L’adozione massiccia degli e-payments porterebbe 15 miliardi di risparmi. In Italia, l’incidenza dei pagamenti elettronici si attesta al 15% contro il 22% in Europa, con punte del 31%. Come colmare presto questo gap?
Gli e-payments sono determinanti per il pieno funzionamento del mercato unico europeo, per lo sviluppo delle economie, nonché per l’efficienza e la sicurezza delle transazioni in ambito pubblico e privato. Il mercato dei sistemi di pagamento si sta aprendo a nuove opportunità e vede l’avvento di nuovi attori.
A livello internazionale, esempi di successo come Google Wallet, Apple Pay e PayPal destano qualche preoccupazione come standard de facto che potrebbero imporsi anche nel mercato europeo dove, parallelamente, si propongono sistemi come MyBank, soluzione messa a punto da EBA Clearing, in cui il pagamento sicuro avviene con bonifico istantaneo senza cessione di credenziali.
Attualmente, l’utilizzo delle carte bancarie (credito, debito e prepagate) in Italia lascia molto a desiderare. L’ultima relazione della Banca d’Italia ha evidenziato che il numero delle operazioni effettuate con strumenti di pagamento diversi dal contante continua a crescere, ma su 100 pagamenti 85 sono ancora in contanti. Nel 2013, in particolare in Italia, sono state regolate solo 75 operazioni pro-capite con strumenti alternativi al contante, contro le 194 dei paesi dell’area dell’euro. Di contro, le carte diffuse sono ben 93 milioni con oltre 50mila ATM e 1.584.000 POS.
Scenario di mercato
Il mercato dei servizi di pagamento nell’Europa a 28 sta cambiando anche sotto la spinta di fattori istituzionali, tra cui le direttive per il mercato unico e la definizione della single european payments area(SEPA), lo “spazio comune dei pagamenti”, definito dalla BCE e parte del piano Europa 2020 e della Digital Agenda.Inoltre, la recente adozione obbligatoria della fattura elettronica porterà a un beneficio potenziale, in termini di aumento di produttività, compreso tra l’uno per cento e il 4% del PIL.
Esiste, però, un problema generalizzato di conoscenza e percezione degli e-payments da parte del consumatore. Molti erroneamente ritengono che questi siano meno sicuri del contante, quando è vero il contrario. Altri hanno paura della potenziale tracciabilità e della non adeguata tutela della privacy. Altri ancora temono di perdere il controllo sulla spesa oppure che qualcuno clonando la carta possa svuotare il conto in banca. Tutto ciò dimostra la scarsa conoscenza degli e-payments e di contro la necessità di una corretta comunicazione e formazione. Il tasso di frode per l’Italia nel 2013 è appena dello 0,019% (0,017 nel 2012).
Piano industriale
Serve, quindi, una seria politica industriale per il settore. Occorre, infatti, considerare che c’è una correlazione matematica tra uso degli e-payments ed economia sommersa. Con l’uso massiccio degli e-payments si avrebbe un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di cui godrebbero anche i consumatori. Sono, inoltre, fondamentali gli standard condivisi che garantiscano una maggiore interoperabilità e concorrenza. Più della coercizione, già tentata nel recente passato, occorre una massiccia campagna di informazione, accompagnata dalla riduzione di costi e commissioni e dalla individuazione di opportuni incentivi resi ben evidenti ai consumatori. In tal modo, si potrebbe colmare il gap di utilizzo in tempi molto brevi. Insomma, tutto ciò significa che bisogna fare sistema a livello paese con una politica industriale seria e mirata. Solo così si può fare la “guerra al contante” e far diventare gli e-payments una vera opportunità per il Paese.
E questo è il messaggio conclusivo che è emerso dal workshop “Sistema Italia Pagamenti Elettronici, opportunità per il Sistema Paese”,svoltosi l’undici novembre scorso, presso la sala delle colonne di Palazzo Marini della Camera dei Deputati a Roma. Organizzato dal Centro Ricerche Nuove Tecnologie e Processi di Pagamento (C.Ri.N.T.eP -www.crintep.it)dell’Università UNINT di Roma (www.unint.eu) l’evento ha visto un centinaio i partecipanti e sono intervenuti oltre 25 relatori, tra cui: Carlo Tresoldi, presidente comitato scientifico dell’AIIP; Maurizio Pimpinella, presidente Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica; Stefano Gigli di CartaSi; Maurizio Santacroce di Sisal; Maria Pia Giovannini di AgID; Giuseppe Verdicchio di WIND; Rita Camporeale dell’Associazione Bancaria Italiana; Marco Zechini dello Studio legale DLA Piper; Davide Steffanini di Visa Europe; Paolo Battiston di Mastercard Europe; Luciano Cavazzana di Ingenico Italia. Ha concluso i lavori Gianfranco Conte (deputato in quota PDL e già presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati), presidente del comitato scientifico C.Ri.N.T.eP.