Google, Microsoft e Amazon pagheranno per aggirare Adblock Plus

microsoft google amazon adblock plus

Il famoso servizio che permette di navigare sul web senza imbattersi in banner pubblicitari potrebbe scendere ad accordi con alcuni big

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Adblock Plus è l’estensione per browser desktop e Android con cui navigare in rete senza essere interrotti da noiosi banner pubblicitari sia foto che video che spesso compaiono come popup e fanno perdere secondi preziosi. Molto apprezzato dagli utenti per questa caratteristica, il servizio potrebbe essere presto aggirato da alcuni big della tecnologia. Il Financial Times riporta infatti come aziende del calibro di Google, Microsoft e Amazon potrebbero pagare Adblock Plus per consentire ai loro annunci pubblicitari di comparire lo stesso in rete anche se risulta attiva la funzione di blocco del software. Secondo la testata economica, le trattative sarebbero già in corso e altre aziende potrebbero presto seguire l’esempio delle prime tre per pagare dazio in cambio dell’inserimento nella lista.

Il business degli annunci

In realtà la notizia correva già su internet dal 2013, quando alcuni report raccontavano del pagamento di Google per essere ammessa in una speciale lista (whitelist) di esonerati per Adblock Plus che avrebbe così dato il via libera agli annunci ospitati dalla piattaforma di Big G rendendo innocuo il blocco nei loro confronti. La possibilità di filtraggio è una funzione con cui Adblock Plus consente alle piccole aziende di far arrivare lo stesso i loro annunci a destinazione purché non intrusivi; a quanto pare, la stessa opzione verrà resa disponibile per i grandi nomi ma solo dopo il pagamento di una certa quota, non ancora comunicata ma probabilmente rilevante. E’ infatti chiaro che le aziende più importanti abbiano tutto l’interesse nel continuare a vendere spazi pubblicitari ai loro clienti visto che gran parte del loro fatturato si basa proprio su tali servizi.

Leggi anche:  YouTube segnalerà i video creati o modificati con l’IA