Bitcoin 2.0: la nuova rivoluzione tecnologica

Bitcoin 2.0. Ecco la nuova frontiera. Ma di cosa si tratta?

Si sente sempre più parlare dei Bitcoin 2.0 per indicare l’utilizzo delle infrastrutture della cripto moneta come base per gestire una più vasta gamma di operazioni digitali. E’ quello che avevano sognato fin dall’inizio i fautori dei Bitcoin. E oggi quel sogno non sembra più essere così distante. La speranza è quella di poter rendere adattabile la tecnologia della blockchain, il registro pubblico in cui sono annoverate tutte le transazioni in Bitcoin. La tecnologia della blockchain è in grado di esprimere al massimo le potenzialità dei Bitcoin, riuscendo a superare anche lo scetticismo di chi vede nella cripto moneta solo un paradiso per speculatori, spacciatori ed anarchici. Essenzialmente, la blockchain consente di trasferire valore tra due persone in linea senza la necessità di qualsiasi autorità centrale per convalidare la transazione. Quando un Bitcoin viene comprato e venduto, entrambe le parti possono essere certe che la loro transazione sia andata a buon fine.

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Portare il medesimo grado di certezza ad altre attività peer to peer in un mercato digitale distribuito è un’impresa ardua. Ma qualora riuscisse, le possibilità sarebbero infinite. Tutte quelle che l’immaginazione posa arrivare a concepire. Ecco perché gli imprenditori stanno allestendo gli strumenti tecnologici adeguati per dare forma concreta alle loro idee. Basta pensare ai singoli blocchi della blockchain per intravedere gli sviluppi evolutivi. Piuttosto che rappresentare solo beni digitali, le voci della blockchain potrebbero rappresentare tasti “virtuali” da utilizzare per rivendicare la proprietà dei beni fisici, come le automobili, o per verificare l’identità delle persone. Da passaporti a dichiarazioni di volontà, a brevetti, gli usi teorici sembrano non avere limiti. La blockchain diventa la base da cui partire per trasferire l’innovazione in qualsiasi settore della società. I Bitcoin escono così dal mondo prettamente finanziario ed entrano nel settore sociale.

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La realtà, tuttavia, è ancora qualche passo indietro. Se l’immaginazione può viaggiare velocemente, la concretezza ha sempre gambe meno veloci. Bobby Goodlatte, un angel investor nella Silicon Valley che ha supportato due società di Bitcoin, riassume lo stato attuale della tecnica: “E ‘molto presto, e molte ipotesi sono solo promesse che devono ancora essere mantenute.” Adam Shapiro, di Promontory Financial Group, aggiunge che dividere la blockchain dalle sue radici, ovvero dai Bitcoin, non sarà semplice. “E ‘diventato di moda per le persone sostenere di essere un fan della blockchain e non dei Bitcoin” – dice – ma nella maggior parte dei casi la blockchain viene utilizzata solo per piccoli servizi finanziari.

La blockchain infatti originariamente non è stata concepita per altri beni digitali o per i cosiddetti “smart contracts” e i tentativi di adattare la tecnologia della blockchain a qualsiasi tipologia di servizio richiedono ancora molti progressi. Un primo tentativo è stato la creazione di blockchain alternative o controcorrente. Uno dei progetti più ambiziosi, Ethereum, ha previsto di lanciare una rete per appalti basati su una propria unità di valuta, l’etere. Sono indubbiamente sfide che rilanciano sulle potenzialità dei Bitcoin senza compromettere i risultati già ottenuti. L’ultima novità è quella di realizzare nel mondo delle cripto valute “catene laterali”, le cosiddette sidechain, ovvero registri progettati con scopi specifici – un mercato per le azioni di trading, per esempio – che sono ancora legate ai Bitcoin, anziché richiedere la creazione di un nuovo ecosistema di valute. Nel caso in cui l’idea si riveli funzionale, si riuscirebbe a conservare gli effetti della rete di utenti del mondo dei Bitcoin offrendo al tempo stesso agli sviluppatori la libertà di progettare nuovi modelli per cyber-transazioni.

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Blockstream, la società che Adam Back e altri sviluppatori di spicco della comunità dei Bitcoin hanno istituito per creare questa infrastruttura, ha raccolto più di 20 milioni di dollari il mese scorso da esponenti celebri della tecnologia come Reid Hoffman di LinkedIn e Eric Schmidt di Google. Si tratta di una cifra esorbitante trattandosi solo del primo round di finanziamento, e di una premessa per nutrire maggiori speranze.

“A lungo termine – sostiene Back – le azioni o altre forme di proprietà potranno essere emesse direttamente attraverso la sidechain, oltre ad essere comprati e venduti allo stesso modo. Per tutti gli intermediari coinvolti in tali mercati – dagli utenti registrati ai broker agli agenti immobiliari – il mondo non sarà più lo stesso.”
La potente tecnologia di Bitcoin è sempre stata la materia prima prediletta dai sognatori, il canovaccio bianco da poter scrivere proprio piacimento, e la versione 2.0 offre possibilità ancora più dirompenti. Sembra essere una nuova rivoluzione.

E allora? Siamo pronti?

 

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