni e tablet personali non ne hanno mai regolamentato l’utilizzo, il che è anche peggio del non averne per nulla. Secondo Soti la paura più grande per l’integrazione dei device a lavoro è la mancanza di separazione che si verrebbe a creare tra i dati personali e quelli aziendali, un timore che in parte Google vuole risolvere con le app Android for Works, lanciate proprio nei giorni scorsi.

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