La mania dilagante di restare costantemente connessi con il mondo virtuale parallelo dei social network potrebbe inficiare la salute e il benessere delle persone, contribuendo all’insorgere di disturbi anche complessi come la depressione
Non è una novità che l’uso spasmodico di smartphone e tablet abbia portato alla nascita di nuove patologie, come ad esempio la whatsappite e la selfite, di cui prima non si era mai sentito parlare.
Questo studio condotto da Fabio Sabatini e Francesco Sarracino dell’Università La Sapienza di Roma si innesta quindi in un filone di ricerche volte ad evidenziare le ripercussioni negative dei social sulla salute degli individui, in particolare in questo caso si è indagato il rapporto tra uso dei social network e benessere individuale.
Socialità e fiducia a rischio
La ricerca, chiamata Online networks and subjective well-being, è basata sui dati Istat di un sondaggio di qualche anno fa, che ha interessato circa 24.000 famiglie italiane.
Ne è emerso che gli effetti positivi dei social sono evidenziabili solo nei casi in cui ci contemporaneamente un’interazione fisica tra i soggetti. Insomma, finché si rimane sul rapporto “virtuale” tra persone, avulso dalla normale interazione faccia a faccia, si rischia di instaurare rapporti basati su una fiducia instabile, che può essere facilmente compromessa. Vengono così ridotte le esperienze sociali reali, contribuendo al possibile insorgere di problemi più complessi quali la depressione, disturbo aumentato a causa della crisi economica e che secondo alcune ricerche potrebbe accelerare il processo di invecchiamento.
Un altro studio che mette quindi in guardia su come l’abuso dei social network possa incidere negativamente sulla qualità delle nostre vite.