Gli hacktivisti sequestrano l’account Twitter del gruppo dopo l’annuncio di voler utilizzare “forza letale” contro i manifestanti di Ferguson
La cittadina di Ferguson, nel Missouri, è diventata famosa nei mesi scorsi per le vicende attorno all’uccisione di un giovane ragazzo di colore da parte di un poliziotto locale, che avrebbe sparato per difendersi dal ragazzo, necessità mai confermata dalle indagini. Dallo scorso agosto, non si contano più le manifestazioni di protesta dei civili nei confronti di un rinnovato sentimentio razzista che avrebbe invaso parte degli Stati Uniti, sentore di un malessere che sembrava oramai estinto negli anni. Lo scontro tra chi vuole giustizia per Michael Brown e chi invece punta il dito contro la criminalità (Brown prima di morire si sarebbe macchiato di un furto in un negozio vicino alla tragedia) si riscalda con la discesa in campo del web, anzi di coloro che si dicono difensori della verità in rete: gli Anonymous.
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Fazioni virtuali
Solo qualche ora fa, il gruppo di hacker più famosi al mondo, ha comunicato di aver sequestrato l’account Twitter del gruppo Ku Klux Klan, notoriamente mosso da ideologie razziste. L’account del microblog della sezione statunitense del gruppo è ora sotto il controllo degli Anonymous, che hanno avviato l’operazione #OpKKK, ovvero contro le azioni dei “tradizionali cavalieri americani del Ku Klux Klan”. Il motivo sarebbe molto semplice; la settimana scorsa i membri del gruppo, la cui base USA è a poche decine di chilometri da Ferguson, avevano cominciato a distribuire volantini in città annunciando l’arrivo di una “forza letale” contro i manifestanti pro Michael Brown, più uniti che mai in prossimità della decisione del giudice sui colpi partiti dalla pistola di ordinanza del poliziotto Darren Wilson. In risposta alle azioni annunciate dal Ku Klux Kan, gli Anonymous si sono affiancati alle proteste di Ferguson, rubando l’account Twitter e inneggiando alla libertà del web. Entro stasera è atteso un comunicato ufficiale degli hacker.