Il premier ungherese Orban ha annunciato che la proposta della prima tassa su Internet è al momento inattuabile e sarà ridiscussa a gennaio
Nei giorni scorsi il partito del premier ungherese Viktor Orban aveva proposto la prima tassa al mondo sull’utilizzo di Internet. La cosa ha scatenato lo sdegno dei cittadini, che a migliaia hanno invaso le strade della capitale Budapest per protestare contro un provvedimento che ritengono lesivo delle propri diritti. Oggi Orban ha fatto un passo indietro rispetto alle sue precedenti dichiarazioni e ha annunciato via radio che “nella sua forma attuale” la tanto osteggiata tassa su Internet “non può essere adottata”.
Per ora niente tassa su Internet
La proposta di legge di Orban prevedeva un prelievo di 150 forint, pari a circa 0,49 euro, a gigabyte. Secondo il governo il provvedimento sarebbe servito a rimpinguare le casse dello Stato ormai agli sgoccioli mentre i 10mila manifestanti scesi in piazza con i propri smartphone, ispirati dagli studenti di Hong Kong che chiedono maggiori diritti alla Cina, sostenevano che lo scopo della tassa su internet fosse quello di ottenere un maggiore controllo sulla popolazione.
Dopo che anche l’Unione Europea ha criticato la proposta di Orban, definita “l’ultima di una serie di misure prese a livello nazionale che limitano la libertà”, l’esecutivo ha deciso di fare un passo indietro. La legge, ha confermato lo stesso premier ungherese, sarà ridiscussa a gennaio tramite una consultazione nazionale.