Hacker filo-islamici attaccano il comando centrale degli Stati Uniti pubblicando dati sensibili su Cina e Corea del Nord
Capire in che direzione stia andando la guerra globale non è semplice forse perché non ce n’è solo una. Di globale adesso c’è solo lo scontro che si muove con disinvoltura tra reale e digitale come mai prima. Ieri i terroristi spargevano il sangue a Parigi e il giorno dopo Anonymous hackera gli account Twitter dei gruppi jihadisti. Gli Stati Uniti combattono per frenare l’avanzata dello Stato Islamico e gli hacker governativi (anche se di governo non si tratta) rispondono violando i cinguettii del Comando Centrale USA, riunito sotto l’account e acronimo CENTCOM. L’ultima azione nella guerra cibernetica è proprio quella di Cybercaliphate, un account che lascia poco spazio alle interpretazioni.
Califfato online
Nel giro di pochi minuti l’hacker, o il gruppo di hacker, ha postato online dall’account di CENTCOM alcune mappe delle operazioni militari statunitensi contro Cina e Corea del Nord, causando un innalzamento dello stato di crisi politica che già pervade i tre paesi. Sebbene il portavoce del Pentagono Josh Earnest, affermi come possa essersi trattato di un blitz temporaneo (alcuni dicono tramite azioni di phishing) la notizia della violazione non è banale se si pensa che il Comando USA rappresenta una delle difese cibernetiche più protette del Pentagono e da cui dipendono tutte le operazioni attive in Medio Oriente.