Il creatore del world wide web (WWW), Tim Berners-Lee, teme che in futuro il diritto d’oblio possa diventare una nuova forma di censura
Tim Berners-Lee, che recentemente ha ricevuto il premio Gottlieb Duttweiler 2015, ha difeso in più occasioni la libertà di Internet ma per quanto riguarda il diritto d’oblio, ovvero la possibilità di chiedere la rimozione dai motori di ricerca di link a fonti inesatte o lesive della privacy, non sembra essere molto d’accordo. Durante la conferenza LeWeb di Parigi, l’inventore del WWW ha espresso la convinzione che l’informazione, quando è veritiera, è da considerarsi sacra e importante sia per la libertà di espressione sia per la memoria storica. Il timore è infatti che il diritto di oblio si evolva in una sorta di censura.
“Il diritto all’oblio, al momento, sembra essere pericoloso. – ha detto Berners-Lee – Il diritto di accedere alla storia è importante. È la nostra società, la costruiamo noi. Possiamo definire regole su come usiamo i dati. È molto meglio che cercare di far finta che una cosa non sia mai esistita”.
Diritto d’oblio: tutto è iniziato con Google
La discussione sul diritto di oblio, a cui ha partecipato anche il Garante della privacy dell’Ue, è nata in seguito alla nuova normativa europea che ha imposto a Google la creazione di uno strumento per eliminare i link su richiesta degli utenti. Questa possibilità al momento è fornita solamente ai cittadini del Vecchio Continente, che potrebbero comunque ritrovare le informazioni cancellate dal Web su Google.com. Nonostante questa lacuna normativa anche Yahoo! e Bing di Microsoft si stanno attrezzando per dotarsi di uno strumento simile a quello di Google.