Metropolitana Milanese: storia, IoT e big data

Come gestire in modo efficiente e proattivo l’enorme mole di dati che oggi è utilizzata per le decisioni operative di esercizio degli impianti e della rete

Metropolitana Milanese è una società interamente posseduta dal Comune di Milano, che l’ha creata con l’obiettivo di gestire la realizzazione delle prime due linee della metropolitana. Esattamente cinquant’anni fa, il primo novembre del 1964, la linea rossa (M1) fu inaugurata dal sindaco Pietro Bucalossi e cambiò per sempre il volto del capoluogo lombardo.

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Da allora, MM ha ampliato il suo raggio di azione sia nel settore dell’ingegneria e delle costruzioni sia in altri settori, occupandosi anche di viabilità, architettura e urbanistica e impiantistica. Nell’ultimo triennio, il management di MM ha lavorato su diversi fronti, perseguendo essenzialmente tre obiettivi: la razionalizzazione e il controllo della spesa IT, l’introduzione e l’ammodernamento degli strumenti IT a supporto del business, la messa a punto di diverse iniziative a servizio del cittadino.

Abbiamo intervistato Nicola Rivezzi, CIO di Metropolitana Milanese.

Data Manager: Qual è il settore di attività della società?

Nicola Rivezzi: Dal 2003, MM ha preso in carico anche la gestione del servizio idrico integrato della città di Milano, operando su tutto il ciclo idrico dalla captazione, controllo e distribuzione dell’acqua potabile, alla raccolta, smaltimento e depurazione delle acque reflue. MM è presente sulle principali opere che interessano la città di Milano, compresa quella di Expo 2015. In questi giorni, MM sta avviando una nuova business unit per affrontare un settore del tutto nuovo, quello dell’Edilizia Residenziale Pubblica. Il Comune di Milano, infatti, ci ha affidato la gestione del suo patrimonio di case popolari, costituito da 35mila unità immobiliari, 28mila delle quali destinate all’uso abitativo. MM ha due partecipate, Metro Engineering e Napoli Metro Engineering. La prima opera su commesse che fanno capo a enti diversi dal Comune di Milano, tra le quali cito la metropolitana di Brescia e la BreBeMi. Napoli Metro Engineering (NME) invece eredita la struttura operativa che da oltre 25 anni si occupa della progettazione e della direzione lavori delle opere relative alla Linea 1 della metropolitana di Napoli e da cinque anni della progettazione delle opere civili della linea 6. A fine 2013, MM impiegava 720 addetti, per un fatturato di gruppo di 231 milioni di euro.

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Come sono organizzati i sistemi informativi?

I sistemi informativi sono collocati a livello organizzativo a diretto riporto della direzione generale. A me riportano la funzione delle infrastrutture e delle operations, il team dedicato allo sviluppo di nuovi progetti sulle applicazioni software e il team di supporto operativo e amministrativo. L’IT di MM svolge essenzialmente una funzione di governance, mentre le attività di sviluppo sono affidate a società esterne. Coprire le esigenze di sviluppo su tutti i nostri applicativi richiede un elevato numero di competenze specifiche, che al momento soddisfiamo tramite i nostri partner esterni. Non è detto che in futuro qualcosa non cambi anche da questo punto di vista: in un contesto fortemente in evoluzione come quello di MM, anche noi dobbiamo essere flessibili e pronti a riadattarci nei nuovi scenari in cui l’azienda si trova a operare. Nei prossimi mesi, anche l’organizzazione IT di MM sarà impattata dall’avvio della BU ERP, con l’inserimento di nuove figure e competenze, magari anche sullo sviluppo di applicativi core.

Quali sono i principali progetti realizzati?

A supporto dei processi interni, abbiamo lavorato molto per consolidare i principali applicativi in uso, dal GIS al sistema gestionale dedicato al servizio idrico, al sistema di gestione documentale utilizzato in ingegneria. Abbiamo implementato nuovi software, come quello dedicato all’enterprise asset management, basato su Maximo e una soluzione di BPM a supporto dei processi, basata su Metastorm. Su Maximo stiamo lavorando al rilascio di nuove funzionalità, che saranno messe a disposizione delle squadre operative attraverso l’utilizzo di tecnologia mobile. Ogni squadra avrà sul campo i dati relativi agli asset su cui intervenire (rete o impianti che siano), nonché le informazioni di dettaglio dell’intervento da svolgere. Il tutto integrato con la cartografia del nostro GIS, che mette a disposizione i dati di dettaglio della nostra rete dell’acquedotto e di quella delle acque reflue.

E quelli futuri?

Abbiamo rilasciato uno sportello online per i nostri utenti del servizio idrico che sta per essere arricchito di nuove funzionalità, che renderanno la vita più facile ai cittadini milanesi, mettendoli in grado di eseguire transazioni direttamente da casa, senza per forza doversi recare ai nostri sportelli. Stiamo per rilasciare una web app che informerà i cittadini milanesi sull’avanzamento dei nostri cantieri, evidenziandone l’impatto sulla viabilità. Lato infrastrutture, abbiamo deciso di implementare una rete in fibra ottica completamente dedicata a noi, sfruttando l’accesso a fibra spenta di Metroweb. Questo progetto, che sarà rilasciato per fine anno, consentirà di coprire tutte le nostre sedi, le centrali del servizio idrico e i sensori distribuiti lungo la rete idrica con una rete di estrema affidabilità, con banda disponibile pari a 100-1.000 volte quella attuale. Con questa rete opereremo in maniera ancora più sicura il servizio di telecontrollo dell’acquedotto di Milano, che garantisce la distribuzione dell’acqua potabile a due milioni di cittadini. Stiamo portando avanti anche un importante progetto di ricerca e sviluppo, insieme a diversi partner europei, finanziato dalla Commissione europea, che si chiama Icewater ed è incentrato sullo sviluppo di nuove tecnologie ICT a supporto di tutto il ciclo di gestione dell’acqua in aree urbane. Il risultato di questo progetto, che terminerà nel 2015, comporterà la realizzazione di nuovi investimenti ICT in diversi ambiti di nostro interesse, dall’Internet delle cose ai big data.

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Dal suo punto di vista privilegiato, come vede lo scenario IT sia dal punto di vista tecnologico sia organizzativo?

Negli ultimi anni, abbiamo vissuto un forte cambiamento dovuto alla “consumerizzazione” delle soluzioni IT, che ha portato un nuovo scenario anche nelle aziende, con competenze IT diffuse, stravolgendo il vecchio paradigma di una funzione IT trincerata dietro le proprie conoscenze e dietro la gestione tecnologica. Il processo è ancora in atto e comporterà una sempre più forte convergenza di IT e business, mettendo in seria difficoltà le strutture che non riusciranno ad adeguarsi. Intanto un nuovo e interessante scenario sta emergendo, quello dell’Internet delle cose, che apre nuovi orizzonti sia nelle organizzazioni aziendali sia nel mondo consumer. Questo impatterà sull’organizzazione delle strutture IT, che avrà bisogno di nuove competenze. Già oggi lungo la rete e gli impianti dell’acquedotto di Milano sono presenti circa un migliaio di sensori che monitorano diverse caratteristiche idrauliche ed elettriche, mentre per le Acque Reflue il solo depuratore di San Rocco è gestito tramite circa duecento sensori sparsi sulle componenti impiantistiche. Questa problematica intercetta sia l’IoT sia il tema dei big data, dato che questi sensori registrano e inviano dati ai nostri centri di controllo con periodi di campionamento di 3-5 secondi, generando una enorme mole di dati, che oggi viene utilizzata per le decisioni operative di esercizio degli impianti e della rete, ma che opportunamente analizzata potrà fornirci preziose indicazioni per migliorare ulteriormente le capacità prestazionali della nostra rete e dei nostri impianti.

Il ruolo del CIO si è evoluto molto negli ultimi anni. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Il ruolo del CIO è un ruolo chiave in azienda e lo sarà sempre di più, dato che tutti i processi sono sempre più imperniati di tecnologie IT. È un ruolo complesso e sfidante, non facile perché occorre saper coniugare le competenze tecnologiche con la conoscenza dei processi e del business aziendale. Siamo di fronte a una nuova generazione di CIO, pronta a mettersi in gioco, senza più nascondersi dietro l’arcano delle conoscenze tecnologiche, spesso usate come alibi per creare distanza tra sé e gli uomini del business.

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NICOLA RIVEZZI STORY

Dopo la laurea in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano, ha iniziato la carriera professionale come assistente e ricercatore di Fisica dello Stato Solido presso l’École Centrale di Parigi. Tornato in Italia, ha lavorato in Foster Wheeler, in qualità di quality assurance engineer. In seguito, è approdato alla consulenza informatica, andando a occuparsi di SAP in una società di IBM. Ha progettato e implementato soluzioni SAP per importanti clienti quali Italtel, Fincantieri, Grandi Motori Trieste, Fabio Perini. Lasciato il mondo della consulenza, ha assunto il ruolo di ICT manager in Siirtec Nigi, azienda italiana di Engineering che opera nel settore Oil & Gas, per approdare due anni dopo in Firema, dove ha curato la riorganizzazione dei sistemi informativi e l’implementazione del sistema ERP a copertura dell’intero ciclo di vita della commessa ferroviaria. Da gennaio 2011, è il di CIO di Metropolitana Milanese. È sposato e ha tre figli.