I cinque trend sulla gestione dei dati che resisteranno anche nel 2015

Qlik esamina le situazioni irrisolte che dovranno essere affrontate anche quest’anno

Proprio quando tutti sono impegnati a perseguire gli obiettivi per far fede ai buoni propositi per il nuovo anno, Qlik, leader nella data discovery, analizza i trend che interessano il settore della Business Intelligence (BI) nel 2015.

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“Oggi viviamo in un mondo in cui l’interazione tra dati e persone cambia velocemente e, tendenzialmente, lo fa in meglio. Ognuno si esprime attraverso il proprio lavoro: la concezione che sia esclusivamente un piccolo gruppo a prendere tutte le decisioni all’interno dell’aziende è ormai superata. Il processo decisionale, infatti, è ormai ben distribuito all’interno dell’organizzazione e queste ‘micro decisioni’ sono fondamentali per il successo del business nella sua globalità. I potenziali benefici ottenuti in questo modo vengono amplificati quando si consente a più persone di utilizzare strumenti di data discovery self-service per esplorare i dati e collaborare sui risultati”, ha dichiarato Donald Farmer, Vice President of Innovation and Design di Qlik.

I 5 trend che Qlik ha identificato per la BI nel 2015

1. La maggior parte delle aziende parlerà di Big Data, ma senza utilizzarli

Ci sono opportunità reali per le aziende che decidono di sfruttare i Big Data. Nella maggior parte dei casi però, i dipartimenti IT non hanno le competenze o il tempo necessario per implementare nuove infrastrutture, mentre la maggior parte dei manager ha solo una vaga idea delle potenzialità dei Big Data. Quello che quasi tutti conoscono invece è l’utilizzo di questi ultimi nella “massimizzazione dei social media”. Le aziende infatti, con gli strumenti per l’analisi del sentiment o per la connessione dei canali social, possono ottenere ottimi risultati. Integrare le informazioni ottenute dai social media all’interno delle indagini analitiche esistenti può portare a grandi risultati ed è anche relativamente semplice.

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Questo non significa che non stiamo facendo grandi passi avanti verso i Big Data; ma è importante impegnarsi per acquisire competenze ed esperienza, anche se per il momento le aziende non si sentono pronte ad abbandonare i vecchi database.

2. La visualizzazione convincerà più delle parole

Se ‘Big Data’ è la parola chiave del 2014, ‘visualizzazione’ non è certo da meno. Il problema è che spesso le visualizzazioni sono talmente convincenti da portare subito a prendere la decisione in questione. In questo modo rischiamo di mostrare meno argomentazioni per chiarire agli altri qualcosa che per noi è già evidente. Oltretutto vengono meno anche la conversazione e il confronto e si riduce la nostra abilità nel trovare la strada giusta per risolvere la questione.

La soluzione migliore è evitare quegli strumenti che offrono solo grafici da presentare o condividere, a favore di strumenti interattivi ed esplorativi. Nessuno all’interno dell’organizzazione dovrebbe essere l’ “utente finale”, ma tutti dovrebbero avere l’opportunità di apportare il proprio contributo.

3. Saremo sempre alla ricerca del telefono o del tablet perfetto

Entro la fine del 2015, sviluppatori e amministratori che penseranno di aver risolto i proprio problemi standardizzando tutto il sistema su un’unica piattaforma, con ogni probabilità continueranno a trovarsi di fronte alla stessa situazione. Il loro obiettivo è quello di fornire agli utenti un’esperienza che sia comune indipendentemente dal dispositivo utilizzato. E’ molto difficile prevedere se gli utenti utilizzeranno un iPad o un Android, anche solo nei prossimi 12 mesi Nelle scuole americane, per la prima volta nel 2015, i Chromebooks di Google supereranno i tablet di Apple. Solo con una piattaforma unica e davvero responsive, possiamo programmare una volta e implementare ovunque.

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4. Lavoreremo on-premise, anche se i nostri dati saranno sul cloud

Ci sono parecchie infrastrutture cloud e migliaia di applicazioni cloud. È possibile che stiamo già creando dati su una o più delle maggiori applicazioni funzionanti e che stiamo addirittura salvando i nostri dati su cloud. Ma abbiamo ancora moltissimi dati in sede e dobbiamo integrarli con quelli presenti non in una, ma in molteplici applicazioni cloud. Nel 2015 scaricheremo dati on-premise per poter effettuare operazioni tradizionali come pulizia, formazione, trasformazione e integrazione dei dati. Le operazioni di back office continueranno a esistere ancora per un bel po’.

5. I manager continueranno a non avere una piena comprensione delle proprie attività quotidiane

È facile farsi trasportare dall’entusiasmo per le nuove tecnologie. Big Data, Internet of Things, analisi predittive, sembrano tutte trovate molto promettenti. Eppure, avendo a disposizione le informazioni sul proprio business, su quello dei propri partner, fornitori e clienti, è probabile che i manager vogliano dettagli ancora più accurati, completi e tempestivi riguardo agli aspetti più basilari del proprio lavoro. È forte la tentazione di puntare a quell’elemento determinante in grado di trasformare il proprio business (e la propria reputazione).
Nonostante questo, rimane il fatto che l’analisi dei dati o il supporto alle decisioni migliora il business principalmente migliorando poco alla volta ogni transazione e ogni decisione.

In breve, sostiene Farmer, “Occorre processare gli ordini con meno errori, migliorare leggermente l’efficienza della produzione, focalizzare meglio i propri sforzi in termini di marketing e, soprattutto, fornire ai manager la comprensione completa sui propri dati per metterli in grado di identificare, pianificare e monitorare questi piccoli cambiamenti quotidiani. Solo in questo modo, alla fine del 2015 potrete guardarvi indietro con grande soddisfazione”.

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