Il tuo prossimo drone sarà una nave

Dalle ricerche del Project Munin, fondato dall’Unione Europea, potrebbe nascere la prima nave drone al mondo. Ecco i vantaggi

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Se la vostra unica preoccupazione è che presto i pacchetti di Amazon potranno essere consegnati da droni senza un cuore e voglia di prendere un caffè allora sappiate che presto, quei pacchi, potrebbero viaggiare su navi senza equipaggio: navi droni. Secondo un ricerca del Progetto Munin, finanziato dell’Unione Europea, le navi droni potrebbero arrivare presto, almeno per due motivi principali: costano di meno e sono più efficienti sotto il profilo energetico. Il costo però sembra essere la variabile principale. Senza necessità di un equipaggio a bordo, gli unici oneri da sostenere sarebbero quelli legati allo sviluppo e manutenzione, togliendo di mezzo gli stipendi per i marinai. E’ triste e sconcertante, ma è quello a cui arriveremo presto. Il progetto è stato uno dei proagonisti di una serie di workshop che si sono tenuti alla conferenza marittima SMM ad Amburgo in Germania e dove si studiano i nuovi scenari dell’industria aeronautica.

Vento in poppa (d’alluminio)

Il più grande ostacolo a Project Munin è burocratico. Per convincere i responsabili delle organizzazioni internazionali i ricercatori vogliono dimostrare che i sistemi autonomi, senza personale di bordo, possono essere sicuri e funzionali, a terra come in mare. Non c’è da sottovalutare poi che, in assenza di controllo umano, i radar presenti sulla nave potranno evitare collisioni o incidenti con altri mezzi. Certo è che spesso l’errore umano può trasformarsi anche in salvezza, con manovre decise all’ultimo momento per uscire fuori da una tempesta o girare al largo di situazioni meteorologiche difficoltose. La tecnologia però, siamo sicuri, potrà affrontare questi e altri problemi per mitigare ogni possibile dubbio sul progetto. Se andrà in porto o meno (è proprio il caso di dirlo) non è ancora detto. Possiamo però ipotizzare il primo romanzo dell’Hemingway del 2052: il drone e il mare.

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