Questa mattina la home page di Google celebra il 108esimo anno di Hannah Arendt, filosofa, storica e scrittrice tedesca che si batté per il pluralismo e la democrazia diretta, rivendicando il suo pensiero indipendente e la libertà di discussione politica
«Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. La realtà è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani». Frase che già negli anni Quaranta rivela chiaramente il fulcro del pensiero della filosofa tedesca, nata ad Hannover il 14 ottobre 1906 e naturalizzata statunitense.
Teoria politica, non filosofia
Google la ritrae immersa in un’atmosfera da foto d’epoca, mentre ci sorride seduta alla scrivania con la penna in mano, davanti ai suoi libri.
Hanna Arendt visse in pieno il periodo di persecuzioni e privazioni di diritti civili in Germania dal 1933, che la portarono a decidere di emigrare, a causa delle sue origini ebraiche. Le fu però ritirata la cittadinanza nel 1937, così Hannah rimase apolide fino a quando non ottenne la cittadinanza statunitense, nel 1951.
Da allora lavorò come giornalista e maestra di scuola superiore, pubblicando opere importanti di filosofia politica. Tuttavia ad Hannah non piaceva essere inquadrata come filosofa, preferendo che si definissero i suoi scritti come teoria politica, invece che filosofia politica.
Una pensatrice trasversale
Comunque la si voglia definire, la Arendt lottò per difendere il concetto di «pluralismo» in politica, un concetto che alimenta la libertà e l’uguaglianza tra le persone.
Anche se Hannah disquisiva delle sue teorie soprattutto riferendosi all’ambito politico, spesso viene studiata come filosofa soprattutto per le sue analisi critiche di filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, Immanuel Kant, Martin Heidegger, Karl Jaspers. La Arendt attinge inoltre come fonti anche biografie e opere letterarie, oltre che documenti filosofici politici e storici.
Una donna con un pensiero trasversale, il cui sistema di analisi, influenzato anche da Heidegger, attraversa differenti ambiti dello scibile e diverse specialità accademiche.
Gli argomenti su cui scrisse Hannah Arendt spaziano infatti dalla natura del potere alla politica, dall’autorità al totalitarismo. Ricordiamo, tra le opere principali, `Le origini del totalitarismo´ (1951), in cui delineò le origini dello stalinismo e del nazismo e le loro connessioni con l’antisemitismo; `Vita Activa. La Condizione umana´ (1958); La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme’ (1963).
Hannah Arendt morì il 4 dicembre 1975 a causa di un attacco di cuore e fu sepolta al cimitero del Bard College, in Annandale-on-Hudson, New York.