Un documento della Presidenza italiana alla Commissione Ue conferma la volontà del governo di abolire la Net Neutrality
Nonostante nella nuova Dichiarazione dei diritti di Internet si affermi il diritto all’accesso al web senza distinzioni, la cosiddetta Net Neutrality, pare che il governo italiano stia andando nella direzione opposta. European Digital Rights (Edri) ha diffuso un dossier leak della Presidenza italiana alla Commissione europea in cui si propone una riforma delle normative sulle telecomunicazioni, in particolare per quanto riguarda la possibilità di un Internet a due velocità.
La discussione sulla Net Neutrality è tornata di attualità dopo lo scandalo Datagate. Il Brasile ha approvato un documento chiamato “Marco Civil” che sancisce questo diritto e recentemente anche il presidente USA, Barack Obama, ha mostrato – contrariamente al passato – un’apertura nei confronti di una Rete uguale per tutti.
L’Italia contraria alla Net Neutrality?
Nel documento, datato 14 novembre, la Presidenza italiana propone alla Commissione Ue alcuni emendamenti alle norme comunitarie in merito alla Net Neutrality. In modo piuttosto esplicito si afferma la volontà di imporre ai provider il blocco i siti internet in via amministrativa. L’Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom), il cui nuovo regolamento non ha ottenuto commenti positivi dall’Ue, avrebbe quindi il potere di chiudere l’accesso a un portale web senza l’autorizzazione di un giudice.
“Gli operatori di telecomunicazioni sono i grandi sconfitti in questa profonda trasformazione” – afferma Stefano Quintarelli, presidente del comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale – “Vorrebbero divenire anche loro gatekeeper, custodi dell’accesso ad Internet perché è da quel casello che si controlla la presenza nella dimensione immateriale, l’interfaccia utente della dimensione materiale”.