Il CEO di Tinder, Sean Rad, è stato rimosso dalla sua carica dopo lo scandalo sessuale che ha coinvolto l’azienda a luglio
Lo scandalo sessuale che ha coinvolto Tinder qualche tempo fa ha creato un inaspettato effetto a catena. Il CEO e co-fondatore dell’app per incontri Sean Rad è stato rimosso dal suo incarico. A riferirlo è il giornalista Steven Bertoni sulle pagine di Forbes. IAC, il conglomerato media che detiene il 60% delle azioni di Tinder, ha disposto che l’ormai ex CEO mantenga la sua carica di presidente e il posto nel consiglio di amministrazione. Rad ha riferito che l’azienda sta cercando una figura simile a Eric Schmidt di Google, che ritiene che sia Amazon il vero rivala di Big G, e che rimarrà al suo posto fino a quando non verrà trovato un sostituto all’altezza.
Tinder e lo scandalo sessuale
Tutto è iniziato a luglio, quando l’ex dirigente Whitney Wolfe (nella foto con Rad) aveva sporto denuncia contro la società per molestie sessuali. La manager sosteneva che il suo capo ed ex fidanzato, Justin Mateen dell’ufficio marketing, avesse abusato di lei verbalmente in più occasioni. Durante un evento, ha raccontato la Wolfe, Mateen l’avrebbe chiamata “putt***” davanti a Rad. Dopo la fine della relazione fra i due, alla manager sarebbe stata tolta la carica di co-fondatrice perché era una donna. A seguito della causa legale, a settembre Mateen è stato sospeso da Tinder e presto lascerà l’azienda mentre la Wolfe ha ottenuto un risarcimento di poco più di un milione di dollari.
Secondo quanto scrive Bertoni, lo scandalo sessuale sarebbe però stato solo un pretesto per allontanare Rad dall’app per appuntamenti. “Se la cosa Whitney non fosse successa, sarebbe stato difficile per IAC retrocedere Sean, perché aveva molto a cui rispondere”, scrive il giornalista riferendo le parole di un “interno” a Tinder.