Facebook blocca l’oppositore di Putin

La pagina creata in favore dell’oppositore di Putin, Alexei Navalny, è stata bloccata con l’accusa di favorire i dissidenti

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Nella difficile lotta tra potere e dissidenza uno strumento democratico come Facebook dovrebbe restare tale. Eppure, come scrive il Washington Post, gli utenti russi da qualche giorno non possono più accedere alla pagina di Alexei Navalny, il più famoso oppositore del presidente Vladimir Putin. La pagina era stata messa online lo scorso venerdì, in risposta alla volontà dei pubblici ministeri di mandare Navalny in prigione per 10 anni per il coinvolgimento in un presunto furto di migliaia di dollari ai danni di due compagnie, di cui una affiliata all’azienda cosmetica francese Yves Rocher. A quel punto i sostenitori di Navalny, blogger e fermo accusatore della politica di Putin, avevano creato la pagina per coordinare alcuni azioni di supporto a quello che oramai tutti consideravano un leader carismatico dell’opposizione.

Protesta non autorizzata

In poche ore centinaia di persone si erano riversate sulla pagina per mettere in piedi una manifestazione di protesta da svolgersi sabato sera. Il numero, qualche ora dopo, era salito a 12.300 aderenti. Sarà stato proprio questo il motivo che ha spinto Facebook, sotto evidente richiesta del governo, a chiudere la pagina, considerando come pericoloso l’alto numero di persone che sarebbero scese in piazza in favore del giovane blogger. Gli organi russi hanno spiegato di aver chiesto la rimozione della pagina a Facebook a causa di quello che hanno definito come un “evento di massa non autorizzato”. Grazie ad una legge entrata in vigore lo scorso febbraio, le autorità russe per il controllo di internet possono infatti chiedere, ed ottenere, il blocco di pagine web se considerate come fonte di organizzazione per proteste che mirano ad infrangere l’ordine pubblico.

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