Presentati oggi a Milano in occasione del “SIA EXPO 2014”, dedicato alla Digital Transformation, i risultati della ricerca SIA sulle percezioni e atteggiamenti degli italiani rispetto ai pagamenti digitali
E’ stata presentata oggi a Milano nel corso del “SIA EXPO 2014”, l’evento dedicato alla “Digital Transformation”, l’indagine di SIA, effettuata da SWG su un campione di 1.000 cittadini italiani (più altri 200 tra dipendenti della PA e insegnanti), sulle percezioni e atteggiamenti rispetto ai pagamenti digitali
I risultati della ricerca evidenziano la presenza di un’Italia a due velocità, con una netta contrapposizione tra una quota di popolazione refrattaria all’utilizzo degli strumenti di pagamento digitale (definiti come “low users”, che raccolgono il 35% del totale degli intervistati) ed una quota, all’opposto, fortemente digitalizzata e che vorrebbe un ulteriore potenziamento delle opportunità di utilizzo delle forme di pagamento digitale (definiti come “heavy users” che raccolgono il 23% del totale degli intervistati).
Le differenze tra low users e heavy users derivano da due fattori chiave: l’atteggiamento culturale rispetto al mondo digitale in senso lato e l’esperienza concreta unita al grado di consapevolezza dell’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.
Low users: le paure che disincentivano l’uso dei pagamenti digitali
In particolare, i low users considerano il denaro digitale meno sicuro (giudizio pari a 5,6 punti su una scala di 10 contro i 7,3 del denaro contante), meno economico rispetto al denaro contante (5,3 contro 6,9) e meno efficace per poter mantenere il controllo delle proprie spese (5,2 contro 7,4 del denaro contante).
Chi utilizza meno le forme di moneta elettronica adduce come motivazione la paura di subire truffe (27%), di perdere il controllo sulle spese effettuate (23%) ed una generale diffidenza nei confronti delle forme di pagamento digitale a favore del contante (21%).
Heavy users: pagamenti digitali, più si usano e più convincono
Gli heavy users, invece, per quanto siano coscienti di alcuni rischi di sicurezza e benchè abbiano subito più spesso una truffa informatica (39% contro il 13% dei low users), hanno una rappresentazione dei pagamenti digitali decisamente più positiva, basata sull’esperienza, che li porta a ritenere il denaro elettronico più comodo (8,5 punti su una scala di 10 contro i 6,5 punti del denaro contante), veloce (8,3 contro 7,1), semplice (8,2 contro il 7,7), sicuro (7,3 contro 7,2), economico (7,3 contro 6,6) ed efficace per il controllo delle spese (7,1 contro 6,8).
Anche gli heavy users sono particolarmente attenti alla sicurezza e mostrano gradimento nei confronti di tutte le azioni proposte durante la rilevazione a maggiore tutela del consumatore (sms di conferma degli avvenuti pagamenti, utilizzo di codici di sicurezza aggiuntivi quando si fanno pagamenti digitali, assicurazioni che garantiscano il rimborso da eventuali truffe).
Molto diffusa è anche la percezione che siamo di fronte ad un ineludibile cambiamento, che non può essere arrestato e che vede gli altri Paesi europei più avanti dell’Italia: ne è convinto l’88% degli heavy users e il 62% dei low users.
Anche i low users lo riconoscono, ma sembrano mantenere un atteggiamento di resistenza che li porta ad arroccarsi sulle proprie abitudini, evitando ogni cambiamento, fino a quando non sarà del tutto inevitabile usare la moneta elettronica.
In prospettiva la maggior parte degli intervistati (ben l’82% degli heavy users) attribuisce alle forme di pagamento elettronico un ruolo importante nella lotta all’evasione fiscale, in una visione del futuro in cui la transizione completa verso i pagamenti digitali sarà lenta (80% del campione), ma inesorabile, e sarà caratterizzata dalla diffusione di sistemi più sicuri integrati con i dispositivi mobili di ultima generazione.
PA digitale
Gli heavy users vorrebbero poter utilizzare in misura sempre più massiccia i pagamenti elettronici, soprattutto nelle spese che riguardano la Pubblica Amministrazione: dalle tasse Imu, Tasi, Tari (62%) ai parcheggi cittadini (20%) e si dicono pronti anche ad una ulteriore dematerializzazione attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili anche per effettuare micropagamenti.
Proprio la Pubblica Amministrazione svolgerà un ruolo cruciale per la crescita futura dei pagamenti digitali. I dipendenti della PA intervistati sono consapevoli degli effetti positivi che la digitalizzazione dei processi e dei pagamenti potrà portare (92%) e del miglioramento della qualità dei servizi resi agli utenti (88%), ma allo stesso tempo gli insegnanti evidenziano una certa paura che i processi riorganizzativi legati alla transizione verso il digitale possano portare ad una riduzione del personale impiegato (65%).
La ricerca di SIA mostra inoltre che solo il 36% del campione totale è a conoscenza della scadenza del 31 dicembre 2015 entro cui tutti gli enti della PA, a livello locale e centrale, dovranno consentire pagamenti elettronici (contravvenzioni, imposte, ticket sanitari etc.) adeguando le proprie procedure.
Alla domanda quale scenario crede sarà più probabile alla fine del prossimo anno, solo il 13% ritiene che tutta la Pubblica Amministrazione sarà in grado di accettare pagamenti digitali, il 41% immagina che i termini di legge verranno posticipati e il restante 46% ipotizza che alcuni enti non saranno pronti e ci saranno disservizi per i cittadini.