Tra i maggiori gruppi a livello mondiale nel settore della consulenza aziendale, dell’information technology e dell’outsourcing, Capgemini Italia punta sulla riqualificazione delle persone e nuovi investimenti con una crescita prevista per il 2014 dell’8% e un obiettivo ambizioso del 10% per il prossimo anno
Incontriamo nella sede di Milano, il CEO di Capgemini Italia, Maurizio Mondani, che può apparire avvantaggiato dal fatto di essere da tempo al timone di una società che cresce anche in periodi non certo brillanti, come quello che da alcuni anni sta vivendo l’Italia. Ma la verità è un’altra: col suo fare assertivo, Mondani ha il raro dono di riuscire a tratteggiare con pochi ma essenziali concetti una fotografia precisa del mercato e delle sue prospettive. «Oggi, il mercato è indubbiamente complicato. Ma non per questo meno interessante» – esordisce Mondani. Quella con Data Manager è una conversazione a tutto campo, anche per illustrare come Capgemini stia sempre più cambiando pelle, proprio per essere costantemente in grado di proporre quel valore aggiunto che consenta ai clienti di affrontare meglio le turbolenze del mercato. «La richiesta dei clienti è cambiata in modo drastico negli ultimi anni – prosegue Mondani: si privilegiano sempre più le attività volte a ridurre i costi, ma sta anche riprendendo la domanda di attività a valore. Sono anche scesi i prezzi, così com’è variato il mix delle attività. E questo impone di essere reattivi al massimo, investendo sulla riqualificazione delle persone e puntando su aree nuove». Qualche esempio? «Digital transformation, revisione dei canali di vendita, Internet of Things, Big Data» – esemplifica Mondani, facendo capire però che non si tratta di un elenco esaustivo e scolpito nella pietra, perché il cambiamento è più che mai la vera costante dello scenario attuale. Così come accade per i clienti, affrontare il cambiamento per Capgemini significa «investire moltissimo, a tutti i livelli, ma soprattutto sulle risorse umane: chiuderemo il 2014 a quota 500 assunzioni di persone nuove, raggiungendo un totale vicino alle tremila unità. Se si considera che il turnover fisiologico è nell’ordine del 9-10%, quest’anno la crescita in termini assoluti è di circa 200 persone in più» – spiega Mondani.
Acquisizioni in primo piano
Ma la società investe anche nelle acquisizioni, per esplorare nuove aree e per consolidare le competenze nei settori tradizionali di attività. Tra le acquisizioni più rilevanti, si possono citare quella di giugno 2011 che ha riguardato il Gruppo AIVE, l’azienda italiana di servizi IT, diventata pienamente operativa nel settembre successivo, e quella più recente del ramo d’azienda attivo nei financial services di Akhela, avvenuto a fine luglio scorso. «Oggi, esiste solo Capgemini, nel senso che le aziende acquisite sono entrate a far parte della nostra organizzazione a tutti gli effetti, permettendoci di rafforzare le nostre competenze e indirizzandoci verso le aree a maggiore sviluppo» – sottolinea Mondani. Gli ambiti sui quali la società punta in particolare sono «le attività di application management strutturate e il Software as a Service (SaaS), che crescerà ancora, man mano che le piccole e medie imprese evolveranno verso il cloud. Ma non solo: abbiamo anche iniziato a far crescere i ricavi derivanti dal software prodotto da noi» – rivela Mondani, aggiungendo che – «pur se al momento i numeri sono limitati, si tratta di un’area che giudichiamo molto promettente, in quanto la nostra idea è quella di non lavorare più solo sui progetti sulla base di piattaforme di terzi. Ci siamo dati un piano molto aggressivo che parla di una crescita del 5-10% all’anno nell’impiego di software prodotto da noi, con l’obiettivo di stabilizzarci su una quota paritetica, 50-50, tra nostre soluzioni e piattaforme di terzi, anche in considerazione del fatto che c’è sempre una parte incomprimibile di application management che riguarda soluzioni già presenti nelle aziende».
Obiettivi ambiziosi
Banche, assicurazioni e manifatturiero sono i settori di riferimento delle soluzioni realizzate da Capgemini, nell’ambito di una strategia che è stata intrapresa a livello centrale e che vede già lo sviluppo di numerosi prodotti su scala internazionale. Si tratta di un tassello importante nel raggiungimento dell’obiettivo di «arrivare anche in Italia a essere tra i primi cinque grandi del settore in termini dimensionali, visto che come brand ci siamo già» – sottolinea Mondani, ricordando che in Francia – dove si trova la casa madre della società, fondata come noto a Grenoble nel 1967 – occupa la prima posizione, così come in Olanda, mentre nel Regno Unito è tra i primi cinque, e gode di un ottimo posizionamento nell’area Est Europa, «dove il potenziale di crescita è tuttora buono, anche se saranno necessari ulteriori investimenti da parte dell’Unione Europea».
Tornando all’Italia, «il 2014 si chiuderà in crescita dell’8% – anticipa Mondani – grazie all’andamento dei settori finance e PA centrale, dove abbiamo messo a segno alcuni progetti importanti, mentre l’ambito manufacturing è tuttora in contrazione». Tra i numerosi progetti che hanno caratterizzato il 2014, il ceo di Capgemini Italia cita in particolare il rifacimento dei sistemi di gestione del debito pubblico, «una forte collaborazione con il ministero dell’Economia e delle Finanze su un progetto molto esigente in termini di tempi, qualità e volume dell’impegno di persone» e le attività in atto con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, in ambito service desk e application management, con gestione anche di altri siti fuori dall’Italia.
Uno sguardo al 2015
Avvicinandoci al 2015, si possono azzardare alcune previsioni: «Per il prossimo anno ci siamo dati un obiettivo di crescita organica molto ambizioso del 10%. Ma riteniamo di poterlo centrare, in quanto anche nel 2014 abbiamo raggiunto l’obiettivo» – spiega Mondani. Le linee sulle quali si svilupperà il 2015 sono sostanzialmente l’innovazione e i prodotti, con un occhio di riguardo a una nuova area di servizi specifici: «Invece di chiamarli “digital”, preferiamo l’espressione “fast growth”, in quanto ci siamo posti l’obiettivo di farli crescere del 25% nel 2015, anche perché si tratta di servizi strategici per la crescita dei nostri clienti» – conclude Maurizio Mondani.
Foto di Gabriele Sandrini