I primi sette anni di successo dell’importante realtà italiana attiva nell’ICT bancario, assicurativo e finanziario, nata grazie all’esperienza e alla competenza di alcuni soci molto agguerriti
Una storia interessante di imprenditoria italiana. Che fa essere ottimisti sul nostro Paese, nonostante tutto. È quella di Armundia, società specializzata nella progettazione e fornitura di soluzioni software e consulenza per i settori dell’ICT bancario, finanziario e assicurativo. E ce la racconta Gianluca Berghella, fondatore e attualmente presidente e CEO di Armundia Group. Lo incontriamo ai primi di settembre negli uffici milanesi della società, che ha il quartier generale a Roma e un ufficio anche a Empoli, alle porte di Firenze. Armundia, il cui nome è un neologismo che parte dal concetto di “armonia” e “maestria”, intendendo anche richiamare gli oltre venti anni di esperienza nel campo delle piattaforme software per il mondo finance, è stata fondata sul finire del 2007 da alcuni manager provenienti da Datamat, nota società entrata a far parte del gruppo Finmeccanica un paio d’anni prima. «Operando in Datamat fin dai primi anni Novanta, negli ambiti banca, finanza e assicurazioni, abbiamo avuto modo di seguire tutto lo sviluppo avvenuto in questi settori, come la nascita della Borsa telematica, l’affermarsi delle gestioni patrimoniali, dei fondi di investimenti e del trading, oltre che dei servizi connessi» – ricorda Berghella. «E quando la nuova proprietà ha manifestato un maggiore focus verso altri settori di attività, abbiamo ritenuto che le nostre consolidate competenze potevano essere messe al servizio del mercato in un diverso contesto: così è nata Armundia» – spiega Berghella.
Startup di successo
Una vera e propria startup, con il 55% in mano a un socio finanziatore e il restante 45% di proprietà dei fondatori. «È stata una bella scommessa, anche perché la partenza di Armundia si è verificata contemporaneamente all’inizio della crisi finanziaria che ben conosciamo. Ma la nostra idea di fondo, che era quella di valorizzare i nostri venti anni di esperienze nello sviluppo e nell’implementazione di prodotti software ad alto livello di sofisticazione, razionalizzandoli per venire incontro alle esigenze sempre nuove di un settore in evoluzione come quello finance, si è rivelata quella giusta, e siamo grati al nostro socio finanziatore di aver creduto in noi» – sottolinea Berghella. I successi sul mercato non sono mancati, visto che oggi la società è cresciuta dalle cinque persone iniziali a oltre 40, per un fatturato che supera i 3 milioni di euro. Ed è grazie a questi successi che nel corso di quest’anno, Armundia ha intrapreso un percorso per ridefinire l’assetto societario, «avviando un processo di riacquisizione delle quote dall’azionista finanziatore che ha esaurito la sua funzione, peraltro importantissima, di supporto durante la fase di startup. Abbiamo così creato Armundia Group, che possiede, insieme ai suoi quattro soci, più del 70% di Armundia srl, con l’obiettivo di acquisire ulteriori quote entro l’anno» – precisa Berghella. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un normale trasferimento di azioni da una società all’altra, costituisce in realtà un passaggio fondamentale per Armundia, in quanto «avviene in un momento che per noi è di forte sviluppo e crescita, e ci permette di consolidare ulteriormente la nostra credibilità nei confronti del mercato e dei clienti, che vedevano nella nostra compagine azionaria la presenza di un socio di maggioranza non facente parte del nostro settore di attività» – spiega Berghella.
L’ora dell’internazionalizzazione
Nel percorso ulteriore di sviluppo intrapreso da Armundia, riveste un ruolo di primo piano l’espansione verso l’estero, che in realtà era prevista da subito, in quanto i prodotti sono sempre stati sviluppati con la possibilità di essere adattati in altre lingue e paesi senza particolari modifiche di sostanza. Dopo la prima apertura in Svizzera tramite un importante istituto bancario elvetico, che aveva scelto già nel 2008 una soluzione Armundia, oggi la società è presente in diverse aree dell’Est Europa tramite alcuni clienti di rilievo, tra cui uno dei gruppi bancari italiani presenti nell’area, e nel Medio Oriente attraverso l’attività di un system integrator, oltre ad avere un collaboratore che opera direttamente a Tirana, in Albania.
Passando ad analizzare più da vicino le aree di azione sul mercato, «con la nascita di Armundia Group abbiamo definito in maniera più precisa i brand dei segmenti che presidiamo e che ci vedono per il 60% presenti nell’ambito banking e finance e per il 30-40% nelle assicurazioni, senza dimenticare la nostra attività nel consulting e nella nascente Academy» – sottolinea Berghella. Specificando che «vi sono prodotti, progetti e referenze per ognuna di queste aree, con numerose soluzioni che abbiamo sviluppato specificamente per i diversi settori grazie alle nostre expertise consolidate».
Prodotti e soluzioni
Tra i prodotti, nell’ambito bancario spiccano tra gli altri Armundia Asset Shaper: rivolto in primo luogo alle banche, è diretto anche alle gestioni patrimoniali e alle società di gestione di risparmio, in virtù del suo forte focus sull’investment manager, per il supporto a tutti i principali aspetti del processo di investimento nella gestione di portafogli individuali e portafogli istituzionali. Armundia Wealth Shaper ha invece un focus maggiore sul private banking, e copre le esigenze di advisory in una banca moderna per la gestione del profiling, degli obiettivi di investimento, del monitoraggio e del reporting al cliente. Oltre che alle banche, è indicato anche per i consulenti finanziari e gli asset manager. Per l’area vendite e marketing della banca è invece studiata Armundia Action Shaper, una piattaforma completa per il supporto alle attività analitiche, operative e relazionali degli istituti di credito.
Per il settore assicurativo, intendendo compagnie, intermediari, fiduciari, casse di assistenza, Armundia ha sviluppato soluzioni di ultima generazione che permettono di innovare i processi gestionali razionalizzando modelli operativi, organizzativi e decisionali. «Abbiamo voluto fare questa scommessa, e i fatti ci stanno dando ragione, rivolgendoci a un mercato che in Italia soffre ancora in un certo qual modo di una scarsità di cultura dell’investimento e percepisce a fatica il valore delle soluzioni IT» – spiega Berghella. Da qui, l’idea di partire dai broker, cioè gli intermediari, proponendo Armundia Brokerver, che si configura come un gestionale completo e che ha «un po’ sparigliato le carte in un mercato per certi versi ancora ingessato. Da qui, abbiamo creato una soluzione di business intelligence e a fine 2013 un sistema di preventivazione, di comparazione e di emissione di polizze assicurative» – aggiunge Berghella.
Consulenza e Academy
Infine, è da menzionare l’attività nell’ambito della consulenza, che vede Armundia ritagliarsi uno spazio sempre più ampio anche in relazione alla crescente internazionalizzazione dei clienti. Ne è un esempio, il fatto che la società ha «supportato da vicino uno dei più importanti operatori italiani attivi nell’asset management nella nascita della consociata irlandese, partendo da un’accurata analisi organizzativa, dei processi e della struttura» – fa sapere Berghella. «Il valore dell’iniziativa Academy, alla quale la società crede molto, si basa sulla filosofia di puntare sempre a dare il meglio, senza mai sederci sugli allori» – rivendica Berghella. «Potevamo prosperare riproponendo i prodotti che avevamo sviluppato in passato, ma invece abbiamo scelto di concentrarci nel riutilizzare una sola cosa: le nostre esperienze, per proporre ai nostri clienti sempre il massimo valore che non può che nascere dalla competenza. E l’idea di Academy è proprio di organizzare momenti di riflessione e occasioni di formazione, ma senza la presunzione di sostituirci a quello che già c’è, quanto piuttosto condividere le esperienze e creare una community per affinare le azioni».