PTC, un 2015 all’insegna dell’Internet of Things

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Archiviato un 2014 ancora in crescita, il colosso del PLM prosegue la sua espansione nelle aree promettenti dell’IoT, consolidando ulteriormente le competenze nei prodotti intelligenti e connessi, anche via cloud

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Stefano Rinaldi, direttore generale di PTC Italia

Non nasconde l’ottimismo Stefano Rinaldi, direttore generale di PTC Italia, nel fare il punto sui piani per il 2015 della società attiva nello sviluppo prodotto. “Anche il 2014 è stato per noi un anno di successo, in cui abbiamo centrato le nostre previsioni in termini sia di fatturato sia soprattutto di margini, che abbiamo anche superato. Il mercato ha riconosciuto la validità della nostra strategia, premiandoci anche con un raddoppio del nostro titolo, quotato al Nasdaq”, ha sottolineato Rinaldi, riferendosi ai risultati dell’anno fiscale 2014, terminato il 30 settembre scorso. Oggi, PTC è una società che fattura circa 1,3 miliardi di dollari, con una crescita del 5%, una posizione finanziaria solida con un cash flow di 350 milioni di dollari, 6.500 dipendenti e ricavi suddivisi omogeneamente nelle diverse aree mondiali: 41% nelle Americhe, 39% in Europa 39% e il restante 20% nell’Asia-Pacifico, “cosa che ci rende una vera azienda globale, con una presenza ben distribuita in tutti i settori verticali del manufacturing in cui operiamo, e un totale di 28.000 clienti attivi, 2.600 dei quali in Italia. Per ‘attivi’ intendiamo i clienti che utilizzano le nostre soluzioni e continuano a investire nelle nostre evoluzioni tecnologiche”, ha commentato Rinaldi.

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Più 14% in Italia

Analizzando più da vicino l’andamento nel nostro Paese, nell’anno fiscale 2014 la crescita dei ricavi è stata del 14%, “guidata principalmente dall’area software e dall’acquisizione di market share con l’ingresso di clienti importanti come Caleffi e ArgoTractors, un Oem di veicoli per l’agricoltura, che sono tipiche medie aziende italiane, sulle quali abbiamo impostato una efficace campagna di extended PLM, per supportare i passi in avanti di carattere tecnologico e organizzativo, oltre che di processo, intrapresi da queste due società, che ci hanno scelto dopo aver effettuato un benchmark molto approfondito con tutta la nostra concorrenza”, ha spiegato Rinaldi. Che si mostra fiducioso su un 2015 di crescita, con una previsione “ambiziosa”, nelle parole del numero uno italiano, dell’8-10% di incremento e un 22-25% di new business, puntando il focus sul Mechanical CAD e sull’ePLM. La crescita sarà sostenuta dalla buona accoglienza di Creo 3.0, il CAD di casa, “che ci aspettiamo raggiunga l’80% della nostra base installata”, e dalle interessanti prospettive in area PLM, Product Lifecycle Management, dove “c’è molto da conquistare nell’ambito delle medie imprese, che si stanno svegliando ritenendo il PLM fondamentale per la competitività, senza dimenticare l’ulteriore elemento di crescita del SLM, Service Lifecycle Management”, ha proseguito Rinaldi.

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Puntare sull’IoT

Ma il vero atout per il 2015 e gli anni a venire è sempre più identificato nell’Internet of Things, dove “l’elemento nuovo che può scatenare il valore è la modalità in cui i prodotti vengono ideati e realizzati: se la ‘thing’, cioè il prodotto, è intelligente e connessa ad altri oggetti anche con il cloud, diventa l’elemento innovativo dirompente, secondo la visione di PTC, nella quale le aziende devono muoversi in un futuro dove il prodotto dovrà essere sempre di più intelligente e connesso”, ha sottolineato Rinaldi.

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Fabrizio Ferro, director technical sales di PTC

Ci ha pensato Fabrizio Ferro, director technical sales di PTC, a illustrare in dettaglio la strategia. “Il cardine della visione di PTC è il prodotto, che ha impatto in diverse aree dell’azienda: progettazione, servizio e anche analisi dei dati, che nell’Internet of Things non sono più solo quelli che provengono del mercato, ma anche dal prodotto stesso. E questo comporta anche una trasformazione dell’azienda in come è strutturata e organizzata, perché i dati ricavati via IoT possono andare direttamente al progettista, magari senza passare da chi elabora i dati”, ha sintetizzato Ferro. Ecco quindi che assumono una fisionomia più netta le acquisizioni di ThingWorx di inizio anno e quella più recente di Axeda, le cui competenze nel campo della connettività servono a realizzare una gestione “closed loop” dello sviluppo dei prodotti. Ulteriormente rafforzata dall’ingresso nel nuovo ecosistema Salesforce Analytics Cloud di Wave, la piattaforma analitica per far crescere la tecnologia IoT con gli strumenti di analisi grafica di ThingWorx e Axeda, in modo da trarre sempre più valore dai dati di prodotti intelligenti e connessi.