Lo scollamento si riscontra in aziende di ogni dimensione e Paese. I datori di lavoro e le HR mostrano di avere una percezione più positiva dei propri metodi di gestione del personale rispetto all’esperienza vissuta dai dipendenti
ADP ha pubblicato i risultati di alcuni nuovi studi realizzati da ADP Research Institute sul tema dell’interazione tra gli uffici del personale e i relativi dipendenti. Obiettivo: comprendere le analogie e le differenze di approccio e opinione tra dipendenti e datori di lavoro riguardo alle aziende, alla funzione HR e alla sfide che divisioni HR e dipendenti si trovano ad affrontare oggi.
I risultati, presentati nel white paper intitolato “Human Capital Management’s Disconnect: A Global Snapshot” hanno rivelato una persistente divergenza tra uffici HR e dipendenti a prescindere dalle dimensioni delle aziende o dalle nazioni in cui si trovano. I dati hanno anche indicato come questa divergenza si estende al management, che pure appare lontano dalle opinioni e dalle percezioni dei dipendenti.
Per molti anni, tanto le HR quanto i dipendenti hanno avuto accesso a strumenti e processi che hanno notevolmente migliorato e reso più efficienti le comunicazioni. Sarebbe logico, quindi, aspettarsi un maggior allineamento tra i due “poli”. Al contrario, questa persistente divisione tra HR e dipendenti riguardo a numerose questioni vitali per una gestione efficace del capitale umano è più di un’interessante anomalia. E’ indice di tendenze problematiche sul fronte HR. Gli aspetti generali della gestione del capitale umano sembrano rivelare che, nel complesso, le divisioni HR spesso non riescono a capire appieno né a controllare le risorse che sono chiamate a gestire.
Tra le aree in cui è evidente il distacco tra personale, HR e management vi sono:
• I dipendenti giudicano il proprio livello di stipendio e benefit in maniera meno positiva di quanto facciano i responsabili HR o i dirigenti
• Con l’eccezione degli Stati Uniti, i dipendenti ritengono di aver raggiunto uno scarso equilibrio vita professionale/privata molto meno soddisfacente di quanto percepito dai responsabili HR o dal management
• Le opportunità di carriera, un elemento essenziale per trattenere in azienda i migliori elementi, riscuotono giudizi molto più sfavorevoli tra i dipendenti che non tra i responsabili HR
• Anche l’immagine del management è più negativa tra i dipendenti che non tra i responsabili HR, talvolta tanto negativa quanto quella della stessa funzione HR.
“Questo studio dimostra come, nonostante i tentativi di migliorare la comunicazione e i rapporti tra HR, management e dipendenti, rimane ancora un forte scollamento tra le parti”, ha dichiarato Ahu Yildirmaz, Vice President e responsabile di ADP Research Institute. “Le aziende stanno andando avanti senza che la propria forza lavoro sia pienamente coinvolta, un problema che deve essere affrontato se si vuole gestire efficacemente il capitale umano disponibile”.
Offrire benefit ai dipendenti non è affatto facile poiché rappresentano costi sia in termini economici sia di risorse impiegate. Tuttavia le risposte analizzate nell’ambito di questo studio rivelano che i dipendenti considerano retribuzioni e benefit meno soddisfacenti di quanto non facciano le HR che li erogano (in Europa il 38% dei dipendenti è soddisfatto dei benefit ricevuti contro il 45% delle divisioni HR, negli Stati Uniti la percentuale per i dipendenti è il 46% e quella della funzione HR il 52% ).
Il medesimo trend di ripete quando i dipendenti valutano negativamente la qualità dell’equilibrio lavoro/vita privata rispetto ai colleghi delle HR. Questo risultato è forse in parte dovuto a situazioni in cui le HR svolgono di più un ruolo di sostegno al management che di risorsa imparziale a disposizione dei dipendenti, come dovrebbe essere. In tali situazioni spesso le HR sono oberate di lavoro e sprovviste dei mezzi necessari per svolgerlo e a volte non possono neppure contare sull’appoggio del management.
Un altro interessante risultato mostra che almeno un quarto dei dipendenti a livello mondiale si dichiara appena ‘abbastanza soddisfatto’, o meno, dell’azienda per cui lavora. E almeno un terzo – talvolta anche più dei due terzi – ritiene che la propria azienda gestisca male il personale.
Su base globale, con l’eccezione dell’America Latina, i dipendenti al di fuori degli Stati Uniti sembrano essere complessivamente assai meno soddisfatti delle aziende per cui lavorano.
• Il 63% dei dipendenti di Stati Uniti e America Latina è “estremamente” o “molto” soddisfatto del proprio datore di lavoro
• Il 61% in Canada
• Il 53% in Europa
• Il 48% nell’Asia-Pacifico
Forse più preoccupante è la differenza di percezione tra HR e dipendenti in merito alla gestione dell’azienda . I dipendenti tendono a valutare molte funzioni manageriali, in particolare quelle che hanno a che fare col personale e con la gestione del talento, molto più sfavorevolmente di quanto non facciano invece i responsabili HR. Questo dato si ripete in tutti i Paesi e nelle nove diverse aree di talent management analizzate comprese le opportunità di crescita professionale, la formazione e il supporto da parte del management. La percezione del personale tende a peggiorare all’aumentare delle dimensioni dell’azienda.
Il rapporto con le risorse umane ha anche un forte impatto sulla capacità di conservare i dipendenti. Negli Stati Uniti, due dipendenti su cinque hanno indicato l’intenzione di lasciare la propria azienda nell’arco dei dodici mesi successivi. Secondo lo studio, i fattori più importanti che consentono di prevedere le dimissioni dei dipendenti sono:
– Inadeguate opportunità di avanzamento di carriera in azienda
– Giudizio negativo sui metodi aziendali di gestione del personale
– Età
– Stabilità dell’impiego
Mentre la fine di un ciclo di vita lavorativa incide su due di questi fattori predittivi (età e stabilità) gli altri due sono fortemente condizionati dalla funzione HR e dalla capacità del team HR di adempiere alla sua missione.