Ecco cosa rende San Francisco differente

L’innovazione è al centro dell’economia di San Francisco e della Bay Area, dove idee e progetti tecnologici prendono forma

Negli Stati Uniti, il ruolo dell’IT si sta evolvendo sempre più verso il business e la collaborazione strategica con un impatto molto forte sull’organizzazione. Tre i fattori critici di successo: infrastrutture (hard e soft), finanza e cultura. I primi due possono essere acquisiti, mentre il terzo richiede investimenti a lungo termine. San Francisco rappresenta un caso davvero speciale. Dal lato tecnologico, c’è un sacco di attenzione sulle strategie cloud e sull’analisi Big Data. Ma quali sono le ragioni che hanno fatto di questa città il simbolo stesso dell’innovazione? Abbiamo deciso di capirlo, girando la domanda a Miguel A. Gamino Jr., CIO ed executive director del dipartimento di tecnologia della città di San Francisco.

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Famoso per il suo slogan “il cloud è una filosofia, non un prodotto”, Gamino Jr. sostiene che «ciò che differenzia alcune soluzioni cloud è l’architettura». Il settore privato ha usato questa innovazione tecnologica per creare un nuovo modello di erogazione dei servizi, e di conseguenza di nuovi prodotti. «Ma le stesse architetture e filosofie possono essere applicate a organizzazioni interne per usi di tipo private cloud. Alcune soluzioni, invece, sono più adatte a essere consumate con una soluzione di cloud pubblico commerciale. La combinazione di questi due approcci sono spesso la migliore soluzione completa per le grandi organizzazioni complesse». Non solo. La virtualizzazione, la tecnologia che consente ampiamente l’architettura cloud, sta per estendersi sempre di più oltre il data center. Secondo Gamino, «vedremo un ritmo crescente di innovazione nell’utilizzo di software basato su networking, virtualizzazione e allocazione dinamica delle risorse, per garantire alle infrastrutture critiche livelli di security crescenti e basati su requisiti on demand». Ma guardando avanti nel futuro, la convinzione del CIO della città del Golden Gate Bridge è che «l’età dell’information technology sia in gran parte già dietro di noi. Ci saranno sviluppi incrementali nel settore dell’innovazione e della tecnologia e innovazioni disruptive come Uber, Twitter, Airbnb.

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Per Miguel A. Gamino, la prossima frontiera tecnologica che cambierà la nostra vita sarà la convergenza tra le scienze della vita e le scienze dell’informazione.

Data Manager: L’analisi dei dati promette di migliorare performance e decisioni aziendali. Ma si tratta di una promessa che può essere mantenuta?

Miguel A. Gamino Jr.: Dopo decenni, stiamo solo ora cominciando a trovare il modo di utilizzare la massa di dati che abbiamo imparato a raccogliere. Sempre più, le aziende che sono state tradizionalmente viste come aziende di produzione o di vendita al dettaglio, o in altro modo, ora si vedono come “aziende di dati”. Le aziende hanno capito che i dati che loro raccolgono sono il loro bene più grande.

Quali sono gli ostacoli all’innovazione?

L’ampia adozione dell’ICT ha portato a un aumento progressivo delle prestazioni e a una progressiva diminuzione dei costi. Questo fatto ha ridotto i margini da reinvestire, in molti casi frenando la ricerca invece di favorirla. Un altro ostacolo è la percezione della privacy insieme alla sicurezza dei dati.

La sicurezza sarà una priorità crescente per aiutare i consumatori a sostenere una più ampia adozione di questi progressi. Alcuni esempi specifici sono la “presenza virtuale” che permetterebbe per esempio a un medico in Europa o negli Stati Uniti, di vedere e diagnosticare i pazienti in Africa o in Sud America, dove risorse simili sono scarse o i pazienti sono molto remoti. La stessa opportunità si ha nel settore dell’educazione. Oggi, è possibile avere professori esperti e abilitati per condividere la ricerca e insegnare in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti, un CIO ha più competenze tecniche o di business?

In un’organizzazione, i CIO e le divisioni IT dovrebbero contribuire in modo proattivo al business. Oggi, i CIO gestiscono grandi budget, si assumono rischi finanziari e gestiscono contratti chiave e una forza lavoro complessa. Inoltre, forniscono servizi tecnologici a tutti i segmenti dell’organizzazione, trasformandosi sempre di più in un’unità business critical. Specificatamente nel settore pubblico, il CIO riveste un ruolo unico: distribuisce la tecnologia internamente e fornisce servizi diretti ai cittadini, passando dalla sicurezza stradale al Wi-Fi pubblico.

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Come descriverebbe il suo lavoro?

Strategico e futurista. Da un lato, si tratta di trovare le soluzioni migliori alle esigenze di una città come San Francisco, dall’altro è necessario guardare avanti per anticipare le esigenze e le aspettative di domani. Il mio ruolo inoltre prevede di seguire tutte le operations e di supportare le infrastrutture e i sistemi esistenti. E infine, per fare il CIO a San Francisco, bisogna mantenere un rapporto continuo con tutta la comunità tecnologica.

Come è la scena dell’innovazione a San Francisco? Cosa c’è di nuovo?

Come potete immaginare, la scena dell’innovazione e della tecnologia qui a San Francisco è forte e attiva. Siamo in prima linea con le applicazioni che continuano a spingere il concetto di “sharing economy”. Mi imbatto ogni giorno in nuove idee e innovazioni che hanno un potenziale impatto sugli aspetti commerciali, governativi e sociali della comunità globale. San Francisco è un luogo eccitante dove lavorare e vivere.

Miguel A. Gamino Jr. Story

Chief information officer (CIO) e direttore esecutivo del dipartimento di tecnologia della città e della contea di San Francisco. Prima di assumere l’attuale incarico nel luglio 2013, Miguel ha lavorato come chief information & innovation officer per la città di El Paso. Come imprenditore, ha fondato due aziende IT che hanno superato la fase di start-up e continuano a operare nel mercato con successo. Si è laureato all’Università del Texas di El Paso con un doppia laurea in Business Administration (BBA) e Sistemi Informativi. Attualmente, come designato del sindaco Edwin M. Lee fa parte del Comitato consultivo intergovernativo (IAC) per la Federal Communications Commission (FCC) a Washington DC.

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