Indra – Innovazione nel DNA

Pedro Garcia indra

Con il suo infinito portafoglio di soluzioni e la presenza internazionale, la multinazionale di consulenza e tecnologia scommette su talenti locali per guidare le aziende italiane verso il successo

Nel mondo delle tecnologie, ancora dominato dalla cultura di impresa e dai brand d’oltreoceano, la multinazionale Indra rappresenta una piacevole eccezione.

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Il fatto che la sua recente presenza in Italia nasca dall’acquisizione di una società locale è un ottimo motivo di orgoglio. Così, un team di oltre 600 professionisti molto preparati, pur mantenendo tutte le loro specificità legate al mercato nazionale, entra a far parte di una realtà globale di 43mila persone e tre miliardi di euro di fatturato, capace di portare i suoi progetti innovativi in 138 nazioni del mondo. Una realtà che è direttamente operativa in 45 nazioni e impegnata nella trasformazione di centinaia di grandi clienti internazionali, nella digitalizzazione di pubbliche amministrazioni e di grandi municipalità e – non di meno – nel coltivare il talento dei suoi collaboratori e nel tessere proficue relazioni con partner tecnologici, università e centri di ricerca.

Soluzioni, soluzioni, soluzioni

A differenza dei system integrator puri, Indra è soprattutto un’azienda di tecnologie. Di grandi tecnologie. «È vero, come integratore sviluppiamo e produciamo soluzioni» – conferma l’AD italiano Pedro García, un madrileno che si dice contentissimo di vivere e lavorare a Roma, dove si è trasferito con la famiglia. «Anzi, due terzi del fatturato sono rappresentati proprio dalle soluzioni tecnologiche, mentre un terzo riguarda i servizi. E non sono soluzioni banali. Giusto per dare qualche esempio, siamo leader nel campo della simulazione e del controllo del traffico aereo, nel quale contiamo su circa tremila installazioni in oltre 140 paesi. In quest’ambito emerge, tra gli ultimi progetti, la consegna del simulatore Airbus A320 alla Cina, dove gestiamo il traffico aereo di otto zone. La piattaforma DaVinci controlla migliaia di chilometri di rete ferroviaria in diversi paesi e abbiamo sviluppato soluzioni che danno servizio a oltre 250 milioni di clienti di telefonia mobile in 20 paesi». Dai radar militari ai sistemi di voto elettronico, passando per la gestione del rischio bancario, i pagamenti mobili, le assicurazioni, l’energia, i media: è raro incontrare un portafoglio di soluzioni tanto ricco ed eterogeneo e il fatto che Indra continui a investire in ricerca circa il 7% del suo fatturato (oltre 570 milioni di euro investiti negli ultimi tre anni) e a collaborare con circa duecento università nel mondo, fa capire che non ha nessuna intenzione di fermarsi. «L’innovazione è scritta nel nostro codice genetico – rileva García – come la nostra missione di creare e trasferire valore verso clienti». Un ciclo virtuoso che gira a pieno ritmo. Anche in Italia, dove Indra ha cinque sedi e dove sono state create nuove posizioni nell’ultimo anno. A Napoli è in funzione una software factory perfettamente inserita nella rete di 25 software factory del Gruppo e la multinazionale ha disposto in Italia il centro di eccellenza globale per le tecnologie Customer Experience Management (CXM) come ormai viene chiamata la gestione della “relazione con il cliente”.

Il brand Indra ha poco più di vent’anni, ma concentra l’esperienza di un insieme di imprese che si sono unite nel 1993. La fase di consolidamento si concluse nel 1999 con la quotazione alla Borsa di Madrid. «In questi anni, siamo diventati un IT provider di livello mondiale. Facciamo parte dell’indice Ibex 35 che comprende le 35 società più rappresentative del mercato azionario spagnolo e siamo da nove anni nell’indice Dow Jones Sustainability, il che presuppone un riconoscimento al nostro impegno verso la creazione di valore e il miglioramento continuo nella trasparenza, gestione aziendale e sviluppo sostenibile». Geograficamente, Indra mantiene la sua focalizzazione sui mercati europei (59%), con una presenza notevole in America Latina (che rappresenta ormai il 28%), America del Nord, e Asia Pacific, Medio Oriente e Africa. I sei mercati di riferimento di Indra sono: energia e industria, servizi finanziari, pubblica amministrazione e sanità, TLC e media, trasporti e traffico, sicurezza e difesa e rappresentano porzioni tutte molto equilibrate della “torta” del fatturato.

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Roberto Gentile, director mercato industria & media e Agostino Ghebbioni, director mercato finance di Indra in Italia

Talento al servizio dell’innovazione

La vision del Gruppo poggia su una solida politica di selezione e sviluppo del talento. L’investimento nel capitale umano è importante anche in Italia, sottolinea Roberta Ficorella, director HR. «Investiamo molto nei giovani e nelle relazioni con università e centri di ricerca». A questo proposito, l’HR manager cita Indra Future Minds, un concorso internazionale giunto quest’anno alla quarta edizione. «Nel 2014, hanno partecipato centoventi studenti di dodici nazioni, in rappresentanza di trentasette università». I ragazzi sono chiamati a superare sfide e risolvere enigmi, basati su casi aziendali reali, che vanno dalla progettazione di una soluzione educativa in cloud allo sviluppo di un sistema di osservazione della Terra. Il premio finale consiste nell’opportunità per il vincitore di lavorare per Indra in un paese a sua scelta. Le ultime due edizioni di Future Minds hanno visto la partecipazione di studenti dell’Università di Salerno e del Politecnico di Bari».

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Indra inoltre collabora in attività di ricerca con ventitré cattedre universitarie. «Dodici di queste – continua Ficorella – sono focalizzate sulla ricerca nel campo delle tecnologie per l’accessibilità». Nell’ambito della social responsibility, l’accessibilità è un tema molto caro alla cultura aziendale di Indra, che ha al suo attivo progetti come Head Mouse, un’interfaccia di comando per computer basata sui movimenti del capo e rivolta a pazienti tetraparetici, o l’innovativa Virtual Keyboard. In Italia, Indra ha partecipato al progetto europeo di R&S, Dali (Devices for Assisted Living), diretto dall’Università di Trento, tra i cui obiettivi c’è lo sviluppo di soluzioni che facilitino la deambulazione di disabili e anziani negli impervi ambienti urbani. «Anche la formazione, oltre a essere un’importante leva motivazionale per i nostri talenti, è fondamentale per lo sviluppo di competenze e per favorire i percorsi di carriera nel Gruppo. Nei nostri processi di selezione, puntiamo molto sui giovani che dimostrano di avere un mix di competenze tecniche e manageriali, su persone ambiziose, determinate e originali, interessate a crescere, in un’azienda globale che offre opportunità professionali in Italia e all’estero».

Amministrazione digitale

Alla guida della linea di business più “sostanziosa” in Italia c’è Giuseppe Catarinozzi, director del mercato PA, trasporto, infrastrutture e sanità. «L’amministrazione si sta adeguando a un livello di aspettativa elevato da parte di cittadini ormai abituati a servirsi di tutto online. La volontà di avvicinarsi alle best practice c’è anche in Italia, i cittadini spingono in questa direzione e l’Europa ci indica la strada. Le modalità di approccio devono però maturare» – ammette Catarinozzi. A fronte della costante contrazione della spesa degli ultimi anni e delle incertezze sull’Agenda Digitale, Indra vuole utilizzare l’esempio della Spagna, per portare anche sul mercato italiano le soluzioni che Indra propone per la digitalizzazione della PA, il trasporto, la smart city e tutto il settore sanitario. «In quest’ultimo settore, abbiamo dimostrato come sia possibile ridurre i tempi di attesa e i costi attraverso le soluzioni per la gestione della cartella clinica, la diagnostica per immagini e la nostra piattaforma ERP per la sanità».

Non solo. Indra è molto forte nell’informatizzazione dei processi elettorali e ha partecipato allo sviluppo di elezioni in paesi come Regno Unito, Norvegia, Francia, Portogallo, Colombia e altri ancora. Il portafoglio di tecnologie per il controllo del traffico su strada, aria, ferro e mare è un altro punto distintivo dell’offerta Indra. Dalla PA centrale, Catarinozzi si aspetta un forte boost di investimenti per il quale farà premio la grande competenza infrastrutturale di Indra. Catariozzi sottolinea come Indra abbia lavorato molto in Italia anche in ambito previdenziale, per esempio sul sistema contact center per un grande ente della PA: «Un contact center da 20 milioni di contatti all’anno che eroga informazioni e servizi contribuendo molto a ridurre le barriere tra previdenza e cittadini». Catarinozzi punta molto anche sul segmento smart city, in cui Indra vanta, con la città spagnola di La Coruña, un’importante referenza basata sulla sua soluzione per l’integrazione dell’informazione nelle smart city, SOFIA2.

Replicare i successi bancari spagnoli

Anche per il director del mercato finance, Agostino Ghebbioni, l’enorme esperienza che Indra ha maturato in Spagna come partner strategico dei principali gruppi bancari e assicurativi può fare la differenza in Italia, dove se da un lato il totale degli investimenti in IT del settore è in costante contrazione – con più forza dopo la crisi che ha seguito lo scoppio delle bolle speculative – gli investimenti importanti non sono per questo venuti meno, sostenuti da una chiara volontà di rinnovamento e adeguamento a normative più stringenti. «Indra è presente nei primi tre gruppi ispanici, alcuni dei quali sono considerati benchmark internazionali per l’evoluzione supportata dalle tecnologie. In Spagna come in Italia, il core tecnologico delle banche è piuttosto impermeabile all’offering dei grandi brand IT mondiali, ma Indra ha un’offerta talmente completa che è stato possibile individuare diverse soluzioni con fortissimo potenziale sul mercato locale». L’asse centrale è la suite ITECBAN, una piattaforma innovativa orientata verso il miglioramento continuo del business bancario.

Ghebbioni si riferisce in particolare agli ambiti bancari come la tesoreria e la finanza, i sistemi di pagamento multimodali (oggi, soprattutto mobili), l’integrazione dei processi e un aspetto molto specifico come la gestione del credito “non performing”, altrimenti noto come credito “cattivo” (un fardello valutato in Italia a 170 miliardi di euro che pesa negativamente anche sul mercato immobiliare). «Qui – sottolinea Ghebbioni – possiamo mettere in campo soluzioni IT che sfruttano la quadratura tra la normativa sul recupero del credito e la necessità di mettere ordine in un sistema di garanzie del credito oggi inadeguato». Il software Indra permette di ottimizzare la valutazione di una variabile tanto critica e complessa. Altre soluzioni riguardano per esempio l’aspetto del mobile payment, con una piattaforma per i micropagamenti sicuri di estrema sicurezza. «In queste applicazioni, Indra si rivolge a banche con una tecnologia che consente di salvaguardare tutti gli investimenti fatti soprattutto in materia di sicurezza e di gestione di processo facendo ricadere i vantaggi di questi investimenti sui loro clienti, in termini di nuovi servizi utili, sicuri e facili da utilizzare. La soluzione mobile payment si basa sulla normativa per la firma digitale forte e richiede soltanto un normalissimo smartphone e un pin».

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Molto innovativo è anche il prodotto di cash management rivolto alle banche per la gestione del contante presso gli esercenti del commercio al dettaglio. «Il cash management Indra supera il tradizionale concetto di cassa continua, attraverso un sistema basato su armadi sicuri installati direttamente presso il punto vendita. Il processo industriale interamente gestito da Indra consente alle banche e agli esercenti di essere supportati end-to-end nella gestione del contante». Anche questo è un contributo alla ottimizzazione dei processi.

La capacità di semplificare e innovare investe infine anche il mondo delle assicurazioni. Indra si presenta sul mercato italiano con una suite per la gestione dei portafogli, in particolare sul ramo vita, di assoluta attualità e con un elevato grado di innovazione sia tecnologica sia di processo. Il mercato delle polizze vita – oggi particolarmente competitivo rispetto ad altre forme di investimento in liquidità compresse dalla discesa dei tassi – è attento a soluzioni come iONE, che fanno leva sul time-to-market e sui processi innovativi. E in particolare, Ghebbioni ricorda che tali strumenti applicativi sono già presenti presso una quarantina di referenze internazionali.

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Claudio Golino, director mercato energy e Roberta Ficorella, director HR di Indra in Italia

L’energia dell’ICT

Un comparto dove si avverte molto il cambiamento che investe la figura del Cio e del suo nuovo ruolo di mediatore proattivo tra innovazione e prossimità al business è quello dell’energia e delle utility, come racconta a Data Manager Claudio Golino, director energy & utilities. «è un mercato eterogeneo in cui l’approccio agli investimenti è estremamente diversificato. Nell’oil&gas si investe poco sul downstream, mentre in cima alla filiera, in particolare nell’esplorazione, si concentra la maggior parte della spesa tecnologica. Le utility dal loro canto cercano soluzioni per gestire in maniera efficiente la generazione elettrica da fonti convenzionali, ottimizzare e integrare nella rete la produzione da fonti rinnovabili e in generale soluzioni in ambito sales and marketing – a causa della pressione competitiva – per mantenere e attrarre i clienti, identificando nuove modalità e canali per la creazione di valore». Indra risponde a questa eterogeneità con un’offerta che mette in risalto la sua capacità di ricerca e innovazione e con un rapporto di partnership con i clienti orientato alla creazione di valore anche attraverso la proposizione al mercato di soluzioni innovative sviluppate congiuntamente. È il caso per esempio di HeadS (Hydrocarbon Early Automatic Detection System), un sistema innovativo di individuazione precoce delle fughe di idrocarburi che aumenta il livello di sicurezza delle operazioni industriali in mare che è stato messo a punto da Indra insieme al gruppo petrolifero Repsol.

Nell’ambito della generazione elettrica, Indra ha come offerta la suite InGEN, utilizzata in settecento impianti di quindici nazioni per gestire e ottimizzare la produzione del parco centrali. Tra i casi più interessanti, troviamo il progetto Esim, un sistema integrato di gestione real time delle informazioni che Indra ha sviluppato per uno dei principali player italiani; o la piattaforma gestionale del parco eolico e idroelettrico progettata e sviluppata per una delle più importanti compagnie energetiche spagnole. Per quanto riguarda la distribuzione elettrica, Golino sottolinea il ruolo di Indra nel quadro dell’iniziativa europea Integris per le smart grid, in partnership con Endesa e A2A: Indra ha sviluppato un sistema avanzato per la gestione real time di una nuova generazione di smart meters. Altre innovazioni riguardano soluzioni per gestire e ottimizzare la ricarica dei veicoli elettrici. «Si tratta sicuramente di un mercato eterogeneo e complesso, ricco di opportunità estremamente interessanti, malgrado la riduzione della spesa complessiva nel settore e a patto di individuare e risolvere specifiche problematiche di business» – conclude Golino. Gli esperti del team Smart Energy di Indra si muovono su fronti come la mobility, con un sistema per la gestione delle squadre di intervento sulla rete di distribuzione gas della utility portoghese Edp, ma anche con soluzioni in ottica smart city, come quelle in sviluppo per  la gestione e ottimizzazione energetica degli edifici nell’ambito del progetto europeo Arrowhead. Il fronte analytics e big data è un elemento abilitante alla creazione di valore per tutti i segmenti della value chain dalla generazione al marketing & sales. Indra si è posizionata nel mercato cloud computing con la sua offerta in cloud, che ricopre tutto il processo di transizione al cloud, dalla produzione fino al consumo della tecnologia, che sta dando servizio a circa duemila e 500 società di diversi settori, sulle quali si realizzano più di 25 milioni di transazioni annuali.

TLC: riprendere il controllo

Grazie alla sua lunga esperienza, Fabrizio Ceschini, director della divisione telco è un acuto osservatore dei cambiamenti che hanno stravolto gli assetti competitivi di un mercato lontano dalle storiche certezze dell’era dei monopoli. «Il maggior fattore di sorpresa degli ultimi anni si chiama “over the top” (OTT), l’insieme di provider di contenuti e servizi che grazie a Internet ha conquistato il pubblico, sorprendendo i grandi operatori delle telecomunicazioni» – spiega Ceschini. «Per loro è arrivato il momento di riprendere il controllo, attraverso il dominio delle reti e delle informazioni sui clienti, costruendo una nuova offerta basata sulla smart network, puntando sui nuovi ecosistemi convergenti nati intorno alla connettività, ai dispositivi e ai contenuti». Una ripartenza non facile, considerando i trend di contrazione del traffico, dei servizi tradizionali e delle marginalità. Senza poi contare che questo non è il solo cambiamento da affrontare. «Anche il core della rete, con la spinta verso il software defined networking e la virtualizzazione delle funzionalità di rete, implica notevoli trasformazioni, così come tutto il mondo della customer experience e della relazione con gli abbonati».

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La grande expertise che Indra può vantare sul fronte dell’IT puro può e deve diventare secondo Ceschini una leva di sviluppo di un settore in cui “l’information” dell’acronimo Ict avrà sempre più peso rispetto alla componente hardware. «Storicamente, Indra proviene da una grossa esperienza nel campo delle soluzioni Bss e OSS: nel Crm, nel mondo Sap, nei contact center, nelle intranet e nei portali aziendali, nell’integrazione dei processi. Sono competenze che fanno la differenza nell’offerta di soluzioni ERP, CRM, billing o nei contact center, dove ad esempio siamo molto innovativi nell’automazione basata su tecnologie di riconoscimento vocale».

Non meno sfidante e promettente è – per il comparto telco di Indra – l’esplosione del fenomeno Internet of Things e delle sue ripercussioni sul fronte delle piattaforme e dei servizi per la smart city – dal ticketing alle informazioni sul traffico, la gestione degli edifici o dell’illuminazione stradale – un ambito che vede il gruppo spagnolo già molto attivo. «Gli operatori hanno bisogno di system integrator innovativi e padroni delle tecnologie come Indra nel loro nuovo ruolo di artefici di cambiamento e provider di soluzioni ICT per il cloud computing e le piattaforme as a Service».

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Fabrizio Ceschini, director mercato telco e Giuseppe Catarinozzi, director mercato PA, infrastrutture e sanità di Indra in Italia

Industria della conoscenza

Il settore dell’industria e quello dei media in Italia fanno capo a Roberto Gentile. È una linea di business a sua volta ripartita in un ramo di attività rivolte al comparto mediatico televisivo e in un insieme di specializzazioni che rispondono alle esigenze dei differenti settori industriali, quali food&beverage, automotive, manufacturing, fashion, logistics e il comparto del gambling (giochi e scommesse), tra gli altri. «In Italia, in questa seconda suddivisione, Indra viene coinvolta principalmente in attività di system integration e application maintenance» – spiega Gentile. Ma anche qui il gruppo vanta alcune soluzioni proprie, per esempio una piattaforma di gestione alberghiera chiamata Turism Management System, concepita per grandi catene alberghiere e adottata dagli hotel NH in 26 paesi di Europa e America Latina, e Optima, una soluzione per la GDO che consente di ottimizzare i processi non informatizzati».

Storicamente, tutto il settore industriale ha investito in misura minore sull’informatica, osserva Gentile. «Oggi, tuttavia, assistiamo a una nuova rivoluzione industriale che, mediante la tecnologia, ha consentito la rapida ascesa di realtà emergenti a discapito delle storiche economie industriali».

Le aziende che esportano producendo eccellenza, rappresentano un grande potenziale dal punto di vista IT perché devono riorganizzarsi, cambiare i processi, incrementare la conoscenza dei propri clienti e mercati, per andare incontro a consumatori sempre più esigenti e digitalizzati».

Quanto al comparto media, la tecnologia è un aspetto imprescindibile per il broadcasting. Anche se il quadro economico ha portato un impoverimento dei mercati pubblicitari, i grandi operatori italiani – con i quali Indra vanta solide relazioni – non possono permettersi di abbassare la guardia rispetto alla sfida rappresentata dai nuovi entranti internazionali, quali Netflix, Google e Apple, nei segmenti dei contenuti online e della Internet tv. «A favore degli incumbent giocano fattori come l’attuale ritardo infrastrutturale della banda larga e le specificità locali, come la necessità di doppiare i contenuti per il pubblico italiano» – afferma Gentile. Ma è soprattutto sulla conoscenza di questo pubblico che gli operatori locali possono far leva per affrontare la futura concorrenza e fidelizzare l’audience. «Non a caso, gli operatori investono in business intelligence, in applicazioni social e nel cosiddetto “second screen”. La richiesta sul versante big data, analytics, customer experience coincide esattamente con le specializzazioni di Indra».

Puntare in alto

L’obiettivo della multinazionale è continuare a supportare la crescita delle aziende italiane con i suoi talenti e la sua innovazione. «Puntiamo a diventare una delle prime realtà tecnologiche nazionali, espandendoci qui in Italia e per l’Italia» – conclude Pedro García. Vogliamo esportare tecnologia verso il gruppo, mentre i clienti presenti all’estero avranno sempre la garanzia di un supporto su scala mondiale». La completezza dell’offerta di Indra, le sue affinità culturali e la capacità di presidio delle aree più calde della trasformazione tecnologica aggiungono qualità e valore a una squadra che gioca per vincere con determinazione e allegria.

 Foto di Gabriele Sandrini