Bassilichi – L’arte del pagamento elettronico

marco bassilichi

Un passato di bottega artigianale per la manutenzione di macchine contabili e copiatrici, poi la prima svolta con la digitalizzazione dei beni artistici. Oggi, il gruppo fiorentino domina le tecnologie per la moneta digitale e punta sulla crescita internazionale e la trasformazione del back-office della banca

Nasce più di mezzo secolo fa, con lo spirito della classica bottega artigianale, la società toscana di servizi tecnologici di oltre duemila dipendenti e una stima di fatturato consolidato per il 2014 di 303 milioni: Bassilichi non solo rappresenta un caso di avanguardia tecnologica tutta italiana nello sviluppo di soluzioni di monetica e sistemi di pagamento, ma si appresta a rivoluzionare – con i suoi esclusivi modelli di outsourcing avanzato dei processi – anche un mondo complesso e geloso delle sue prerogative come il back-office delle grandi banche. La strada percorsa da Bassilichi è lunga e caratterizzata da svolte significative, ma lo spirito tipicamente fiorentino dell’impresa, sempre capace di esprimere il meglio della propria dirigenza e di tutti i collaboratori per raggiungere livelli di assoluta eccellenza, è un forte elemento di continuità.

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Appena costituita, nel 1957, dai genitori di Marco e Leonardo, uno presidente, l’altro amministratore delegato, Bassilichi si specializza in macchine contabili, microfilm e copiatrici, attirando così una solida clientela fatta di aziende, studi professionali e soprattutto di banche che devono attrezzare i loro sportelli. Da questa competenza originaria, si sviluppa tutta la successiva storia del gruppo. «Chi conosce quella prima fase della storia non immagina che la vera mente imprenditoriale dell’iniziativa era mia madre Mara» – racconta Marco Bassilichi, che oggi presiede la società. Accanto a lei il padre, Giovan Gualberto, è il geniaccio dell’elettromeccanica e delle vendite, capace di portare alla rapida affermazione commerciale una realtà che nel 1984 contava più di 150 dipendenti e fatturava 14 miliardi di lire. La prima grossa trasformazione avviene proprio in quegli anni a causa di un duplice evento traumatico. Nel 1984, scompare prematuramente la fondatrice e pochi mesi dopo, in seguito a un brutto incidente, anche papà Giovan Gualberto sarà rapidamente costretto a cedere la guida dell’azienda al più grande dei tre figli, Luca, successivamente fuoriuscito dalla compagine azionaria in cui Marco e Leonardo sono oggi gli azionisti di riferimento. Un ruolo che resta di controllo e non di comando, come rileva Marco Bassilichi, nel rispetto di una filosofia aziendale che punta solo sulla managerialità.

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Leonardo Bassilichi – amministratore delegato di Bassilichi

 

DAL MICROFILM ALL’INCUNABOLO

È la fine degli anni 80 ed è il momento in cui l’azienda di servizio dall’esperienza accumulata con i sistemi di microfilmatura e le prime tecnologie di acquisizione documentale costruisce un’offerta rivolta alle esigenze di archiviazione delle aziende private e della pubblica amministrazione. Il filone dei servizi orientati alla clientela bancaria prosegue, ma Bassilichi diventa nota a un pubblico meno specializzato per le sue attività nel campo documentale a supporto delle necessità di archiviazione e classificazione dei beni culturali toscani e persino nel campo editoriale, con una pionieristica edizione digitale del codice Hammer-Leicester di Leonardo da Vinci, acquisito vent’anni fa da Bill Gates. L’espansione della società, che assume in un colpo solo 200 giovani di formazione umanistica, all’epoca, è legata alla scommessa del rinnovo dei contratti con i Beni Culturali. Già allora, le commesse pubbliche sono rischiose, il cliente è difficile e i tempi di pagamento molto lunghi. Quando Bassilichi raggiunge la soglia dei 400 dipendenti, le difficoltà spingono il management a cercare una partnership tra le banche con cui hanno le relazioni più forti, come Banca Toscana e la senese Monte Dei Paschi. Quest’ultima – ancora oggi tra i clienti di riferimento di Bassilichi – si dichiara disposta a entrare nell’azionariato della società, ma anche i giovani fratelli che la guidano e tutti i dipendenti devono impegnarsi. «Più di cento collaboratori decidono di rilevare quote dell’azienda convertendo la loro liquidazione» – racconta Marco Bassilichi.

Alle soglie del nuovo millennio, in un momento in cui l’informatica delle banche sta vivendo, con la sfida dell’anno Duemila, una fase di grande sviluppo, tra outsourcing delle prime attività, e-commerce e Internet banking, Bassilichi si focalizza proprio su tali settori, rafforzando gli aspetti della documentazione e del back-office, della sicurezza fisica, ma soprattutto della moneta elettronica, la cosiddetta “monetica”. Intuendo che l’evoluzione dei terminali POS sarebbe diventata una formidabile arma strategica, dapprima nella relazione di business con istituzioni bancarie sempre più interessate a esternalizzare i processi periferici, poi sempre più in senso B2B2C, con il vasto mercato dei servizi più direttamente rivolti a consumatori, che coinvolgono le associazioni di categoria, attività commerciali, industria del turismo. «A quel punto diventa necessario per Bassilichi dotarsi di proprie tecnologie, attraverso un’espansione che si basa sull’acquisizione di altre aziende e sull’ingresso di capitali di private equity» – spiega Marco Bassilichi.

Danilo Rivalta direttore divisione marketing e commerciale Bassilichi
Danilo Rivalta – direttore divisione marketing e commerciale Bassilichi

 

INGRESSO IN BANCA

Alla fine del 2008, con l’acquisizione di quote di controllo del Consorzio Triveneto, Bassilichi consolida il proprio ruolo di fornitore di servizi di monetica e recentemente può contare anche su un solido nucleo di attività fuori dai confini italiani, primariamente in area balcanica e con alcuni clienti in Nord Europa, Africa e Asia. «Il potenziamento di queste attività globali sono uno dei punti caratterizzanti dell’attuale strategia di Bassilichi» – conferma Danilo Rivalta, manager con una lunghissima carriera in società come BMC Software, DIEBOLD ed Euronet Worldwide (società indipendente che gestisce una propria rete di bancomat) e che ha recentemente assunto la direzione di tutta la divisione marketing e commerciale del gruppo. «I mercati esteri rappresentano infatti una formidabile opportunità di business, vista la propensione di molti “green market” ad adottare una vision di servizio nel mondo dei pagamenti libera dai vincoli burocratici e culturali che in Italia – paradossalmente – limitano il potenziale di sviluppo delle tecnologie. Non a caso – continua Rivalta – dopo un’intensa attività di scouting, abbiamo deciso di acquisire la maggioranza di Ars Blue, una realtà serba di eccellenza che ha sviluppato una piattaforma completa per la gestione di transazioni tramite POS, ATM, self service e anche tramite device mobili e che vanta installazioni in tre continenti». E questa operazione è fondamentale «in quanto ci consente di entrare nel mondo dell’aquiring e dell’issuing e di competere a livello globale» – conclude Rivalta.

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In Italia, invece, le due società del Gruppo particolarmente strategiche per Bassilichi sono Moneynet, al momento controllata attraverso la partecipazione maggioritaria in Consorzio Triveneto e Fruendo, la joint venture tra Bassilichi (60%) e Accenture (40%) in cui all’inizio del 2014 sono confluite oltre mille risorse che facevano parte del ramo d’azienda MPS dedicato all’insourcing di servizi amministrativi e back-office. Muovendosi sul doppio fronte costituito dagli strumenti di pagamento arricchiti da innovativi servizi a valore aggiunto di Moneynet e dall’avanzata offerta di esternalizzazione, Bassilichi sta conducendo la sua partita da fornitore di tecnologie bancarie che continua, anche ora che l’Arte non è più tra le sue specialità, ad abbinare competenza e creatività. «Il nostro mestiere – afferma l’amministratore delegato, Leonardo Bassilichi – è sempre stato quello di rompere certi schemi e siamo sempre stati criticati per questo. Ma a differenza di tanti altri, noi siamo ancora qui, grazie alla nostra capacità di non pensare solo alla redditività nell’immediato ma al valore dell’azienda e di guardare alla continuità al posto della sola marginalità. Da tempo, Bassilichi non è più un’azienda di proprietà perchè io e Marco abbiamo meno del 25%. Questo è un fattore che ci permette di affrontare sfide importanti con maggiore serenità, anche nella nostra strategia di aggregazione».

Un’altra caratteristica peculiare di Bassilichi è la relazione profondamente diversa con la forza lavoro, in netta controtendenza con le attuali prassi di delocalizzazione perseguite da molti service provider. «Le persone sono il nostro unico asset. L’unica logica possibile per Bassilichi è il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, persino in Serbia, dove molte imprese italiane delocalizzano, restiamo esportatori e integratori di competenze e tecnologie» – rimarca l’AD, che da giugno è anche il nuovo presidente della Camera di Commercio di Firenze. Sul versante interno, Leonardo Bassilichi intende proseguire la manovra di rifocalizzazione e accorciamento della filiera di controllo. «Dobbiamo riportare al marchio Bassilichi competenze, attività e di conseguenza identità» – riconosce il manager, conscio dei rischi di dispersione insiti nei processi di crescita per aggregazione».

UN FUTURO DI DISINTERMEDIAZIONE

Tutto questo deve preparare Bassilichi ad affrontare, con le tecnologie e l’outsourcing di processo, un futuro che l’ambiente bancario guarda con preoccupazione. Sottoposte alla pressione da parte di grandi brand multinazionali capaci di generare grandi volumi di transazioni commerciali, le banche temono l’erosione dello storico rapporto tra istituti, commercianti e acquirenti. Bassilichi – suggerisce l’AD – punta a inserirsi in questo contesto come «un’Ikea dei pagamenti», uno store di terminali, applicazioni e servizi in grado di abilitare un diverso rapporto tra commercianti, fornitori di servizi e i loro clienti. «Si deve lavorare su due fronti – abilitando i merchant ad affrontare la digitalizzazione della moneta favorita dalle normative che impongono di accettare il pagamento elettronico oltre la soglia dei 30 euro – e agendo sui consumatori con la leva della varietà dei servizi, del pagamento come gioco». Il terzo fronte, quello dei clienti più tradizionali, si presidia facendo diventare Bassilichi il migliore alleato della banca che vuole continuare a essere protagonista.

L’azienda fiorentina ha già al proprio attivo due servizi andati live con Moneynet in Italia e con la società Bassilichi CEE in Serbia. Da un lato DoctorPay, terminale POS mobile a costo zero che consente anche ai medici di famiglia di incassare le parcelle attraverso il proprio smartphone, senza costi fissi e in modo indipendente dalla banca d’appoggio. Dall’altro Pay on board, un nuovo servizio adottato dai tassisti di Belgrado (come a Firenze e Vicenza) per il pagamento delle corse con carta di credito. Il manager responsabile del catalogo di soluzioni di monetica in ambito b2c è Marco Di Cosimo, AD di Moneynet. «Anche dopo l’acquisizione dell’originaria società siciliana da parte del Consorzio Triveneto e l’ingresso di quest’ultimo nel gruppo Bassilichi – racconta Di Cosimo – Moneynet conserva la vocazione, che è nel suo DNA, allo sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito della monetica». Lo scenario di business cambia completamente nel 2013, con l’implementazione della direttiva europea sui servizi di pagamento, la famosa “PSD”. Moneynet è tra le prime a chiedere a Banca d’Italia di diventare “istituto di pagamento”. È una svolta che spinge il gruppo Bassilichi a rivolgersi anche a un mercato più ibrido, aggiungendo al business il target consumer.

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Marco Di Cosimo AD Moneynet, società del gruppo Bassilichi attiva nello sviluppo di sistemi di pagamento evoluti in ambito B2C
Marco Di Cosimo – AD Moneynet, società del gruppo Bassilichi attiva nello sviluppo di sistemi di pagamento evoluti in ambito B2C

 

SITUAZIONE WIN-WIN

«La natura del nostro mercato – sottolinea il responsabile di Moneynet – è legato alle sue origini bancarie, ma non possiamo non tener conto di un quadro normativo che tende a favorire la disintermediazione». Quando si parla di monetica, B2C significa poter offrire a qualsiasi tipo di esercente o professionista strumenti di pagamento nuovi, corredati da un’ampia tipologia di servizi mirati a generare fidelizzazione e nuovo business. «Con la moneta elettronica – prosegue Di Cosimo – il pagamento diventa sinonimo di terminale POS, una commodity attraverso cui i nuovi istituti di pagamento previsti dalla normativa possono aiutare il merchant a moltiplicare gli affari e rafforzare la relazione con i clienti. Proprio perché non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare al rapporto privilegiato con i nostri clienti bancari – spiega Di Cosimo – non parleremo solo con gli esercenti, ma cercheremo di portarli nel mondo dei servizi B2B2C coinvolgendo le banche per prime, rendendole più competitive». Di Cosimo è molto ottimista sull’effetto moltiplicativo della nuova legge sui pagamenti. Dai un milione e mezzo scarso di POS italiani (Bassilichi ne gestisce 237mila, per un volume di transazioni di oltre 25 miliardi di euro), le proiezioni parlano forse di un altro milione di terminali. Tra le prime novità c’è proprio DoctorPay, il servizio che Moneynet ha realizzato per i medici in collaborazione con Consulcesi, società che fornisce servizi e assistenza legale a oltre 50mila medici in tutta Italia. Si tratta di un dispositivo simile a uno smartphone da collegare via Bluetooth al cellulare del medico curante. Il grande vantaggio di DoctorPay è la totale indipendenza dall’operatore telefonico e dalla banca su cui il medico ha il conto corrente: è il professionista che sceglie dove far accreditare il pagamento del paziente. I vantaggi riguardano anche i micropagamenti e l’abbinamento con i sistemi di fidelizzazione e le applicazioni che analizzano il comportamento dei consumatori. «Siamo in pieno dominio dei big data – sottolinea Di Cosimo – e la nostra esperienza può essere fondamentale per cogliere certe opportunità. Per esempio, a Vicenza abbiamo lanciato un prodotto rivolto ai tassisti, che oggi possono rilasciare ai loro clienti uno scontrino georeferenziato su cui sono stampati informazioni, omaggi e buoni sconto per i musei o i negozi che si trovano intorno al luogo di destinazione del taxi».

L’alleanza con Accenture in Fruendo è il contraltare B2B della trasformazione che Di Cosimo ha raccontato a proposito di retail e – come osserva Leonardo Bassilichi – «permette al provider tecnologico toscano di chiudere il complicato circuito che lega ciò che esce dai nostri portamonete e ciò che avviene sul conto corrente, dietro le quinte dello sportello bancario, dando alla banca la possibilità di arricchire e personalizzare la relazione con i singoli correntisti».

È in questo delicato ambito strategico che Attilio Serrone, nominato AD di Fruendo per la sua esperienza di direttore generale del gruppo, intende portare tutto il know-how procedurale di Bassilichi, affiancando attraverso una innovativa proposta di business process outsourcing, la già ricca offerta B2B in ambito archiviazione, gestione documentale e contact center.

COSA C’È DIETRO LO SPORTELLO

Cercando di semplificare i dettagli tecnici forniti da Serrone, il modello “filiale-centrico” del sistema bancario divide in due livelli i servizi “operativi” erogati a supporto del lavoro di sportello. «Un primo livello – dice Serrone – riguarda la materialità, l’ordine, la classificazione di documenti come assegni, bonifici, effetti, deleghe fiscali». Da almeno quindici anni a questa parte, le banche hanno optato per una graduale esternalizzazione di queste attività di back-office. «Bassilichi si è rafforzata su questo mercato almeno dal 2006, con acquisizioni come Saped Servizi e eBs e una presenza ben distribuita sul territorio nazionale, con sedi a Milano, Firenze, Roma, Lecce. Ma c’è un secondo livello dei cosiddetti servizi operativi di rete, che afferisce ad attività di carattere più amministrativo – per esempio la pratica di gestione di una richiesta di fido sul conto corrente – che le banche hanno conservato al proprio interno perché legate a una forte conoscenza di processi specifici.

Fruendo nasce proprio dal conferimento alla joint venture tra Bassilichi e Accenture di mille e cento persone del gruppo Monte dei Paschi su scala nazionale, impiegate per erogare servizi di operatività di secondo livello a tutte le filiali Montepaschi con un catalogo di procedure ben note ai tecnici del back-office: credito accentrato, operatività di rete, indagini bancarie di natura giudiziaria e molti altri.

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La nuova realtà rappresenta una sfida notevole per Bassilichi, che ha dovuto innanzitutto garantire al cliente MPS la continuità operativa dei servizi già in essere e allo stesso tempo metabolizzare la robusta iniezione di nuovo personale e competenze. «Ora si apre la terza fase, della trasformazione e dell’aumento di performance» – dichiara Serrone. «Tecnologicamente, Fruendo si muove su tre direttive: l’ottimizzazione del lavoro svolto, lo sviluppo di nuovi strumenti di governo e monitoraggio ai fini di una qualità sempre maggiore e l’ideazione di tool innovativi, con un forte contenuto di automazione. Sappiamo – però – di poter contare su un capitale umano ricchissimo».

Per quanto possa essere considerato “di rottura”, l’outsourcing immaginato da Fruendo può offrire alle banche la vitale opportunità di rifocalizzarsi su una mission meno burocratica e sulla competizione con un mercato che sempre di più sarà popolato da soggetti non bancari. Questa diversificazione nella domanda rappresenta anche per Fruendo una formidabile arma competitiva nell’offerta di servizi di back-office ad altri mercati. Serrone pensa alle società assicurative, ma anche al mondo della GDO – che oggi hanno poca familiarità con procedure destinate a diventare critiche fuori dal tradizionale ambito bancario.

 

Attilio Serrone AD Fruendo, società del gruppo Bassilichi attiva nel back-office
Attilio Serrone – AD Fruendo, società del gruppo Bassilichi attiva nel back-office

 

OLTRE CONFINE

L’attraversamento dei confini è una delle mission di Danilo Rivalta, nuovo direttore marketing e commerciale per il gruppo Bassilichi. «Lo studio di opportunità che abbiamo svolto per impostare la nuova strategia internazionale di Bassilichi ci ha spinto verso l’Europa centrale, un’area che include la Russia e ha enormi spazi di miglioramento nel settore di pagamenti» – spiega Rivalta. «ll vantaggio di questa industria è che a differenza del back-office bancario e della sicurezza, ci sono meno specificità nazionali, anche a livello software. Bassilichi guarda con interesse anche a geografie come la Turchia, la Francia e la Spagna, dove ci sono buone opportunità di sviluppo di reti e servizi bancomat autonomi da specifiche insegne bancarie. «L’idea – continua Rivalta – è quella di entrare in queste aree geografiche attraverso piccole acquisizioni mirate. Così abbiamo fatto in Serbia dove, un anno fa, abbiamo costituito Bassilichi CEE, estendendoci poi a Montenegro e Bosnia e recentemente con l’acquisizione della maggioranza di Ars Blue che ha sede a Belgrado. L’obiettivo è arrivare a contare trecento persone in più, in sei o sette nazioni entro la fine del 2015».

Se il “cannocchiale” di Rivalta punta soprattutto verso Est, l’anima commerciale ha già messo a segno contratti di natura più “opportunistica”, per esempio in Islanda. «Siamo arrivati così a Nord in modo del tutto casuale, grazie a un incontro avvenuto in un salone specializzato. Il gestore di una rete di pagamenti era alla ricerca di un’azienda in grado di accelerare il deployment di servizi a valore aggiunto sui suoi POS e Bassilichi aveva esattamente le competenze che servivano». L’acronimo VAS è la chiave con cui Bassilichi intende – all’estero come in Italia – aprire la porta della trasformazione del concetto di “carta di pagamento”. «Nel caso del servizio Pay on board che offriamo oggi ai tassisti di Belgrado, in collaborazione con Unicredit CEE in veste di acquirer, l’obiettivo è sviluppare intorno al pagamento della corsa sul taxi una serie di servizi di natura turistica e commerciale». Pay on board ha peraltro già ottenuto un riconoscimento dagli organizzatori di Technobank 2014, il salone internazionale che premia le migliore tecnologie bancarie sul mercato serbo.

Sostenuta dalle nuove normative europee, l’accoppiata tra informatica e moneta elettronica, con il fenomeno Big Data sempre sottotraccia, porterà – secondo Leonardo Bassilichi – a un «mondo bellissimo e a un positivo stravolgimento delle nostre abitudini di consumatori e titolari di conto corrente». Una trasformazione che richiede impegno. Bassilichi intende mettercela tutta. E le banche, che continuano a essere l’anima del business della bottega fiorentina, faranno lo stesso? «Noi, le banche le amiamo incondizionatamente e un po’ le rimproveriamo – sorride Leonardo Bassilichi – perché sanno di avere un problema: la perdita di centralità del mestiere di intermediazione del denaro. Eppure, faticano a comprendere appieno il ruolo dell’ottimizzazione e dei servizi che la tecnologia può abilitare». Ma è così semplice. Come al tempo dei Medici, le risposte sul futuro della banca si trovano a Firenze.

Foto di Nicola Santini