Presentata all’Hitachi Information Forum di Milano l’aggressiva strategia di convergenza infrastrutturale che punta a promuovere lo specialista di storage come fornitore “single stop” di informatica agile
Un pomeriggio denso di messaggi rivolti a un paese, l’Italia, dove la spesa in Information Technology si contrae, ma che allo stesso tempo fatica nel fare scelte precise scelte qualitative verso la trasformazione delle infrastrutture. All’Hitachi Information Forum di Milano (giovedì è in programma la replica romana dello stesso evento), il country manager di Hitachi Data System Walter Simonelli lancia la candidatura della sua azienda al nuovo ruolo di fornitore convergente che non si focalizza più soltanto sui sistemi di storage. «Con oltre 500 petabyte di dati gestiti, oggi HDS è l’azienda con il maggior footprint in termini di storage virtualizzato. Grazie alla sua esclusiva piattaforma di unificazione e ai suoi partner strategici, la formula “One Hitachi” è al fondamento infrastrutturale del continous cloud» ha detto Simonelli.
Per Dario Pardi, vicepresident EMEA, il cambiamento di scenario imposto dalla proliferazione dei dati e dal crollo delle tradizionali barriere merceologiche che in passato permettevano di distinguere nettamente tra settori di mercato, esalta il valore di un gruppo industriale come Hitachi. La conglomerata da 96 miliardi di dollari e 326 mila dipendenti al servizio della diagnostica medica come dei trasporti, dell’elettronica come dell’automazione in fabbrica, si propone, attraverso HDS, come fornitore delle soluzioni integrate della Hitachi Unified Compute Platform. «Se la vostra azienda ha un’idea, vuole fare qualcosa di nuovo, venite a parlare con noi» esorta Pardi concludendo l’edizione milanese del Forum con uno statement che rappresenta anche una sfida ai concorrenti diretti.
Big data, cloud e IoT sono state le due parole d’ordine che Roberto Masiero di The Innovation Group ha evocato in apertura, introducendo gli interventi degli specialisti HDS all’insegna di “una informatica che ci porta fuori dall’informatica e dentro l’economia digitale». Sono finiti i tempi dell’IT concentrato sui dati transazionali e sulle informazioni strutturate generate nel lavoro d’ufficio. Nel nuovo mondo dei dati non strutturati e real time generati da applicazioni e stili di consumo sempre più mobili, e nell’attesa che questa produzione di dati esploda ulteriormente con la Internet delle cose, la spinta verso le soluzioni informatiche convergenti e il cloud diventa inevitabile per le aziende che hanno un unico obiettivo: riuscire a trasformare il dato in informazione e l’informazione in valore. Un fornitore come HDS, che un tempo poteva permettersi di ragionare in termini di specializzazione, di sistemi di archiviazione dei dati, oggi secondo Masiero deve rispondere alla richiesta di soluzioni convergenti con vere e proprie piattaforme di gestione dell’informazione. «Dalle piattaforme nascono gli ecosistemi come quello che riunisce HDS, i suoi partner e i clienti, ecosistemi che generano valore. E il valore si traduce in una innovazione “social” che coinvolge tutti».
Nella visione espressa nella strategia Hitachi Social Innovation, ha poi sottolineato Walter Simonelli, «le decisioni non si possono prendere basandosi su modelli infrastrutturali e processi tradizionali». Occorre una profonda re-ingegnerizzazione dei sistemi aziendale, un cambiamento anche negli economics dell’IT. Hitachi Data System intende affiancare i clienti in questa trasformazione anche con servizi di natura consulenziale. In Italia HDS mette a disposizione le competenze di un centinaio di dipendenti in due sedi nazionali avvalendosi anche dei servizi di Accadis, value added distributor nato, come ha precisato in collegamento video la responsabile marketing Marina Tedone, «dalla precisa volontà di proporre HDS come una vera solutions company.»
Roberto Salucci, specialist solution consultant, si è focalizzato sugli aspetti infrastrutturali di questa nuova economia dei dati. «Una infrastruttura che deve essere sempre disponibile, fortemente automatizzata e soprattutto agile. La virtualizzazione del data center sarà la chiave della continous cloud infrastructure» ha detto Salucci citando le principali linee di offerta HDS che indirizzano questa evoluzione (Storage virtualization Os, i sistemi G1000 Virtual Storage, la nuova Command Suite 8 e il layer di integrazione della Unified Compute Platform). Enrico Panichelli, che nella regione EMEA si occupa di business development e degli accordi multinazionali, ha parlato dell’allargamento delle competenze HDS nell’ambito delle soluzioni big data e analytics, «dove cresce – sottolinea lo specialista – la richiesta di strumenti predittivi ma anche “prescrittivi”» capaci cioè di supportare e addirittura suggerire le decisioni vincenti. Mentre Mauro Iotti, Ucp sales specialist, e Giovanni Tracia, consulente communications & media si sono infine soffermati sul cloud computing ibrido e gli sforzi che HDS mette in campo nello sviluppo di soluzioni verticali integrate che contribuiscano a colmare quei divari culturali che segnano, in Italia, il ritardo nell’adozione delle tecnologie di trasformazione.