John De Leo, sperimentazione vocale e tecnologica nel nuovo album

john de leo

E’ stato pubblicato ieri “Il grande Abarasse”, nuovo disco di inediti di John De Leo, cantante e compositore conosciuto per la sua attitudine sperimentale e per il particolare uso che fa della sua voce-strumento. Artista eclettico e carismatico, di grande talento, ci racconta dell’album e della sua continua ricerca del nuovo

«Se le tracce non corrispondono ai numeri sul display del lettore, non riportate il cd al rivenditore»

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Sono passati più di sei anni dal tuo ultimo disco, “Vago Svanendo”: cos’è successo in questo tempo?

John De Leo: Ho incontrato tanti musicisti, bravi, che poche volte purtroppo si vedono in tv; sono dei veri e propri modificatori del linguaggio che hanno un infinito rispetto del pubblico e dell’arte. Forse non ho fatto niente (ride, nda).

Sulla tua pagina Facebook  inviti il pubblico a mandarti spiegazioni sul significato del titolo “Il grande Abarasse”. Perché non ce lo spieghi tu cosa vuol dire?

Tutto quello che pensate significhi, è. Io ho delle mie ipotesi.

Cover Il Grande Abarasse_media

Di certo c’è che è un concept album ambientato in un condominio…

È una specie di concept ambientato in un condominio, in cui ogni canzone corrisponde a un appartamento. Il mood ricorrente è un’esplosione in ogni canzone: ho immaginato come ogni condomino traducesse questa esperienza secondo il momento contingente e la sua situazione emotiva.

Cosa potrebbe essere successo?

Non lo so. Di per certo a me interessava che l’esplosione corrispondesse a una deflagrazione interiore, la cui miccia era già accesa in ognuno dei condomini.

Questi musicisti (tanti e di talento) che suonano con te come li hai messi insieme?

Le evoluzioni vocali che propongo mi auguro non siano fini a se stesse: sono inserite in un contesto musicale e spesso accompagnano delle parole, magari in modo non consueto. Mi interessano la vocalità e l’aspetto letterario delle canzoni, e anche il contesto musicale dove inserirli. Questi musicisti sono tutti amici, professionisti. C’è anche l’orchestra Filarmonica di Bologna nel lato più sperimentale del cd, che è il Ghost Album di divagazioni orchestrali – presente oltre alle tracce ufficiali – in cui io compaio poco o niente.

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Ci spieghi il Ghost Album?

Ci sono 10 tracce nel disco, più altre 6 nel ‘disco fantasma’. Da anni pensavo a un numero di tracce o a una durata tale da poter comporre un intero album nascosto. Che io sappia non è mai stato fatto. Lo devo fare, mi dicevo. In definitiva, il Ghost Album dura circa mezz’ora. E’ stato un lavoro molto impegnativo a cui ho dato importanza pari all’album ufficiale. Se le tracce non dovessero corrispondere ai numeri sul display del vostro lettore non riportate il cd al rivenditore (come è accaduto con “Vago Svanendo”). Questa volta le ghost track si trovano dopo i brani ufficiali, nel cosiddetto pregap tra un pezzo e l’altro.

E per quanto riguarda la sperimentazione?

Consiglio l’ascolto del Ghost Album in cuffia; l’Orchestra Filarmonica del Comunale di Bologna è stata registrata con microfoni ‘binaurali’ che conferiscono un’ambientazione uditiva straniante, in 3D.

Tra l’altro, ti piace la manipolazione del suono in tempo reale…

Sì, è un aspetto a cui tengo molto.

Quello che sentiamo nel disco sarà portato in giro esattamente così negli spettacoli dal vivo?

Me lo auguro, perché la formazione è cospicua, e non è facile di questi tempi muoversi con un ensemble così.

John De Leo presenterà live il disco oggi, mercoledì 8 ottobre, a Roma (ore 18, Feltrinelli di via Appia Nuova), giovedì 9 ottobre a Milano (18.30, Feltrinelli di Piazza Piemonte), e venerdì 10 ottobre a Bologna (18, Feltrinelli di Piazza Ravegnana).

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