Apple: tra brevetti innovativi e accuse di plagio

Il 2014 non si chiude nel migliore dei modi per la Mela a causa di una denuncia da parte di un’azienda cinese ma il futuro è già innovativo

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Si chiama Digione e non è una storpiatura di un famoso cantante neomelodico ma un costruttore cinese di smartphone. Nei giorni scorsi, l’azienda ha denunciato Apple, rea di aver copiato il form factor dei suoi ultimi iPhone 6 e 6 Plus. Tutto ruota attorno ad un brevetto che Digione avrebbe ottenuto nel gennaio del 2013 e che l’ufficio cinese per la proprietà intellettuale le avrebbe poi assegnato a breve. Il prodotto a cui Apple si sarebbe ispirata è il V6, venduto con il brand “100+” ad un prezzo pari a 130 dollari. Lo smartphone ha uno scherno da 5.5 pollici (lo stesso dell’iPhone 6 Plus) e utilizza Android come sistema operativo.La sua commercializzazione è partita in Cina nel mese di Aprile, quasi sei mesi prima dell’iPhone 6 Plus. La notizia di Digione è quasi un paradosso: da anni sono i prodotti cinesi a copiare i big dell’informatica mobile. Si pensi a tutti i cloni di iPhone e Samsung Galaxy che è possibile trovare nei negozi e soprattutto sul web. Tano che alcuni modelli vengono appositamente sponsorizzati come “clone dell’iPhone” o “clone del Galaxy S4”. Maestra nel settore è la Xiaomi, accusata più  volte da Apple di copiare i propri prodotti.

Fatti più in là

Nell’attesa di capire come evolverà la situazione, Apple guarda già al futuro, ottenendo un brevetto (questa volta suo) davvero innovativo. Si tratta della possibilità di inserire nei prossimi iDevice un sensore ad ultrasuoni che lavorerebbe assieme al GPS, accelerometro e giroscopio per “capire” quando il telefono sta cadendo e poter così proteggere le parti sensibili interne che lo compongono. La procedura è resa possibile grazie ad uno spostamento del centro di gravità del telefono attraverso un motorino (simile a quello che produce la vibrazione) che forza l’asse di rotazione del telefono per spostarlo di quei pochi centimetri che, in certe situazioni, possono preservare un oggetto da centinaia (anche migliaia) di euro.

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