Facebook, licenziata per un post contro l’azienda Perugina-Nestlè

Facebook, licenziata per un post contro l’azienda

Si può perdere il lavoro per aver pubblicato un post su Facebook? Anche in Italia questo può accadere, ed è successo a Marilena Petruccoli, ormai ex-dipendente della Perugina-Nestlè che è stata licenziata “per giusta causa” per colpa di un post “scomodo” nei confronti dell’azienda 

Marilena Petruccoli lavorava per la Perugina-Nestlè dal 1996 e faceva parte della categoria protetta a causa di un grave infortunio sul lavoro di cui fu vittima nel 1997.

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Il post esprimeva “un’opinione generica”

Ma che cosa ha scritto la donna su Facebook per arrivare ad essere licenziata? Secondo le dichiarazioni dell’ex-dipendente della Perugina-Nestiè, il post riguardava “un’opinione generica senza alcun riferimento specifico a luoghi o persone coinvolte”, dice Marilena, “eppure oggi mi ritrovo senza lavoro”.

Nel suo post Marilena Petruccoli avrebbe fatto “un’osservazione sull’utilizzo, in provvedimenti disciplinari, del termine ‘collare’ per rivolgersi a una persona, che ritengo inappropriato perché si usa per i cani. Ma in qualità di sindacalista mi capita di essere interpellata su tante vicende, non necessariamente collegate all’azienda per cui lavoravo e a cui, infatti, non c’è alcun richiamo esplicito”.

Licenziata ‘per giusta causa’

La giusta causa, secondo l’azienda, deriverebbe proprio dal fatto che la donna ‘si è opposta al comportamento di un caporeparto che avrebbe rimproverato un lavoratore dicendogli che per lui era necessario il collare‘.
Tuttavia alla lettera di contestazione, la lavoratrice, già componente della rsu Fai-Cisl aziendale e appartenente a categoria protetta, aveva argomentato che il suo post non faceva riferimento alla Nestlè. I sindacati Cisl e Uil hanno già promettesso battaglia in solidarietà della dipendente licenziata. La vicenda si appresta a finire in Parlamento, con un’interrogazione presentata dal coordinatore nazionale di Sinistra ecologia libertà, Nicola Fratoianni.

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Aggiornamento da parte di Nestlé

Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente la nota di Nestlè relativa a questa notizia.

In merito ai fatti rappresentati ieri circa il presunto licenziamento della signora Marilena Petruccioli a seguito di suoi commenti pubblici su alcuni Social Network, Nestlé Italiana intende precisare quanto segue:

La signora Marilena Petruccioli, rappresentante sindacale, a fronte della violazione delle regole di igiene e sicurezza da parte di un collega, ha attaccato pubblicamente i responsabili del personale aziendale, ridicolizzando sui social media il loro impegno teso a far rispettare le stringenti disposizioni igienico-sanitarie e di sicurezza previste all’interno dell’azienda, a tutela dei lavoratori stessi, dei prodotti e dei consumatori.

Infatti, l’episodio da lei rappresentato con scherno sui Social si riferiva in modo chiaro ed inequivocabile a un richiamo da parte dei responsabili del personale dello stabilimento verso un collega a fronte di una accertata violazione delle norme sull’utilizzo dei regolari abiti da lavoro e dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) previsti per la mansione svolta sulle linee di produzione.

I commenti pubblici della rappresentante sindacale hanno minato l’autorevolezza di chi all’interno dello stabilimento ha la responsabilità di far rispettare le normative vigenti per assicurare al consumatore un prodotto di alta qualità e la sicurezza dei lavoratori.

Da un esponente sindacale che ha la responsabilità di rappresentare centinaia di persone che lavorano nel più grande stabilimento del Gruppo Nestlé in Italia, ci si attendeva il sostegno e non la critica agli sforzi rivolti a salvaguardare – sempre e comunque – la sicurezza sul posto di lavoro, l’igiene e la qualità del prodotto.

Proprio in qualità di rappresentante dei lavoratori, la Signora avrebbe dovuto farsi essa stessa portavoce di comportamenti esemplari all’interno dei sito.

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La scelta invece di ridicolizzare pubblicamente, attraverso i social media, dove raccoglie un ampio seguito di colleghi, il comportamento di chi nel suo ruolo ha solamente agito per far rispettare le norme è ancor più grave perché legittima comportamenti errati che non possono essere accolti o giustificati in uno stabilimento Nestlé.

Risulta inoltre fuorviante il tentativo di rappresentare e minimizzare i ripetuti commenti della signora Petruccioli come non riferiti, o riferibili, al contesto dove lei lavora.

L’Azienda quindi conferma l’intenzione di sanzionare il comportamento tenuto da Marilena Petruccioli, ma – in quanto rappresentante sindacale dello stabilimento Perugina – non le sarà applicato nessun provvedimento senza che si sia svolta la procedura di consultazione sindacale prevista dalle normative vigenti.

L’Azienda auspica che i punti evidenziati vengano colti dalle rappresentanze sindacali e che il confronto possa risultare costruttivo e si possano ristabilire al più presto le corrette e consuete relazioni sindacali.