Trasmissione di know how per sopravvivere alla crisi

festival delle generazioni

Oggi, si è giovani non in base all’età, ma in quanto si partecipa a certi stili di vita e di consumo. È quanto ha osservato il filosofo Francesco Cataluccio in occasione del Festival della Mente di Sarzana, mettendo in luce come la moderna immaturità sia anche il prodotto della crisi della figura paterna

Se “litigare fa bene”, secondo il pedagogista Daniele Novara, “Vivere virtuale” per i giovani rappresenta la possibilità di realizzazione individuale, come sostiene lo psicologo Matteo Lancini. Giovani e meno giovani: due generazioni apparentemente lontane tra di loro, ma che non sono mai state così vicine, soprattutto a causa della crisi economica, nel tentativo di definire un nuovo concetto di cittadinanza. Il tema del rapporto tra generazioni sarà al centro anche del Festival delle Generazioni che si terrà a Firenze dal 2 al 4 ottobre. Come spiega l’economista Giulio Sapelli, bisogna rovesciare l’assunto che oggi sia in corso una lotta tra generazioni e che lo strumento che i vecchi hanno per fare pressione sui giovani sia il debito pubblico. «Invece del conflitto tra generazioni va posto in evidenza il principio di cittadinanza. E dobbiamo cominciare a smontare la macchina ideologica e menzognera del debito pubblico come lotta tra generazioni. Solo così si può veramente aprire una prospettiva per le nuove generazioni, annichilite dall’altissima disoccupazione e dalla crisi del sistema educativo». Né vecchi né giovani – insomma – ma solo cittadini alla ricerca di nuove alleanze per il futuro. L’esigenza di un patto generazionale è ineludibile. «Non si può andare avanti così con il sacrificio di intere generazioni e la desertificazione del futuro» – spiega dal canto suo Remo Bodei, professore di Filosofia alla University of California e autore del libro “Generazioni età della vita, età delle cose” (Editori Laterza). «Tuttavia, quali mezzi si debbano cercare non è ancora chiaro. Certo, si può fare appello alla generosità dei più anziani che hanno ricevuto dalla storia maggior sicurezza con il posto fisso o pensioni relativamente più cospicue di quelle che toccheranno ai giovani di oggi». E per lo scienziato Edoardo Boncinelli, anche lo scontro tra generazioni è ineludibile, la differenza rispetto al passato sta nella mancanza di prospettive. «Speriamo che la macchina riparta, nel frattempo bisognerà essere pronti e preparati per scattare alla partenza e cambiare modi di produzione e strutture sociali».

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