Continua la strategia di adozione di soluzioni big data da parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Dopo la mappa tridimensionale della Via Lattea per immagazzinare ed elaborare i dati che saranno raccolti dal satellite Gaia nei prossimi cinque anni, INAF è impegnata in un altro progetto internazionale, il futuro Square Kilometre Array (SKA) ovvero il più potente radiotelescopio mai concepito per studiare l’evoluzione dell’Universo, la gravità e la materia oscura.
SKA è concepito come una grande griglia di migliaia di grandi antenne e milioni di ricevitori radio, distribuiti tra le regioni desertiche dell’Africa e dell’Australia, con lo scopo di simulare la potenza di un chilometro quadrato di superficie ricevente. Solo qualche dato per capire l’ordine di grandezza del progetto. Per ascoltare su un iPod i dati raccolti da SKA in un singolo giorno, ci vorrebbero due milioni di anni. Non solo. SKA avrà una sensibilità tale da rilevare i segnali radar di un ipotetico aeroporto posto su un pianeta a decine di anni luce di distanza. Il computer centrale di SKA avrà la potenza di calcolo di centinaia di milioni di pc domestici messi insieme. I dati generati dalle antenne paraboliche di SKA saranno pari a dieci volte il traffico mondiale di Internet. E la fibra ottica utilizzata basterebbe per avvolgere due volte la Terra.
Si tratta di un importante banco di prova e di sviluppo per l’ICT a livello mondiale e l’Italia potrà giocare un ruolo importante tra i paesi partecipanti, come ha evidenziato Agostino Santoni, presidente di Assinform, nell’ambito del ciclo di eventi “INAF Industry Day”. Se i dati rappresentano il «petrolio del futuro», l’Italia può essere «giacimento» di conoscenza per sviluppare nuove «tecnologie estrattive».